Erano stati incaricati dal vertice della Sogin nel 2021 di fare verifiche interne sugli appalti degli ultimi dieci anni riferiti al deposito nazionale delle scorie nucleari e a distanza di tempo sono stati destinatari di sanzioni disciplinari dalla gestione dell’AD Gian Luca Artizzu.
Contattato da AGEEI per rendere chiarimenti, il MEF (azionista unico) prende le distanze dall’attuale governance aziendale sulla vicenda e rimanda la palla al MASE: "il ministro Giorgetti non è informato della situazione. Il Ministro non entra nel merito delle decisioni delle partecipate e in questo caso la competenza su Sogin (compresa la nomina) è più del Mase che del Mef" fanno sapere da via XX Settembre.
I dipendenti presi oggi di mira avevano operato nello stesso ambito per il quale la Procura di Roma, a seguito delle concomitanti indagini della GDF, ha accertato una massiccia e reiterata disapplicazione delle regole di settore trasmettendo il fascicolo delle indagini alla Corte dei Conti. Mentre l’Anac, nel bocciare il passato, ha accreditato e tenuto conto delle azioni interne di self cleaning che l’azienda aveva messo in campo nell’ultimo periodo.
Appena un anno fa, il 31 marzo 2023, l’attuale sottosegretario del MEF Lucia Albano, audita alla Camera, aveva illustrato per il caso specifico il quadro degli accertamenti svolti dalle Autorità amministrative e dalla polizia giudiziaria lodando le attività interne promosse dalla Società, che è interamente partecipata dal MEF di Giancarlo Giorgetti (unico azionista) e vigilata dal MASE di Gilberto Pichetto Fratin.
Nel frattempo, il Partito Democratico ha annunciato un'interrogazione parlamentare ai due ministri competenti, Giorgetti e Pichetto Fratin, per "fare chiarezza su quello che succede in Sogin". "La maggioranza - dichiarano Di Sanzo, D'Alfonso, Simiani, Peluffo, Laus e Fornaro in una nota - spieghi se è vero che c'è stata 'pulizia' dei dirigenti non graditi al Governo" chiedendo ancora spiegazioni riguardo "le ragioni della decisione di riassumere Giuseppe Bono con ruoli di responsabilità".
Già le sigle sindacali interne Cgil, Cisl e Uil avevano manifestato, con un’apposita nota congiunta, le proprie preoccupazioni e perplessità “in merito a contestazioni disciplinari rivolte a dei colleghi della sede centrale di via Marsala, relative a delle attività da loro svolte nell’ambito di un gruppo di lavoro istituito nel 2021 dall’allora Amministratore Delegato di Sogin. Perplessità derivanti dal fatto che le argomentazioni prodotte da Sogin, nelle contestazioni sollevate, colpiscono dopo diversi anni, colleghi che hanno partecipato ad un’attività istituita dall’Azienda”.
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