Energia31 Marzo 2022 11:14

I rilievi di Arera sul Fit for 55 Ue: la memoria dell’Authority

Sulla Red II è “essenziale assicurare la coerenza del quadro normativo in fase di definizione e garantire un sistema che sia trasparente e sufficientemente flessibile in modo da essere agevolmente applicato alle diverse caratteristiche dei sistemi elettrici europei, al fine di promuovere la concorrenza nella produzione di idrogeno da fonti rinnovabili fra diversi sistemi europei”. Mentre la proposta di un obbligo per ciascun Stato membro di concordare almeno un progetto di cooperazione trans-frontaliero nel settore delle rinnovabili entro il 2025 “non è utile” “senza alcuna previsione in tema di analisi costi-benefici”. È quanto si legge nella memoria di Arera per la Commissione Ambiente della Camera sul pacchetto di proposte della Commissione Ue sul “Fit for 55”

I rilievi dell’Authority si concentrano poi sull’obbligo per gli operatori di rete di fornire agli operatori di mercato informazioni sulla quota di energia rinnovabile e sul contenuto di carbonio dell’energia oraria fornita in ogni zona di offerta il più possibile vicino al tempo reale che secondo Arera “non è attuabile” se non a livello nazionale. Mentre sugli sugli attivi di stoccaggio e di bilanciamento che non discriminino la partecipazione di sistemi di stoccaggio piccoli e/o mobili al mercato dei servizi di flessibilità, di bilanciamento e di stoccaggio, “la regolazione italiana – attualmente, tramite la partecipazione ai progetti pilota, e, in prospettiva, mediante la riforma del Testo integrato per il dispacciamento elettrico (TIDE) – già assicura l’accesso non discriminatorio ai mercati dell’energia”.

Sulla proposta di rifusione della direttiva sulla efficienza energetica (EED) Arera ha invece evidenziato il “sostanziale rafforzamento del principio ‘energy efficency first’ in riferimento allo sviluppo delle infrastrutture di gas e di elettricità” con l’obbligo di “sviluppare metodologie e orientamenti mirati all’efficienza energetica nei metodi di analisi costi-benefici, nonché di tenere in debita considerazione tale principio per la verifica, l’approvazione, e il monitoraggio degli investimenti” limitando la possibilità per i gestori dei sistemi di trasmissione e di distribuzione “di compensare le perdite di rete evitabili tramite le tariffe praticate ai clienti finali”.

Per quanto riguarda il tema del rafforzamento del sistema per lo scambio delle quote di emissioni (ETS EU) e l’Istituzione del Fondo sociale per il clima “la sostenibilità economica del processo di decarbonizzazione tramite un deciso rafforzamento e un’estensione del sistema EU ETS a nuovi settori andrà attentamente calibrato alla luce della crisi energetica in essere”, ha avvertito Arera che nella memoria valuta “positivamente la proposta della Commissione europea di utilizzo da parte degli Stati membri della totalità dei proventi delle aste per interventi legati alla questione climatica e per fornire un supporto finanziario per far fronte alle problematiche sociali dei nuclei a basso reddito.

Tra l’altro, ha proseguito Arera “non si evidenziano al riguardo segnali che lascino intravedere un ribasso del prezzo, che ha raggiunto nella prima metà di febbraio 2022 valori prossimi a 100 €/MWh – sono in aumento anche i proventi derivanti dalla messa all’asta delle quote nella disponibilità dello Stato italiano (per il 2021 si stimano, a prezzi attuali, proventi dell’ordine di 1,8 e 2,5 miliardi di euro a fronte di 1,2-1,4 miliardi di euro registrati tra il 2018 ed il 2020). Ciò offre – in uno scenario come quello attuale che, verosimilmente, richiederà ulteriori interventi compensativi – uno strumento versatile con significative risorse aggiuntive come del resto, ricorda l’Authority, ha fatto la Commissione Ue con il “REPower EU” visto che il sistema ETS EU ha generato, dal 1º gennaio 2021 al 28 febbraio 2022 30 miliardi di euro.

Su questo punto, l’Autorità ha evidenziato tra l’altro l’opportunità di valutare che “una parte di tali proventi sia strutturalmente destinata alla copertura dei costi di incentivazione delle fonti rinnovabili, alleggerendo la pressione sulle tariffe elettriche, soprattutto nel contesto attuale segnato da forti rincari”.

Infine per quanto concerne il settore auto, l’Autorità considera “opportuno sviluppare politiche di smart charging orientate anche alla ricarica in luoghi privati e sistemi di partecipazione delle infrastrutture di ricarica ai servizi di dispacciamento (non solo nella più complessa modalità V2G ma anche in modalità V1G, ovvero con flusso energetico monodirezionale verso il veicolo ma soggetto, comunque, a capacità di controllo). Mentre sulle emissioni di CO2, visto che “comporteranno una notevole crescita dei veicoli circolanti alimentati a energia elettrica e questo si rifletterà nei piani di sviluppo delle reti di distribuzione che gli operatori delle stesse reti devono mettere a punto” l’Autorità ha ricordato che “è impegnata nella definizione dei criteri per rendere tali piani un vero strumento di efficientamento della spesa di investimento, data anche la possibilità di fornire stimoli alla localizzazione delle stazioni di ricarica più impattanti verso punti della rete esistente con buona capacità disponibile (hosting capacity)”.

LA MEMORIA COMPLETA