automotive9 Aprile 2024 16:53

Materie prime critiche, Ispra: Italia ha il litio ma prezzo crollato per sovrapproduzione e mancato boom auto elettriche

Il litio è sicuramente una delle materie prime critiche che hanno buone potenzialità in Italia. Nel Lazio sono stati concessi diversi permessi di ricerca. Come ricorda Fiorenzo Fumanti, geologo dell’Ispra ad AGEEI, “è dal 1980 che si sa che le acque, i fluidi geotermici presenti nel Lazio a 1400 metri di profondità contengono questi materiali. Nei fluidi che vengono utilizzati nella geotermia. Il problema del Lazio e di quei fluidi è che sono talmente ricchi di sali, e principalmente di litio, che intasavano tutte le tubature”. Per questo negli anni Ottanta, dopo aver perforato una serie di pozzi intorno al lago di Bracciano, ENEL ha deciso di lasciar perdere perché non era ritenuto utile per lo scopo di allora, cioè l’energia geotermica. Quindi i pozzi sono rimasti chiusi. Però negli ultimi anni prima gli americani e poi gli australiani, che ci stanno investendo tantissimo, si sono accorti che nei fluidi geotermici possono essere presenti quantitativi molto elevati di litio. Quindi hanno cominciato a investire e a sviluppare tecnologie di estrazione “che potrebbero essere applicate in Italia”, fa notare Fumanti. In California c’è un’ampia area denominata Salton Sea, che è un vecchio lago prosciugato, in cui hanno scoperto queste brine geotermiche da cui si sta estraendo il litio.

Gli australiani, invece, “hanno fatto una prima sperimentazione nella valle del Reno, in Alsazia, dove hanno creato un impianto e hanno cominciato a produrre il litio. Poi si sono spostati in Italia anche grazie ai dati esistenti di proprietà Enel”. Gli australiani, quindi, hanno acquisito i dati dell’Enel, “che adesso è entrata in joint venture con loro”. La joint venture cui fa riferimento lo scienziato Ispra è quella tra Enel Green Power e Vulcan Energy. Si è dunque nella fase della ricerca, ma l’estrazione “teoricamente è semplice: si pompano i fluidi, li si fa passare attraverso un macchinario apposito con dei filtri che separano le acque dai sali e poi si recuperano i sali. Le acque vengono poi reiniettate nella stessa falda, quindi non si ha praticamente nessun impatto. Il tutto avviene in un capannone, quindi con un impatto anche visivo estremamente limitato”.

Il punto, rimarca Fumanti, è che la fase di ricerca è essenziale perché bisogna valutare la fattibilità economica dell’attività. E occorre valutare qual è “il metodo migliore per pompare queste acque, se l’elevata salinità provoca danni agli impianti, verificare la densità ecc.”. Alla fine del permesso di ricerca, della durata di due anni, sicuramente “passeranno direttamente alla richiesta di concessione”.

Un fattore essenziale, nel caso del litio, però, sono “le condizioni di mercato”. Il litio, dichiara lo scienziato dell’Ispra, “era salito alle stelle più o meno fino all’estate scorsa, poi ha avuto un rapido decremento ed è tornato a livelli piuttosto bassi”. Questo perché c’è stata una sovrapproduzione: “A un certo punto si sono messi a cercare litio da tutte le parti”, segnala Fumanti. Allo stesso tempo, “le previsioni per lo sviluppo delle auto elettriche non sono state così ottimistiche come si pensava e quindi adesso c’è una sovrapproduzione e una minor richiesta da parte dei costruttori, quindi il prezzo è crollato”.

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