Milena Gabanelli "attacca", dal Corriere della Sera, il management di Sogin che ha avviato il processo di self cleaning interno che ha portato all'avvio di indagini della Procura e al licenziamento di quattro dirigenti per alcuni affidamenti diretti ritenuti illegittimi e tra cui figura anche il Gruppo Cairo La7.
Lo scorso 3 luglio la giornalista in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera - rilanciato nella finestra serale su La7 con Mentana - è tornata ad attaccare la Sogin, società statale responsabile dello smantellamento delle centrali nucleari, accusandola di aver “rubato” sulla bolletta elettrica 4,3 miliardi di euro dalla propria costituzione.
La Gabanelli ha criticato - tra gli altri - l’attuale mandato retto da meno di un anno da un Organo Commissariale e alcuni manager di recente nomina.
Ma è cosa ormai nota che dopo dieci anni di spese che Sogin ha sostenuto per il deposito nazionale delle scorie radioattive, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente nel 2021 ha avviato specifici accertamenti in collaborazione con la Guardia di Finanza, sfociati in una serie di rilievi per illegittimità e irregolarità dei contratti aggiudicati e gestiti dal 2010 al 2020, successivamente confermati anche dall’ANAC, che hanno causato una importante perdita di bilancio alla Società e condotto al licenziamento di 4 dirigenti protagonisti della malagestione del passato.
In particolare, sono stati censurati tutti gli affidamenti diretti senza gara pubblica del 2015 legati all’onerosa campagna di comunicazione e pubblicità in materia di deposito nazionale scorie (circa 3 milioni di euro) che la Sogin avviò a fine luglio senza aver ancora ricevuto l’autorizzazione dei Ministeri, per poi interromperla bruscamente nel successivo mese di novembre, con i contratti che ancora non risultavano stipulati con i fornitori che già avevano reso il servizio richiesto.
Iniziativa, quella di 8 anni fa, che fu assunta sotto la spinta del Presidente Giuseppe Zollino, allora titolare nel consiglio di amministrazione della delega per l’ambito delle relazioni esterne e della comunicazione, nonché del direttore della comunicazione Federico Colosi.
Oggi Zollino è responsabile energia per il partito Azione di Calenda, ed è anche uno dei consiglieri dell’ex Ministro Cingolani. Vale a dire, proprio la figura che avrebbe spinto per il commissariamento della Sogin si affiderebbe ai consigli di chi la presiedeva all'epoca dei fatti contestati.
Colosi fa parte invece dei 4 dirigenti che Sogin ha licenziato nel 2022.
Sulle spese illegittime del 2015 la Guardia di Finanza ha aperto una inchiesta, riconducibile al fascicolo n. 45447/2021 della Procura della Repubblica di Roma, che ha portato l’iscrizione nel registro degli indagati di più soggetti operanti all’epoca dei fatti.
Tuttavia, alla Sogin viene riconosciuto, a partire dal Ministero dell’Economia che è intervenuto sul tema in Parlamento per il tramite del sottosegretario Albano, di aver attivato tra il 2020 e il 2021, in epoca precedente agli accertamenti dell’ARERA, alcune verifiche esterne e interne che hanno rilevato le maggiori criticità nella condotta dei mandati societari del passato e hanno promosso informative alle Autorità competenti.
Ed è proprio qui che le recenti "critiche" da parte della Gabanelli rischiano di far emergere un eventuale conflitto e di essere in contraddizione con fatti oggettivi.
Tra le file dell’attuale management della Sogin milita infatti proprio chi ha verificato le irregolarità interne e le ha segnalate alla polizia giudiziaria in ragione del proprio incarico.
Da quanto si apprende, all’attenzione delle Autorità sono stati sottoposti dalla stessa Sogin tutti i contratti della comunicazione del 2015 risultati illegittimi dopo approfondimenti interni.
Ebbene, tra questi risulta anche l’affidamento diretto senza gara pubblica al Gruppo Cairo Communication con un investimento, che pare superiore ai 170mila euro, dedicato allo sviluppo pubblicitario nel secondo semestre 2015 sul canale La 7.