Energia24 Marzo 2022 09:51

Il gas russo arriva ma il Consiglio Ue vuole staccare la spina. L’Italia punta sui rigassificatori?

Il colosso energetico russo Gazprom ha confermato che continuerà a fornire gas naturale all'Europa attraverso l'Ucraina in linea con le richieste dei consumatori europei. La società ha precisato che le richieste sono pari a 104 milioni di metri cubi per il 24 marzo, in calo rispetto ai 106,5 milioni di metri cubi del giorno precedente, sottolinea Reuters.

Intanto si attende il vertice dei leader europei in programma oggi e domani che dovrà decidere sugli acquisti congiunti di gas, la riduzione della dipendenza dalla Russia, la realizzazione di un ‘ammortizzatore’ contro gli shock dell’offerta, anche se appare improbabile una sanzione contro gli idrocarburi russi.

In una bozza delle conclusioni del vertice visionata da Reuters, i leader acconsentiranno a "lavorare insieme all'acquisto congiunto di gas, Gnl e idrogeno" prima del prossimo inverno e coordineranno le misure per riempire lo stoccaggio del gas.

La Commissione europea ha dichiarato di essere pronta a condurre i negoziati per unire la domanda e cercare gas prima del prossimo inverno, seguendo un modello simile a quello utilizzato per l’acquisto di vaccini COVID-19.

Bruxelles mira anche a raggiungere un accordo con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che parteciperà al vertice, per assicurarsi ulteriori forniture di gas naturale liquefatto degli Stati Uniti per i prossimi due inverni.

Anche l’Italia punta ad aumentare la propria potenza di fuoco nella rigassificazione: al momento può disporre di tre impianti: uno a terra a Panigaglia (La Spezia) e due in mare, a Livorno e a Porto Viro (Rovigo).

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha ammesso nei giorni scorsi che si potrebbero realizzare nuovi impianti o tradizionali o galleggianti, per il quale l’Italia è già alla ricerca: il governo ha infatti chiesto a Snam di acquisire un’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione e di noleggiarne un’altra anche se c’è da scontare una certa competizione a livello internazionale.

Secondo il Corriere della Sera, invece, i nuovi rigassificatori tradizionali potrebbero sorgere a Gioia Tauro, in Calabria, e a Porto Empedocle in Sicilia. Si tratta di progetti pensati da anni ma mai realizzati e che comunque richiedono procedure autorizzative molto lunghe.

Il terminale di Gioia Tauro potrebbe trattare 12 miliardi di metri cubi di gas liquefatto al giorno. Secondo l’amministratore delegato di Sorgenia, Gianfilippo Mancini, “se le autorità decideranno di velocizzare le cose, l’impianto potrebbe essere pronto in quattro anni”, ha detto a Reuters.

Il progetto siciliano potrebbe essere leggermente più piccolo, e in grado di rigassificare 8 miliardi di metri cubi di Gnl l’anno.