Energia17 Marzo 2022 14:43

Per S&P Global Ratings business a rischio per le utility Ue con il piano REPower Eu

È “improbabile” che l’azione di riduzione intrapresa dalla Commissione europea per ridurre drasticamente le importazioni di gas e petrolio dalla Russia “finisca bene per gli attori europei del gas, soprattutto a causa del fatto che altre fonti di gas non possono sostituire i grandi volumi dalla Russia”. È quanto emerge da un rapporto pubblicato oggi dal titolo "Europe's Exit From Russian Gas: 10 Questions On Utilities” di S&P Global Ratings.

Secondo l’agenzia di rating “alcuni settori industriali ad alta intensità energetica come i fertilizzanti, l'acciaio e la carta potrebbero affrontare chiusure temporanee di impianti, ostacolando la crescita del PIL della zona euro, con un potenziale effetto a catena sulle utility”. Inoltre il piano RePowerEu lanciato da Bruxelles lo scorso 8 marzo “per quanto sia essenziale per la sicurezza energetica dell'Europa, potrebbe non essere facile da attuare. La produzione di gas in Europa è in declino strutturale da anni. Ci sono fonti limitate di gas a livello globale e la fornitura è in ritardo a causa di investimenti insufficienti, mentre l'espansione della capacità di rigassificazione richiederà tempo. In aggiunta, la maggior parte della produzione mondiale di gas naturale liquefatto è attualmente bloccata in contratti a lungo termine non destinati all'Europa, ed è improbabile che ci siano grandi incrementi di fornitura prima del 2025-2026”, ha spiegato S&P Global Ratings.

Il report evidenzia poi come la decisione di abbandonare il gas russo porterà a una riduzione dell’utilizzo del combustibile nel prossimo decennio “mentre in precedenza ci aspettavamo che i volumi di gas rimanessero piatti o diminuissero leggermente in quel periodo rispetto ai livelli del 2019 – ha precisato S&P Global Ratings -. Con volumi di gas più bassi e la volontà dell'Ue di accelerare il passaggio al riscaldamento elettrico, crediamo che i modelli di business di alcune reti di infrastrutture del gas potrebbero dover evolvere”.

Allo stesso tempo, l’agenzia di rating crede che l'Ue “porterà avanti progetti sul gas decarbonizzato, come l'idrogeno e il biometano, che potrebbero stimolare gli investimenti in nuove infrastrutture più velocemente di quanto attualmente previsto. Questo potrebbe avvantaggiare gli operatori della rete del gas, nella misura in cui questi investimenti siano effettivamente sviluppati e ci sia un quadro normativo favorevole. Un altro fattore chiave per la qualità del credito degli operatori del gas è la loro capacità di affrontare l'headroom del bilancio mentre gestiscono un picco di investimenti nei prossimi anni. In questa fase, vediamo ancora più lati negativi che positivi per le reti di infrastrutture del gas classificate e - in tutti i casi - una crescente incertezza riguardo alla sostenibilità a lungo termine dei loro modelli di business”.