Roma - Giuseppe Bono aveva o no i requisiti per essere nominato a capo del “Regolatorio, Istituzioni e Comunicazione” della Sogin?
Il governo è stato chiamato a rispondere alla Camera in merito a questioni Sogin, ma non detto cose corrispondenti a quanto emerge dai documenti. Perché la stessa Sogin ha inviato una lettera al Mase - il proprio ministero vigilante - con notizie non corrispondenti alle carte. E, se il viceministro non poteva sapere, l'Amministratore delegato Sogin e il diretto interessato sapevano. E lasciavano traccia con missive.
Riguardo alla nomina di Giuseppe Bono alla guida della direzione “Regolatorio, Istituzioni e Comunicazione” della Sogin quanto dichiarato in audizione dal viceministro Mase Vannia Gava sembrerebbe non corrispondere a quanto emerge invece dalle carte interne Sogin e di cui lo stesso Bono e l'attuale amministratore delegato Gian Luca Artizzu erano a conoscenza.
E, sempre dalla documentazione acquisita da AGEEI, emerge che ad indurre il viceministro a dichiarazioni non corrispondenti a quanto emerge dai documenti interni della stessa Società sia stata proprio la Sogin tramite invio di lettera scritta trasmettendo tutte le informazioni richieste per mettere Vannia Gava nelle condizioni di poter rispondere con esattezza alla Camera.
Bono ha lavorato in Sogin dal 2011 al 2014 (con inquadramento inizialmente di Quadro e successivamente di Quadro direttivo) prima di essere trasferito al GSE dove era addetto senza incarichi alla Cassa Conguaglio per il settore elettrico. A pochi giorni dal proprio insediamento, lo scorso agosto, nella Società al 100% in mano al Mef e vigilata dal Mase, l'amministratore delegato Gian Luca Artizzu in poche settimane ha disposto prima la riacquisizione di Bono (dopo 10 anni dalla sua uscita) e poi lo ha designato alla guida del Regolatorio.
Il successivo 14 novembre, con un’interrogazione parlamentare indirizzata al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai Ministri Gilberto Pichetto Fratin e Giancarlo Giorgetti, il gruppo Pd della Camera dei Deputati chiedeva che fossero effettuate le doverose verifiche sull’operato e sugli atti adottati da Artizzu a favore di Giuseppe Bono, con attenzione dedicata anche ai maggiori costi che ne sono derivati e al mancato ricorso alle risorse interne all’azienda.
Sulla questione, intervenendo lo scorso 31 gennaio in Commissione Ambiente alla Camera a dare spiegazioni è stata il Viceministro all’Ambiente Vannia Gava, che sul conto di Bono ha in particolare dichiarato che ne “è comprovata la sussistenza di esperienza professionale a garanzia di conoscenza delle tematiche trattate e dei vari ambiti aziendali” e che “le conoscenze e competenze acquisite appaiono pertinenti e utili allo svolgimento dell’attuale incarico, tra le responsabilità ad esso connesse vi è anche la gestione dei rapporti con gli organismi di regolazione in particolare Arera anche in relazione alla remunerazione dell’attività istituzionale riguardante il decommissioning, la localizzazione e realizzazione del parco tecnologico e del deposito nazionale”.
Ma la lettera firmata e inviata a Gava da Artizzu sembra essere smentita, nei contenuti, dai documenti interni Sogin di cui è venuta in possesso AGEEI: la missiva che il 19 febbraio del 2021 uno studio legale romano aveva inviato all’A.D. del tempo e allo stesso Gian Luca Artizzu - che oggi lo ha nominato in qualità di Amministratore delegato - che all'epoca ricopriva proprio il ruolo del Capo del Personale.
Si tratta del documento ufficiale predisposto e trasmesso in nome e per conto di Bono in seguito alle interlocuzioni che si erano avute qualche tempo addietro in merito all’ipotesi di un suo rientro in azienda, che alla fine non sarà mai avallato e disposto né dal CdA 2019-2022 né dai Commissari nominati da Mario Draghi.
Sembra emergere dalla lettera, a partire dallo stesso Bono che scrive all'allora Ad Fontani - e ad Artizzu che legge per competenza - che un suo eventuale ritorno può essere preso in considerazione solo a parità di trattamento economico e normativo.
A fronte di tale documentazione, pertanto, un ‘upgrade’ stipendiale e di status interno eventualmente riconosciuto a Bono, che corrisponde a quanto stigmatizzato dai parlamentari interroganti del PD e su cui la Gava non si è soffermata, creerebbe un vulnus difficile da sanare.
La lettera inviata per conto dello stesso Bono alla Sogin, richiama l’expertise professionale di Bono, accreditato come soggetto che opera da oltre vent’anni nel settore delle relazioni esterne e istituzionali. Non vi è alcuna traccia in merito ad esperienze di gestione Regolatoria.
Dunque sembrerebbe che le condizioni di rientro in Sogin abbiano superato le aspettative del diretto interessato, che dopo aver lavorato per anni nell’ambito dei rapporti istituzionali e della comunicazione, diventa la figura più adeguata - preferita anche agli interni - a ricoprire un ruolo di responsabilità per il settore della gestione dei rapporti con gli organismi di regolazione in particolare Arera.
AGEEI ha chiesto informazioni alla Sogin se avesse documentazione che attestasse quanto dichiarato dal viceministro in merito alla nomina di Giuseppe Bono e se l'amministratore delegato Artizzu fosse a conoscenza di ulteriori dettagli nel merito. Ma Sogin non ha risposto.
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