Energia4 Aprile 2022 10:31

Da Gazprom ancora gas all’Europa ma la Russia rilancia sul rublo

La Slovacchia unita con l’Europa contro i pagamenti in valuta russa, ExxoMobil esce dal territorio russo e abbandona i progetti di Sakhalin e Far East

Nonostante il conflitto in corso tra Russia e Ucraina, il colosso energetico statale russo Gazprom ha dichiarato che continuerà a fornire gas naturale all'Europa attraverso l'Ucraina, in linea con le richieste dei consumatori europei.

GAZPROM CONFERMA VOLUMI DI GAS ANCHE PER OGGI

La società, si legge su Reuters, ha affermato che le richieste si sono attestate a 108,3 milioni di metri cubi per il 4 aprile, alla pari dei volumi del giorno precedente.

IL CREMLINO RILANCIA: PAGAMENTI IN RUBLI ANCHE PER ALTRI BENI

Il Cremlino non demorde però sul pagamento in rubli per il gas (tramite l’intermediazione di Gazprombank) e ha ribadito che si tratta del prototipo che il Paese estenderà anche ad altre grandi esportazioni in concomitanza con le mosse dell’Occidente che ha di fatto suggellato il declino del dollaro Usa congelando i beni russi, ha sottolineato sempre Reuters.

“È il prototipo del sistema”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov alla televisione di stato russa Channel One a proposito del sistema di pagamento del rublo per il gas. “Non ho dubbi che sarà esteso a nuovi gruppi di merci”, ha detto Peskov senza però fornire tempistiche.

LA SLOVACCHIA CONFERMA IL PATTO CON L’EUROPA

Intanto anche la Slovacchia, ha assicurato che agirà all’unisono con l’Unione europea contro le richieste di pagamento in rubli del gas russo. In precedenza nel paese dell’Est si era sollevato il problema dell’approvvigionamento di combustibile. Il ministro dell’Economia Richard Sulik aveva affermato che il Paese avrebbe lavorato insieme all’Europa sul fronte russo, ma che la Slovacchia non si sarebbe potuta permettere di essere tagliata fuori dai flussi di gas russi e se avesse dovuto pagare in rubli lo avrebbe fatto. Il primo ministro Eduard Heger ha però ribadito domenica a sera in un post su Facebook che “l’unità è fondamentale” in momenti di crisi come questi e che anche la Slovacchia non avrebbe accettato di pagare in rubli, si legge su Reuters.

PER EXXONMOBIL ADDIO ALLA RUSSIA

Intanto ExxonMobil ha sospeso il suo progetto di gas naturale liquefatto nell'Estremo Oriente russo, ha riferito l'agenzia di stampa Interfax secondo quanto affermato da Reuters, dopo che l'azienda ha annunciato l'intenzione di lasciare il Paese a seguito delle sanzioni occidentali.

ExxonMobil ha dichiarato il mese scorso che avrebbe abbandonato le sue operazioni petrolifere e di gas russe, per un valore di oltre 4 miliardi di dollari, e interrotto i nuovi investimenti proprio in virtù delle sanzioni contro la Russia sull'Ucraina.

La decisione vedrebbe Exxon ritirarsi dalla gestione di grandi impianti di produzione di petrolio e gas sull'isola di Sakhalin, nell'estremo oriente russo, e mettere in dubbio il destino di un altro impianto GNL che stava pianificando nel paese: si tratta del progetto Far East Liquefied Natural Gas (GNL) con una capacità annua di oltre 6 milioni di tonnellate come parte del consorzio Sakhalin-1 guidato dal gigante energetico russo Rosneft.