Energia7 Marzo 2022 16:41

Caso Sogin, licenziati quattro dirigenti

Sono passati poco meno di due mesi da quando la Sogin annunciava con un proprio comunicato stampa che era arrivata alle battute finali l’indagine interna volta ad accertare le irregolarità delle fasi di acquisizione e gestione dei contratti del periodo 2010-2020 e che ha causato la recente sospensione di tre dirigenti e varie contestazioni nei confronti di altri quattro.

Una vasta attività di verifica avviata nell’estate 2020 con il supporto di Ernst & Young, (della quale AGEEI ha pubblicato in esclusiva la relazione integrale) che, concentrata sulle vicende assai dubbie consumatesi durante il mandato di Zollino e Casale del 2013-2016, in particolare la milionaria campagna di comunicazione avviata nel luglio 2015 senza il nulla osta dei Ministeri competenti, ha poi preso il largo estendendosi alle diverse bad practices aziendali protrattesi nel tempo. Tanto da poter scommettere che non tutti in Sogin saranno rimasti sorpresi quando, a metà dell’anno scorso, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas e la Guardia di Finanza hanno sollevato gravi doglianze e rilievi, censurando la storia contrattuale della Società, per almeno 10 anni sino al 2020, in materia di deposito nazionale scorie radioattive.

E visto che la gestione delle risorse pubbliche impone rigore, prudenza e competenza, si è reso inevitabile all’attuale Consiglio di Amministrazione censire e sanzionare le responsabilità interne della propria classe dirigente, soprattutto di coloro che erano riusciti a conservare ruoli e incarichi fino ad oggi, in attesa che gli approfondimenti delle Autorità amministrative e giudiziarie facciano il loro autonomo corso.

E i provvedimenti sono arrivati, circa due settimane fa.

Quattro i dirigenti licenziati - da quanto apprende AGEEI - per "giusta causa", dopo una fase di contraddittorio che sembrerebbe abbia addirittura rafforzato il convincimento della governance societaria sul conto delle figure che negli anni hanno determinato la mancanza di presìdi interni e scelte gestionali errate che pesano come un macigno sul presente societario.

Tra questi, Fabio Chiaravalli, 67 anni, geologo, approdato nel 2001 in Sogin, dove dal 2013 ricopriva senza soluzione di continuità il ruolo di direttore dell’Ufficio Deposito nazionale e parco tecnologico. In questa veste, era meglio noto come il referente tecnico aziendale che da anni stava curando l’iter per la scelta delle zone potenzialmente idonee per la realizzazione del sito italiano di stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Ma è anche la figura che ha richiesto e giustificato gli affidamenti diretti, senza ricorso all’evidenza pubblica, che caratterizzano la storia contrattuale della Sogin in materia di Deposito nazionale.

Responsabilità della conformità normativa e controllo legale, in questi anni segnati da gravi e diverse criticità, erano affidati all’altro dirigente licenziato, Mariano Scocco, 54 anni, ragioniere divenuto avvocato nel 2001, con un passato da consigliere comunale ad Allumiere, che prima di approdare in Sogin nel 1999 era impiegato dell’Enel per l’ambito della produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Nominato dirigente in Sogin a seguito di ricorso, dal 2013 ha assunto la responsabilità dell’Ufficio Legale, dove comunque è tornato dopo una breve parentesi di un anno all’Ufficio Appalti dal 2020 al 2021, durante la quale ha tra l’altro aggiudicato l’appalto per il Cemex. E’ stato anche responsabile della prevenzione corruzione dal 2016 al 2020.

Stessa sorte è capitata a Federico Colosi, 50 anni, una laurea in lettere e filosofia, con un passato al Comune di Roma e poi all’Enel sino al 2014, quando, sotto la presidenza Zollino, è approdato in Sogin rilevando la direzione delle relazioni esterne. Si tratta del dirigente cui nel 2015 è bastato inviare una mail a vertice e colleghi, riferendo di un incontro istituzionale, per dare avvio, in assenza del benestare ministeriale previsto per legge, a una campagna informativa e di comunicazione del valore di diversi milioni di euro.

L’altro dirigente licenziato è Luca Cittadini, anch’egli con un passato professionale nel Gruppo Enel sino alla fine del 2000, quando è entrato in Sogin, dove ha rivestito più incarichi di responsabilità, dalla gestione del personale e l’ambito degli appalti sino al 2015 all’ufficio bilancio che ha curato sino alla nomina ad AD della controllata Nucleco nell’estate scorsa. I maliziosi parlano di contrasti sorti tra lui e l’attuale CdA per la contrarietà che Cittadini avrebbe manifestato verso il contratto stipulato qualche anno fa da Nucleco con gli slovacchi di Javis sotto il mandato del predecessore D’Andrea, ma la narrativa non tiene conto che proprio Cittadini aveva la responsabilità degli appalti in Sogin ed era anche dirigente preposto quando nel 2015 fu aggiudicato e stipulato con la stessa Javis un contratto per un importante appalto relativo alla centrale di Caorso.

Era già stato scritto:

Sogin, milioni spesi senza il placet di Mise e Ambiente. Perquisizione Gdf e inchiesta interna. Ecco il documento Ernst & Young che ministri conoscevano

Sogin, le coincidenze che legano i milioni spesi dal Forum nel 2011 senza ok del Comitato Scientifico e da Sogin nel 2015 senza ok Mite e Mise

Sogin, quell’interrogazione della Lega rimasta senza risposta

Per saperne di più:

Cingolani: Contro caro energia governo pensa a misure più strutturali. Per Sogin non escluso il commissariamento