Energia10 Luglio 2023 16:42

Sogin, self cleaning sulle storture del passato. In corso inchieste. Ma partono campagne ‘contro’ e scambio di dirigenti. Dati e numeri

L'opera di self cleaning all'interno di Sogin, se da un lato porta a inchieste in Procura e a licenziamenti, dall'altro genera campagne mediatiche 'contro' con fatti attribuiti alle persone sbagliate e dati non del tutto esatti. Con diverse rettifiche di recente pubblicate anche su testate autorevoli.

A gettare benzina sul fuoco di recente anche Milena Gabanelli che sul Corriere della Sera del 3 luglio, partendo da vicende del 2009, dedica un finale 'polemico' rivolto all’attuale gestione commissariale che lavora al self cleaning interno che ha portato alla luce alcuni eventi su cui sono in corso indagini e al licenziamento dei quattro dirigenti protagonisti della gestione del passato: Luca Cittadini, ex Responsabile degli Uffici Amministrazione, Finanza e Controllo, Personale, Appalti nonché Responsabile per la Trasparenza e Dirigente preposto, Fabio Chiaravalli, ex direttore dell’Ufficio Deposito Nazionale, Federico Colosi, ex responsabile dell’Ufficio Comunicazione e Relazioni esterne, nonché Mariano Scocco, ex direttore degli Uffici Legale, Appalti e Responsabile per la prevenzione corruzione.

Come reso noto dal Ministero dell’Economia in Parlamento, dopo approfonditi accertamenti sulle spese di 10 anni, dal 2010 al 2020, per attività legate al Deposito Nazionale, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, con una delibera del 25 ottobre 2022, non ha riconosciuto circa 12 milioni di euro di costi sostenuti dalla Sogin, in particolar modo le spese del periodo 2013-2016, affette da irregolarità e illegittimità varie.

Da quanto apprende AGEEI in un incontro tenutosi al ministero dell'Ambiente lo scorso 6 luglio, sarebbe stata ribadita la fiducia verso le azioni di risanamento in atto all’interno della Sogin. Lo stesso ministro Pichetto Fratin ha affidato la responsabilità della propria segreteria tecnica proprio a una funzionaria della Sogin e ha confermato tra i propri consiglieri giuridici l’avvocato della Sogin che è stato capo della segreteria tecnica dell'ex amministratore delegato Emanuele Fontani per l’intero suo mandato.

Gabanelli è tornata anche a parlare della Centrale di Saluggia in Piemonte e dell’appalto per l’affidamento dell’impianto Cemex aggiudicato nel 2020, richiamando una lettera preoccupata di Carlo Rubbia risalente a 22 anni fa.

Come riportato lo scorso 16 giugno dalla testata La Verità, l’ex impianto Eurex di Saluggia, adibito allo stoccaggio di rifiuti liquidi radioattivi ed al riprocessamento del combustibile nucleare garantisce standard di sicurezza elevati e, in particolare, il Sito si è dotato di una difesa idraulica lungo tutto il perimetro, di altezza pari a 5 metri e profonda dai 15 ai 20 metri, che ne garantisce la protezione da qualunque eventuale esondazione del fiume Dora Baltea. La realizzazione di tale difesa, ha indotto l’Autorità di Bacino del fiume Po ad escludere ufficialmente il Sito di Saluggia dalle aree potenzialmente alluvionali.

Riguardo la realizzazione del Complesso Cemex, l’Organo Commissariale, preso atto dei gravi ritardi e inadempimenti imputabili all’appaltatore, nel dicembre 2022 ha deliberato l’adozione del provvedimento di risoluzione del contratto, riuscendo a recuperare, in soli due mesi, i 32 milioni di euro dell’ anticipazione in passato concessa all’appaltatore, grazie al supporto dell’Ufficio Legale e al lavoro svolto, in tal senso, dal luglio 2022.

Contrariamente a quanto emerso dall'ultimo articolo a firma Gabanelli, il responsabile del procedimento per l’aggiudicazione dell’appalto Cemex nel 2020 era l’avv. Mariano Scocco, direttore degli appalti fino all’anno successivo e uno dei quattro dirigenti licenziati nel febbraio 2022.

Il Responsabile del procedimento per la fase esecutiva e la gestione del contratto, invece, è stato l’ing. Fabrizio Scolamacchia, che aveva la responsabilità anche dell’Ufficio progetto strategico Cemex, alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato Fontani, cui riferiva direttamente sull’andamento dell’appalto.

Poi i numeri e i dati: la Sogin in oltre 20 anni avrebbe rubato sulla bolletta elettrica 4,3 miliardi di euro? Per quanto noto ad AGEEI, la spesa complessiva sostenuta da Sogin fino al 31 dicembre 2022 ammonterebbe a 4,7 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo e mezzo dedicato alla gestione del combustibile nucleare esaurito e allo spostamento all’estero per il suo riprocessamento, che ha consentito di allontanare il 99% della radioattività presente in Italia. Quasi 2 miliardi sono stati utilizzati per la sicurezza dei Siti nucleari italiani, che occorre dire non hanno mai registrato incidenti. Un altro miliardo e mezzo di euro è stato invece destinato al decommissioning nucleare.

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