Politica2 Marzo 2022 16:57

La Ue pronta ad abbandonare il gas russo: ecco come. La bozza Ue

Come diversificare le fonti di approvvigionamento europee ponendo fine alla dipendenza dal gas russo? La Commissione europea presenterà ufficialmente il suo piano il prossimo 8 marzo ma nella bozza di comunicazione visionata, Bruxelles ha lanciato l’allarme “in particolare per quanto riguarda il gas, dove dipendiamo dalle importazioni per il 90% del nostro consumo e la Russia controlla oltre il 40% delle consegne nell'Ue. Questa dipendenza ha aggravato l'attuale situazione di prezzi elevati dell'energia, che continua ad avere un impatto sulle famiglie e le imprese europee”, si legge nel documento europeo.

Purtroppo, prevede l’Ue “i prezzi del gas e dell'elettricità rimarranno alti e volatili almeno fino al 2023” e per questo è necessario un "nuovo patto energetico" per aumentare soprattutto l'energia rinnovabile in tutto il Vecchio Continente.

Nel breve termine l’azione punta sul Gnl: "La Commissione continuerà a rafforzare i dialoghi internazionali con i nostri partner, basandosi sull'attuale quota dell'UE nell'approvvigionamento globale di GNL di circa il 15%. Per quanto riguarda specificamente le forniture di GNL, la Commissione e l'HRVP discuteranno con i principali acquirenti mondiali di gas (Giappone, Corea del Sud, Cina, India) le aspettative sullo sviluppo del mercato a medio termine, al fine di evitare in futuro pratiche di mercato conflittuali, che fanno aumentare il prezzo delle forniture energetiche per tutti”, sottolinea la comunicazione Ue.

La seconda azione riguarda un ‘Nuovo patto per l'energia’: “Per anticipare i benefici dell'European Green Deal in termini di sicurezza dell'approvvigionamento e ridurre la nostra dipendenza da un fornitore dominante per le importazioni di gas naturale, il New Energy Compact aumenterà le energie rinnovabili in Europa mobilitando ulteriori investimenti, rimuovendo gli ostacoli allo sviluppo delle energie rinnovabili e consentendo ai consumatori di svolgere un ruolo attivo nel mercato energetico”.

Tra le misure previste Bruxelles vuole, tra le altre cose, utilizzare le entrate aggiuntive dell'ETS per lo sviluppo delle energie rinnovabili. E chiedere agli Stati membri di astenersi da misure fiscali che mirano a rendite elevate. Ma anche a semplificare le procedure amministrative troppo complesse “identificate come uno dei principali ostacoli agli investimenti nelle energie rinnovabili” ad esempio designando “aree limitate e chiaramente definite come particolarmente adatte allo sviluppo delle energie rinnovabili (aree FER "go-to"), evitando il più possibile le aree di valore ambientale”.

Anche l’efficienza energetica avrà un posto speciale: “I maggiori e più convenienti guadagni in termini di risparmio energetico possono essere raggiunti nel riscaldamento e nella ristrutturazione degli edifici. La Commissione invita i colegislatori ad approvare rapidamente la proposta della Commissione per la direttiva sull'efficienza energetica e la revisione della direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia, che consentirebbe di risparmiare 17 miliardi di metri cubi di gas entro il 2025”, si legge nella bozza di comunicazione.

Per il resto si chiede di aumentare l’uso di biogas (la Commissione raccomanda di produrre 35 miliardi di metri cubi di biogas entro il 2030 e chiede agli Stati membri di incanalare i finanziamenti della politica agricola comune verso la produzione di biogas da fonti di biomassa sostenibile attraverso i loro piani strategici nazionali e di utilizzare altri fondi disponibili) e di accelerare la diffusione dell'idrogeno rinnovabile, (completando il quadro normativo valutando i primi progetti importanti di interesse comune europeo (IPCEI) sull'idrogeno entro la fine del primo semestre 2022). Mentre sull’idrogeno verde si sosterranno progetti pilota, “iniziando con un partenariato mediterraneo” e con uno “Strumento europeo globale per l'idrogeno per aumentare l'accesso degli Stati membri all'idrogeno rinnovabile a prezzi accessibili e presenterà questa iniziativa nella strategia internazionale di impegno energetico nel maggio 2022”.

Infine, per evitare problemi futuri con gli stoccaggi europei di gas “lo stoccaggio medio in Europa dovrebbe essere almeno dell'80% entro il 30 settembre 2022”, per raggiungere il quale si stanno valutando misure di obbligo per i vari Stati.

QUI LA BOZZA Di COMUNICAZIONE UE