Energia17 Luglio 2023 12:24

Nucleare, archiviata indagine Procura Roma vs Giuseppe Zollino, responsabile Energia di Azione e consigliere Cingolani. Ma inquirenti passano tutto alla Procura Corte dei Conti

È stata archiviata, da quanto ha potuto visionare AGEEI, l'indagine della Procura della Repubblica di Roma nei confronti di Giuseppe Zollino, responsabile Energia di Azione e già consigliere di Roberto Cingolani ministro con il quale ha scritto il libro "Riscrivere il futuro" presentato il 31 maggio scorso. Anche se tutta la faccenda e le carte relative alla vicenda riguardante la campagna informativa Sogin, sono state inviate dagli inquirenti alla Procura della Corte dei Conti a cui ora, passa la palla.

Si tratta dell'indagine che ha avuto come oggetto "una serie di irregolarità ravvisate nella gestione delle spese da parte di Sogin nonché le anomalie venute in evidenza in relazione all'espletamento di una serie di gare pubbliche" e che ha portato al licenziamento di 4 dirigenti. Licenziamenti sui quali Daniela Ruffino, proprio di Azione, aveva fatto un'interrogazione parlamentare lo scorso 10 gennaio.

In sostanza l'attività di comunicazione - che ha visto tra i soggetti beneficiari di affidamenti diretti senza gara anche il Gruppo Cairo e RCS/Corriere della Sera, cioè proprio gli organi di stampa da cui lo scorso 3 luglio sono partiti degli 'attacchi' nei confronti del management che, tra gli altri, ha denunciato il fatto e perseguito l'operazione di self cleaning - avviata prima del nulla osta ministeriali come previsto per legge e prima della pubblicazione della Cnapi.

Una decisione, quella di anticipare comunque la campagna di comunicazione con relative spese, presa - si legge negli incartamenti della Procura - dall'allora presidente Giuseppe Zollino e da Federico Colosi, già direttore della Direzione Relazioni Esterne di Sogin Spa e a capo della direzione richiedente dell'appalto in comune accordo con Fabio Chiaravalli. Entrambi tra i quattro dirigenti licenziati gli scorsi mesi.

Una decisione inoltre, si legge ancora, assunta in contraddizione con quanto rappresentato anche in Cda dove era stata richiesto il nulla osta dei gabinetti di Mattm e Mise. Non solo: anche l'amministratore delegato pro tempore Riccardo Casale, dal 19 gennaio 2023 Ad di Ansaldo Nucleare, aveva manifestato dubbi e perplessità ma i dirigenti competenti al tempo e poi licenziati, non solo avevano omesso di effettuare i successivi controlli sulle procedure di gara, ma - emerge dalle indagini - avevano favorito al contrario gli incontri con i creativi della società di comunicazione (cui avevano preso parte i responsabili degli Uffici Relazioni Esterne e Deposito Nazionale) ancora prima della conclusione dell'iter di gara e della stipula del contratto tra la società e Sogin Spa.

Per un totale di oltre tre milioni di euro.

Tanto che proprio Casale scriveva, il 17 giugno del 2015, che riteneva l'incontro "imprudente" e, annunciando che non vi avrebbe partecipato, specificava: "sconsiglio vivamente che l'incontro si tenga".

In questo procedimento, risultava altresì imputata a Mariano Scocco, ex dirigente della Funzione Legale e societario e quarto dipendente licenziato, la mancata adozione di misure per contrastare le bad practices e l'omessa custodia della documentazione relativa alle gare. Condotta che avrebbe favorito la realizzazione delle procedure relative alla gara.

Arera, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, aveva avviato un'istruttoria il 5 gennaio 2021 ai fini del riconoscimento dei costi sostenuti da Sogin fino al 31 dicembre 2020 avvalendosi del Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza.

Proprio le Fiamme Gialle avevano avviato le indagini comunicando notizia di reato per turbativa d'asta ma l'Autorità giudiziaria ha poi riqualificato il reato in abuso d'ufficio.

L'inchiesta si ferma qui perché dall'inizio delle indagini è cambiato il diritto vivente in ordine all'applicazione della norma incriminatrice e - come viene riportato - si sarebbe comunque fermata per via della prescrizione dato che i fatti risalgono al 2015.

In ogni caso è stata disposta l'archiviazione del procedimento. Ma la palla passa ora alla Procura della Corte dei Conti "affinché - si legge - possano effettuare le valutazioni di competenza".

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