AGEEI TV25 Settembre 2024 11:55

Sogin, Besseghini (Arera): su Recovery Art non informazioni aggiornate, ancora in discussione nei ministeri. VIDEOINTERVISTA

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Milano - Nessuna informazione aggiornata sul Recovery Art perché il tema non è ancora arrivato nei meccanismi di rendicontazione. A spiegarlo è Stefano Besseghini, Arera. E quindi neppure su eventuali pagamenti di contratti attivati da Sogin in tal senso.

"Sul Recovery Art non ho informazioni aggiornate: è un tema che non è ancora arrivato nei meccanismi di rendicontazione: è in ancora in fase implementativa, nella discussione con i Ministeri. Quindi, quando ne avremo un'evidenza più chiara, certamente lo faremo".

Così ad AGEEI Stefano Besseghini, Presidente ARERA in merito alla gestione Sogin del Recovery Art. La Sogin - da quanto emerge dai verbali interni - ha avviato rapporti contrattuali con alcune imprese per l'esecuzione del Recovery Art nonostante avesse già cognizione di sopravvenute problematiche operative per l'ambito realizzativo e avesse già fatto decadere il termine del 31 agosto indicato dal Mic come scadenza per rimodulare i progetti del Recovery.

 

Progetti che poi il ministro Sangiuliano ha fatto con le caserme dei Carabinieri.

ERA STATO GIA' SCRITTO:

SOGIN, ‘PASTICCIO RECOVERY ART’: PROGETTI SALTATI MA ATTIVATO COMUNQUE APPALTATORE. CHE ORA VA PAGATO

Sogin, dopo naufragio Recovery Art poi 'salvato' da Sangiuliano, (all'epoca a capo del Mic oggi guidato da Alessandro Giuli) Artizzu deve comunque pagare appaltatore che attivò.

Sogin a settembre 2023 avrebbe rilevato che non era nelle condizioni di dare seguito agli accordi sul Recovery Art con il Mic (come emerge dal verbale datato 6/09/2023) ma a novembre tenne comunque la riunione  di avvio delle attività commissionate a un appaltatore (come emerge dal verbale datato 29/11/2023).

E avvertiva il dicastero di Sangiuliano - nonostante le numerose sollecitazioni - solo il 14 febbraio 2024 verbalmente e in seguito il 19 febbraio via missiva.

Il Recovery Art non si è più fatto nei depositi della Sogin, ma nonostante siano stati usate le caserme dei Carabinieri, la Sogin dovrebbe comunque pagare l'appaltatore che aveva già attivato.

 

L'ANTEFATTO

Sul Recovery Art il 'caso' Sogin non sembra essere finito. Dopo aver omesso al ministro Gennaro Sangiuliano - che nel frattempo inviava lettere di sollecito alla gestione Artizzu - le informazioni contenute nel verbale interno di settembre 2023 e rese note solo a febbraio 2024 a seguito della convocazione al Mic, emerge ora che la Società del Nucleare aveva già attivato un appaltatore che ora va pagato. Nonostante il Recovery sia stato salvato dal ministro dei Beni Culturali grazie a un accordo in corner con i Carabinieri escludendo quindi la Sogin.

SOGIN SOPRASSIEDE AGLI ACCORDI CON IL MIC

VERBALE RIUNIONE SOGIN SU RECOVERY DEL 6.9.2023

 

L’A.D. della Sogin S.p.A. Gian Luca Artizzu ha omesso di rendere noto al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano prima di “soprassedere (questo è il termine che ha usato in attiagli accordi che erano stati sottoscritti con il MiC il 9 marzo 2023 dal Commissario dell’azienda nominato da Draghi, il Prefetto Fiamma Spena, per la realizzazione di depositi di sicurezza per il ricovero di beni culturali, con annessi laboratori di restauro, presso i siti nucleari del Garigliano (CE) e di Bosco Marengo (AL), finanziati con gli investimenti nazionali assegnati ai progetti del c.d. “Recovery Art”.

SOGIN AVVERTE SANGIULIANO SOLO DOPO 5 MESI DAL VERBALE INTERNO DAL QUALE EMERGE CHE NON POTEVA DARE SEGUITO AGLI ACCORDI CON IL MIC

LETTERA SOGIN AL MIC 19 02 2024

LETTERA SOGIN AL MIC 19 02 2024

Con una lettera del 19 febbraio 2024 di cui si è riferito in precedente articolo, inviata al Ministro oltre 5 mesi dopo l’insediamento dell’attuale vertice societario, il Dicastero di via del Collegio Romano si è visto restituire da Artizzu 40 milioni di euro di risorse PNRR già approvate nonché formalizzata la rinuncia da parte dellgovernance della Sogin al ruolo di “soggetto attuatore” dei programmi di settore dell’Esecutivo presieduto dal Premier Giorgia Meloni.

SANGIULIANO SALVA IL RECOVERY GRAZIE AI CARABINIERI. SOGIN ESCLUSA

Soltanto il rapido intervento di Sangiuliano, che è riuscito in poco tempo a individuare due idonee caserme dell’Arma dei Carabinieri in luogo delle ex centrali nucleari, ha consentito di salvare in corsa l’assetto progettuale del “Recovery”.

Nel comunicare il proprio dietrofront all’Amministrazione responsabile per tutto il Governo dei progetti, Artizzu ha invocato problematiche legate a regimi autorizzativi e edifici non più disponibili senza però richiamare i vulnus organizzativi e gestionali nonché i ritardi operativi determinatisi sotto la sua gestione che hanno compromesso la capacità della Sogin di adempiere agli impegni assunti dai precedenti mandati con lo stesso Governo in carica.

Sembra apparire ancora più singolare la circostanza - già raccontata da AGEEI - che la Sogin di Artizzu abbia prima deciso di soprassedere all’esecuzione degli accordi e solo successivamente alla retromarcia con il MiC, dopo ben quattro mesi dalla decisione assunta e comunque dopo un anno dall’inizio dell’attuale mandato, ha inteso promuovere verifiche interne su “eventuali criticità”.

SOGIN AVEVA GIA’ ATTIVATO APPALTATORE: I DOCUMENTI

Dalla documentazione di cui AGEEI è venuta in possesso e da quanto appreso da fonti interne all’azienda emerge che, appena due mesi prima della lettera di Artizzu, in data 29 novembre 2023 la Sogin avrebbe tenuto, con i rappresentanti dell’appaltatore del contratto C0372S21, aggiudicato per i fabbisogni della centrale di Trino Vercellese, la riunione iniziale di avvio e coordinamento delle attività del “Recovery Art” da espletare in un differente luogo di esecuzione prestazionale (Bosco Marengo).

Alla seduta presero parte le figure aziendali coinvolte nelle attività, a cominciare dal RUP dei due progetti.

VERBALE CONTRATTO SOGIN

Come ricavabile dal verbale ufficiale della riunione, alla data del 21 novembre 2023 la Sogin aveva attivato due servizi (specifiche d’ordine nr. 4500007892 e 4500007893), dal valore rispettivamente di euro 46mila e 12mila, per lo sviluppo e redazione del progetto esecutivo e della documentazione di affidamento afferenti all’adeguamento e realizzazione dei locali necessari.

ARTIZZU AUTODESIGNATOSI RESPONSABILE DEI PROGETTI DEL RECOVERY ART

A quella seduta di avvio delle attività si era tuttavia giunti impiegando ben quattro mesi dopo il perfezionamento della richiesta di acquisto n. 1010001637 dell’8 agosto 2023 (data in cui Artizzu risultava, per auto-designazione, già responsabile di più direzioni - tra cui Legale, Appalti e Personale - compresa la struttura responsabile dei due progettiformulata dal Gruppo di lavoro interno per i progetti del ‘Recovery’ con cui si richiedeva l’approvvigionamento dell’insieme dei servizi (ingegneria, direzione lavori, supporto a verifica e validazione progetti) necessari allo sviluppo dei due interventi promessi al MiC.

NON SOLO I 40 MLN RESTITUITI AL MIC, ANCHE LA PARCELLA DELL'APPALTATORE MAI UTILIZZATO

Dunque, ai 40 milioni di euro di risorse PNRR cui la Società ha soprasseduto con comunicazione di Artizzu del 19 febbraio 2024, è da aggiungere anche la posizione di un appaltatore che va comunque pagato dalla Sogin in quanto debitamente attivato per i medesimi progetti.

LA SOGIN, SOGGETTO GIURIDICO AUTONOMO RISPETTO AI SUOI AMMINISTRATORI

AGEEI è impegnata a ricostruire e raccontare fatti e vicende di interesse generale rendendo note modalità di governo e gestione delle risorse pubbliche tramite documentazione anche al fine di smentire eventuali fake news e evidenzia che la Società del Nucleare, SOGIN SpA è soggetto giuridico autonomo rispetto alle persone fisiche che l’amministrano o compongono la sua dirigenza.

https://ageei.eu/

https://www.sogin.it/it

AGEEI ha chiesto alla Sogin, in maniera preventiva alla redazione di questo articolo, di avere conferma che la Società attivò per le opere previste l'appaltatore del contratto C0372S21 e si chiede se tale impresa sia stata pagata.

Sogin ha preferito non rispondere.

Questa testata resta a disposizione a pubblicare - anche a seguito della pubblicazione dell'articolo in questione - precisazioni, repliche o ulteriori informazioni sotto forma di nota scritta e/o intervista.

PNRR, SALTA RECOVERY ART CON SOGIN NONOSTANTE SFORZI SANGIULIANO. GESTIONE ARTIZZU: “AL MIC DICIAMOGLI CHE…”. I DOCUMENTI

Pnrr, saltano gli accordi sottoscritti nel 2023 per il Recovery Art tra il Mic di Sangiuliano e la Sogin del valore di 40 milioni di euro. Mentre il ministero faceva di tutto per salvare gli obiettivi, la gestione Artizzu si perdeva in problemi, ritardi e vuoti gestionali rimasti nascosti, che l'hanno costretta, all'ultimo, a tirarsi indietro.

SOGIN E LE COSE 'NON DETTE': I VERBALI

In coincidenza con l’arrivo a Roma la scorsa settimana degli ispettori della Commissione UE per le verifiche intermedie sullo stato di attuazione del PNRR nel nostro Paese, pare con ogni probabilità essere emersa l’ennesima storia di cose non dette o "diversamente dette" dalla Sogin guidata dall’A.D. Gian Luca Artizzu, nominato dal Governo Meloni il 4 agosto 2023. Questa volta a farne le spese non è il dicastero vigilante, il MASE di Pichetto Fratin, come accaduto per le informazioni non corrispondenti alla documentazione comunicate da Artizzu in merito all’assunzione di Bono, bensì il Ministero della Cultura (MiC) retto da Gennaro Sangiuliano.

Con una lettera del 19 febbraio scorso la Sogin ha notificato la decisione della nuova governance aziendale di soprassedere agli accordi che erano stati sottoscritti con il MiC il 9 marzo 2023 dal Commissario nominato da Draghi, il Prefetto Fiamma Spena, per la realizzazione di depositi di sicurezza per il ricovero di beni culturali, con annessi laboratori di restauro, presso i siti nucleari del Garigliano (CE) e di Bosco Marengo (AL), finanziati con risorse assegnate agli investimenti nazionali del PNRR. In pratica, dopo una caparbia e complessa istruttoria conclusa dal Ministero della Cultura con i decreti di approvazione del Segretariato Generale nn. 281 e 282 del 28 marzo 2023) intervenuti poco più di un anno fa, la Sogin, che era stata designata dal MiC quale soggetto attuatore degli interventi con decreto del Ministro Sangiuliano n. 26 del 17 gennaio 2023, di recente si è determinata nella direzione di far saltare i due progetti dal valore economico complessivo pari a 40 milioni di euro.

I due interventi targati Sogin erano da ricollegarsi alla raccomandazione n. 9/2017 rivolta al Governo Italiano dall’Agenzia internazionale per l'energia atomica che sette anni fa richiamò l’attenzione, in tema di ‘decommissioning’, anche sul rilascio parziale di porzioni dei siti ai fini dello svolgimento di altre attività, consentendo peraltro una riduzione dei costi.

LE INTERLOCUZIONI

Lo sviluppo progettuale, all’interno dell’azienda, dell’idea di destinare parti delle ex centrali nucleari a ricoveri di opere d’arte, al centro anche delle interlocuzioni tra i vertici del tempo e Sara Romano (capo del competente dipartimento pro tempore allo Sviluppo Economico, originario Ministero vigilante), fu affidato ad uno dei dirigenti più longevi della Sogin, Francesco Troiani, responsabile della Direzione “Sviluppo Business e Innovazione Tecnologica”.

Al principio era stata considerata per la medesima finalità anche la ex centrale nucleare di Caorso (PC), ma, a seguito di sopralluoghi sulle aree individuate e ad approfondimenti della documentazione tecnica disponibile, l’Unità di Missione del MiC non valutò quel Sito come idoneo.

LA MILESTONE DEL RECOVERY ART

E’ da dire che nel c.d. piano a vita intera approvato nel 2020 e confermato ad aprile 2021 (si tratta del programma con cui la Sogin segnala periodicamente all’ARERA di Stefano Besseghini il dettaglio di tutte le attività previste nei Siti, con le relative tempistiche, considerando le fasi principali di sviluppo e i relativi costi associati) - che l’attuale gestione di Artizzu (il quale era a quel tempo uno dei direttori della Sogin, a capo del Personale) non ha modificato o rovesciato - si prevede il termine del ‘decommissioning’ di Bosco Marengo nel 2022 e quello del Garigliano nel 2026, rivelandone la compatibilità con l’ultima milestone del “Recovery Art” (30 aprile 2026). In più, il Sito di Bosco Marengo si sarebbe ritrovato con grandi strutture inutilizzate e per quello del Garigliano il decreto del 1° dicembre 2009 di valutazione d’impatto ambientale, a firma del Ministro dell’Ambiente e del Ministro per i beni culturali, riconosceva la destinabilità degli edifici turbina e reattore a strutture di interesse monumentale.

IL PIANO INVIATO AL MIC NELLA PRIMA FASE

In una prima fase, vennero inviati al MiC una relazione generale che illustrava il piano degli interventi nella sua totalità con le varie possibilità anche in termini di costi e tempi ed un secondo documento più strutturato dal titolo ‘Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali’ (DOCFAP prot. n. 20519 del 14 aprile 2022). Nel sito di Bosco Marengo la soluzione individuata prevedeva il recupero di due edifici esistenti denominati BLD3 e BLD11 e del relativo corridoio di collegamento, mentre nel Sito del Garigliano, considerato che al momento all’interno del perimetro dell’ex centrale esisteva un solo edificio denominato “Magazzino” che poteva essere disponibile a partire da giugno 2026 come zona coperta per custodire opere d’arte già esposte all’esterno, si era ritenuto opportuno procedere con l’individuazione di un’area all’interno della c.d. “doppia recinzione” in grado di ospitare un edificio di circa 2.000 m2.

Dal suo canto, Troiani, unitamente ad un funzionario alle proprie dipendenze individuato come responsabile unico del procedimento, condusse tutte le attività societarie relative agli interventi del “Recovery Art” fino agli inizi di agosto 2023.

SU RECOVERY INCARICHI REVOCATI, ARTIZZU LO TIENE AD INTERIM

Nel nuovo ruolo di A.D., infatti, il collega Artizzu impiegò appena un giorno lavorativo per revocare quasi tutti gli incarichi direttivi vigenti sotto il mandato commissariale, compresi quelli di più recente assegnazione, avvicendando anche Troiani. Tuttavia quest’ultimo qualche settimana dopo sarebbe stato premiato con la designazione a responsabile del Nuclear Decommissioning Safety Board in supporto proprio all'amministratore delegato.

Sta di fatto che dal 7 agosto 2023 Artizzu accentrò su di sé il governo di diversi uffici, subentrando a Troiani nella direzione della struttura societaria titolare della responsabilità del progetto “Recovery Art”, che il neo A.D. terrà per sé a interim anche una volta deliberata, due mesi dopo, l’assegnazione degli incarichi interni relativi alla macrostruttura aziendale.

Intanto, i due progetti finanziati dal PNRR abbisognavano di avanzare spediti, senza soluzioni di continuità.

Proprio l’8 agosto 2023 si era perfezionata, superati tutti i previsti controlli interni, la richiesta di acquisto n. 1010001637 - formulata dal Gruppo di lavoro interno per i progetti del ‘Recovery’ costituito il 24 maggio 2023 dall’Organo Commissariale - con cui si richiedeva l’approvvigionamento dell’insieme dei servizi (ingegneria, direzione lavori, supporto a verifica e validazione progetti) necessari allo sviluppo dei due interventi. Del fatto veniva informato anche il MiC.

PRESENTATI 17 DOCUMENTI TECNICI

Furono presentati per tal scopo ben 17 documenti tecnici.

Nel contempo, pendeva l’organizzazione delle selezioni esterne di figure da destinare ai progetti, previa verifica di effettiva indisponibilità di risorse interne

In quel momento, a fronte dell’auto-designazione di pochi giorni prima, l’A.D. Artizzu risultava il responsabile di diverse direzioni, tra cui Legale, Appalti, Personale e quella preposta all’istruttoria per il “Recovery Art”.

LA RIUNIONE SOGIN DI SABATO MATTINA 5 AGOSTO (DA REMOTO)

I membri del Consiglio di Amministrazione della Sogin, su spinta di Artizzu, avevano deciso di riunirsi collegandosi da remoto, di sabato mattina (il 5 agosto), per formalizzare il proprio insediamento a meno di 24 ore dalla decorrenza del proprio mandato. Per l’occorrenza, non furono avvisati o coinvolti i direttori delle strutture interne a tutti gli effetti in carica. Pareva proprio che i nominati si fossero votati a una corsa estiva contro il tempo, nell’urgenza di fronteggiare adempimenti non rinviabili.

Invece, la cronaca consegnerà un quadro diverso. In quell’occasione Artizzu si fece conferire con effetto immediato i poteri individuati in capo alla figura dell’A.D. procedendo così il lunedì successivo a sollevare ed estromettere i responsabili degli uffici e ad attivare la repentina riassunzione e promozione di Giuseppe Bono, che come noto ha scatenato le ire delle opposizioni in Parlamento che hanno chiesto al Governo l’allontanamento dalla Società di Artizzu.

Quest’ultimo non attiva alcuna iniziativa, non dà impulsi alle strutture, non promuove alcuna riunione dedicata agli incombenti dei progetti del “Recovery Art” assegnati dal MiC alla Sogin, originando nei fatti il totale stallo aziendale per tale ambito.

SITUAZIONE STAGNA FINO A INTERVENTO MIC

La situazione stagnerà sino a quando il MiC - impegnato a dettare i tempi ai soggetti attuatori - dapprima, il 21 agosto 2023, invia alla Sogin i commenti ministeriali al Piano dei fabbisogni in tema di risorse umane che il RUP aveva presentato al Dicastero il 27 luglio e, poi, convoca per il 7 settembre 2023 una seduta finalizzata a ricevere dalla Sogin gli aggiornamenti sulla fase attuativa degli interventi.

Da qui, il RUP rompe l’inerzia interna chiedendo una riunione di confronto - aperta soltanto a Troiani tra i direttori uscenti, mai interpellati - con i colleghi delle Centrali di Bosco Marengo e Garigliano e degli uffici Appalti e Personale.

L’incontro si è dunque tenuto oltre un mese dopo l’insediamento del nuovo CdA, esattamente alle ore 12 del 6 settembre scorso - presso la Sala interna denominata ‘Segrè’ - ed è durato due ore e mezzo.

DAL VERBALE SOGIN EMERGE CHE EDIFICIO BLD DI BOSCO MARENGO NON DISPONIBILE PRIME DI MARZO 2026 PERCHE' IMPEGNATO PER STOCCAGGIO RIFIUTI BONIFICA

Dal verbale della riunione (n. RA BM 00037) si ricava che in tale circostanza veniva evidenziato che l’edificio BLD11 a Bosco Marengo, libero e radiologicamente pulito, nelle ultime settimane era stato però preso in considerazione dal Capo della Centrale per un riutilizzo in via temporanea come deposito di stoccaggio provvisorio per i rifiuti provenienti dalle attività di bonifica nella c.d. area di rispetto di Sito (peraltro gli scavi erano stati condotti sino agli inizi del 2022 - dunque quasi due anni prima - sotto il mandato del suo predecessore). Sicchè, tale locale, lo stesso individuato ai fini dell’intervento in loco del “Recovery”, a detta sua non sarebbe stato disponibile prima di marzo 2026.

Ma, per la speditezza degli interventi, su indicazione del RUP, il Gruppo di lavoro aveva revisionato i documenti relativi al progetto di Bosco Marengo, suddividendo la documentazione progettuale dell’appalto in partite opzionali (relative al BLD11) e non (relative al BLD3, altro edificio oggetto di contratto con il Ministero) così da poter all’occorrenza procedere anche con un solo edificio disponibile.

COSA COMUNICARE AL MIC?

Nel contempo, i convenuti si ponevano un problema: cosa comunicare al MiC?

Tutti avevano la percezione del rischio di una violazione degli accordi contrattuali intercorsi tra Ministero e Sogin e immaginavano pure un interessamento dell’ufficio legale interno per comprendere le relative conseguenze.

Perché, intanto, erano passate già quattro settimane di distanza dal perfezionamento della richiesta (in sé non tempestiva) del Gruppo di lavoro con tanto di informativa al MiC, così che il RUP era indotto nella medesima occasione a chiedere informazioni su tipo di procedura prevista e tempistiche di aggiudicazione dei servizi di cui si necessitava. Ma nella circostanza si assisteva a un rovesciamento d’ottica di poteri e competenze interne: infatti era il vice direttore degli appalti Fabrizio Scolamacchia (da lì a poco tempo nominato direttore e dirigente) a contro-chiedere al RUP di riferirgli quale tipologia di gara la Sogin avrebbe dovuto bandire. La risposta: quella che richiede il minor tempo possibile.

Scolamacchia segnalava anche che il valore economico dell’approvvigionamento richiesto dal Gruppo di lavoro superava le sue deleghe e quindi l’affidamento dei servizi era da deferire alla decisione e autorizzazione del CdA. Ma Artizzu in futuro non avrebbe mai sottoposto a deliberazioni consiliari alcuna proposta di gara in materia di “Recovery Art”.

DUE SOLUZIONI OPERATIVE DA PERCORRERE

Nella riunione emergevano comunque due soluzioni operative da percorrere: gara aperta con tempi tra i 4 e i 6 mesi (milestone stimata nella primavera 2025) per giungere a contratti perfezionati oppure, in alternativa, avvalersi degli appalti già aggiudicati durante il mandato dell’Organo Commissariale. Si optò di provare a intraprendere la seconda ipotesi, quale soluzione da proporre al MiC.

Si conveniva inoltre di procedere con l’assunzione delle risorse necessarie a mezzo somministrazione di contratti a tempo determinato e che, sul piano del c.d. licensing, i 2 futuri obiettivi erano da ritenersi la ridefinizione del piano di permitting dei 2 Siti includendo i progetti PNRR e lo studio della procedura di rilascio di parte dei Siti che assurgeva a progetto pilota per l’obiettivo di green field.

I tempi frattanto erano all’evidenza di tutti stringenti, ma la milestone poteva essere traguardata. E come si decise di procedere nei confronti del MiC? Di comunicare in particolare che a causa degli stravolgimenti aziendali portati dal cambio di vertice si stava definendo una nuova strategia di azione con i nuovi Direttori e Vice.

Il nulla osta del MiC all’utilizzo di contratti pre-esistenti arriverà in appena 4 giorni, il 19 settembre 2023.

Tuttavia, la situazione risulterà ancora a lungo stagnante e la tecnostruttura del MiC non tarderà a esprimere la propria preoccupazione.

Il 23 ottobre 2023 il RUP della Sogin viene convocato dall’ing. Angelantonio Orlando, responsabile per il Dicastero dell’attuazione del PNRR, al fine di “monitorare lo stato di attuazione degli interventi” e ricevere la relazione di aggiornamento mensile della Società in qualità di soggetto attuatore. In vista della riunione, il RUP, con una mail ai colleghi del 19 ottobre 2023, puntualizza che il nuovo cronoprogramma degli interventi, approvato da tutto il nuovo management scelto da Artizzu, prevede lo slittamento di 6 mesi della data di ultimazione e precisa di interessare al riguardo anche lo stesso A.D. Artizzu rammentandone le responsabilità quale direttore del competente ufficio interno.

LA RIUNIONE AL MIC NON ANDRA NEL SENSO SPERATO

La riunione al MiC, cui non parteciperà alcun dirigente della Sogin, non andrà nel senso sperato. Il RUP con una mail del 24 ottobre 2023 riferirà ai colleghi di essersi sentito rispondere che non era possibile far slittare il termine ultimo dell’accordo al 31 dicembre 2026 “in quanto tutti i progetti del PNRR hanno come ultima milestone il 30/06/2026, i restanti sei mesi fino al 31-12-2026 saranno dedicati alla chiusura contabile e verifica nei confronti della Comunità Europea”. Tuttavia, passando “ad analizzare il cronoprogramma confrontandoli con quelli degli altri tre progetti analoghi ai nostri”, a detta sua si erano riscontrati “margini di miglioramento nei tempi destinati alla progettazione”.

Ciononostante, alle rassicurazioni fornite al MiC, sulle azioni messe in cantiere dalla Società, seguirà il perdurare dello stallo. Il destino dei progetti apparirà presto segnato, tra il procedere isolato del RUP e del suo gruppo di lavoro e chi comincerà a sollevare dubbi di varia natura, specie in tema di regimi autorizzativi.

Emblematico, a tal riguardo, lo scambio interno di mail del 18 gennaio 2024 attivato dal RUP in relazione alla richiesta del MIC di ricevere da lì a una settimana il quadro chiaro, dettagliato e definitivo sullo sviluppo degli interventi. Alle ore 11:26 il RUP sottolineava a tutti che specialmente in occasione di un recente incontro avuto con l’ISIN era emerso il concetto di “interferenza” da valutare non solo in senso fisico ma specialmente in vista delle future attività di decommissioning previste nei Piani di Disattivazioni approvati e sollecitava a valutare se il vigente Programma a Vita Intera fosse ancora compatibile con il progetto Recovery Art per Bosco Marengo e Garigliano, evidenziando in quest’ultimo caso che la data di “brown field” era slittata in avanti di 2/4 anni presumendo dunque che la caratterizzazione all’interno del “Magazzino” non potesse essere smontata per giugno 2026 (“La costruzione dei nuovi depositi e la riconversione di quelli esistenti hanno un ritardo quindi potranno andare in interferenza con la realizzazione del nuovo deposito recovery Art”).

La replica del Capo della Centrale del Garigliano è netta: “mi chiedo se dopo 9 mesi siamo ancora in tempo a realizzare le opere”.

Alcuni giorni fa, il 12 giugno 2024, è stato perfezionato l’incarico alla KPMG per un audit interno alla Sogin per l’ambito del “Recovery Art”.

Consultando il relativo documento - che è tra la copiosa mole di atti di interesse pubblico di cui è venuta in possesso AGEEI negli ultimi mesi - si apprende che non verterà sui ritardi e sui vulnus gestionali dell’attuale mandato societario ma andrà a censire la fase genetica degli accordi con il MiC finanziati con risorse assegnate al PNRR.

Non è, questo, l’unico aspetto singolare della faccenda. Perché, proprio leggendo gli ambiti di controllo, emerge che la Sogin di Artizzu ha prima deciso di soprassedere all’esecuzione degli accordi del valore di 40 milioni di euro e solo successivamente alla retromarcia con il MiC, dopo quattro mesi dalla decisione assunta e comunque dopo un anno dall’inizio del mandato, ha inteso promuovere verifiche interne su “eventuali criticità”.

Sogin, contattata da AGEEI per sapere se avesse comunicato tempestivamente al Mic la non fattibilità della misura, ha preferito tacere.

PNRR, SANGIULIANO ‘SALVA’ RECOVERY ART GRAZIE A CASERME CARABINIERI ED ESPRIME DISAPPUNTO A SOGIN PER IL TEMPO PERSO. LE LETTERE

Roma - Pnrr, Sangiuliano recupera tempo perduto dalla Sogin di Artizzu e 'salva' Recovery Art grazie a caserme Carabinieri

Il Mic di Gennaro Sangiuliano 'salva' il Recovery art. Ma senza Sogin. Da quanto apprende AGEEI il ministro dei Beni Culturali è riuscito, in corner, nonostante il tempo perduto a causa del comportamento dell'attuale governance della Sogin - come è emerso dalla documentazione interna di cui AGEEI è venuta in possesso - , a riparare non solo le opere d'arte come previsto dalla misura del PNRR, ma anche la misura stessa che rischiava altrimenti di naufragare.

Sempre da quanto si apprende, le opere d'arte originariamente destinate agli stabilimenti della Sogin di Garigliano e di Bosco Marengo - come da accordi già firmati e come era previsto dai decreti di approvazione - troveranno casa in due caserme dei Carabinieri, una al Sud Italia e una al Nord.

LA CORSA CONTRO IL TEMPO DI SANGIULIANO PER SALVARE IL RECOVERY SENZA LA SOGIN

La corsa contro il tempo intrapresa dall'Amministrazione Sangiuliano a fronte dei ritardi gestionali della Sogin di Artizzu - che più volte aveva sollecitato la Sogin e al quale inizialmente non era stato detto che nello stabilimento deputato ad ospitare le opere d'arte erano state ritrovate 190 tonnellate di scorie radioattive - ha permesso all'Italia di non rinunciare ai fondi del PNRR stanziati per il ricovero delle opere d'arte.

SOGIN, DOPO 12 MESI DA SOTTOSCRIZIONE ACCORDI, AVVERTE IL MIC DELLA NON FATTIBILITA DEL PROGETTO PNRR

La Sogin infatti, comunica - come evidenzia il Mic - la non fattibilità del progetto previsto dal PNRR "a distanza di quasi dodici mesi dalla sottoscrizione degli accordi". Ovvero il 14 febbraio 2024 verbalmente e il 19 febbraio formalmente tramite lettera firmata dall'amministratore delegato Gian Luca Artizzu. Ma - dal verbale di cui è venuta in possesso AGEEI datato 6 settembre del 2023 riferito alla riunione del 4 settembre - la governance, già a conoscenza della non fattibilità del progetto, "concordava" la versione da dare al Mic. Ovvero 5 mesi prima di renderlo noto al ministero di Sangiuliano.

IL VERBALE SOGIN: RITROVATE SCORIE RADIOATTIVE ALL'INTERNO DELLO STABILIMENTO DI BOSCO MARENGO

In un verbale interno alla Sogin datato 7 settembre 2023, emerge come - a seguito del ritrovamento di scorie radioattive all'interno dello stabilimento di Bosco Marengo - venga "concordata" la versione da dare al Mic in merito alla possibilità della Società del nucleare di adempiere agli accordi presi entro i termini previsti. Ovvero: "a causa di stravolgimenti aziendali portati dal cambio vertice si sta definendo una nuova strategia di azione con i nuovi direttori".

VERBALE RIUNIONE SOGIN 6.9.2023

Ma la lettera inviata al Mic per comunicare l'effettivo stato delle cose e dunque l'impossibilità a procedere, è datata 19 febbraio del 2024: "come anticipato nel nostro incontro del 14 febbraio u.s., a seguito di attività di “due diligence” ed alle analisi conseguenti all’insediamento della presente amministrazione, abbiamo preso visione ed analizzato approfonditamente la partecipazione di Sogin S.p.A al piano di “Recovery Art” MIC|MIC_UDCM_SEG_MINISTRO|21/02/2024|0004652-A - Allegato Utente 2 (A02) finalizzato, nel nostro caso, alla messa a disposizione ed adeguamento di spazi all’interno di due dei nostri siti in smantellamento nucleare, per poter essere adibiti a deposito di opere d’arte in caso di calamità naturale e altri servizi connessi, fra cui laboratori di restauro e altre attività", scrive Artizzu. "Dall’analisi effettuata, tuttavia, emergono una serie di difficoltà che ci corre l’obbligo di segnalare alla Vostra diretta attenzione, a quella del MEF, nostro azionista unico, ed al Ministero responsabile dei nostri indirizzi strategici, il MASE".

LETTERA SOGIN AL MIC 19 02 2024

Il Mic risponde immediatamente - manifestando 'disappunto' - a Sogin mettendo in conoscenza il ministero azionista, il Mef di Giancarlo Giorgetti, e il ministero deputato a vigilare sull'operato della Sogin, ovvero il Mase di Gilberto Pichetto Fratin: "merita puntualizzare che la previsione dei predetti interventi nell'ambito della linea di azione 4 dell'investimento 2.4 ha fatto seguito a una proposta avanzata da codesta società [la Sogin -ndr] in sede di predisposizione del PNRR con la quale si assicurava la disponibilità di edifici liberti e decontaminati e, quindi, idonei a essere destinati all'uso..". E poi ancora, da parte del ministero di Sangiuliano: "La stessa formalizzazione degli accordi del marzo 2023 ha fatto seguito a complesse attività di analisi tecnica, amministrativa e giuridica oltreché a numerosi confronti con i competenti uffici del ministero della Cultura nel corso dei quali codesta società ben consapevole dei target dell'investimento 2.4 ha sempre rappresentato la fattibilità degli interventi nei termini imposti dal quadro normativo e programmatico di riferimento del PNRR".

LETTERA MIC A SOGIN, MEF E MASE 28 03 2024

E infine, scrive sempre il Mic in risposta ad Artizzu e al Mase e al Mef: "in ragione di quanto sopra non può pertanto non esprimersi disappunto in merito alla circostanza che solo con la nota in oggetto, a distanza di quasi dodici mesi dalla sottoscrizione dei citati accordi, codesta società [...] ha rappresentato l'impossibilità di garantirne la realizzazione entro la scadenza del 30 06 2026".

"Ciò considerato, nel prendere necessariamente atto della tardiva rivalutazione della non fattibilità degli interventi, si comunica che questa Amministrazione porrà in essere gli atti consequenziali alla richiesta formalizzata con la nota in oggetto di 'soprassedere alla esecuzione' degli accordi già sottoscritti tra il ministero della Cultura e codesta Società facendo in ogni caso salva la responsabilità di quest'ultima per l'eventuale impossibilità di garantire, tramite l'individuazione e il finanziamento di altri interventi, il raggiungimento dei target dell'investimento 2.4 Linea d'azione 4".

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