News1 Marzo 2022 10:32

Consumi, Istat: Inflazione accelera (+5,7%) spinta da aumenti energia e beni alimentari

Secondo le stime preliminari, nel mese di febbraio 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,9% su base mensile e del 5,7% su base annua (da +4,8% del mese precedente).

L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +38,6% di gennaio a +45,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +22,9% a +31,3%), e in misura minore ai prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +2,2% a +3,2%) sia non lavorati (da +5,3% a +6,9%); i prezzi dei Beni energetici regolamentati, anche nel mese di febbraio, risultano quasi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (+94,4%; era +94,6% a gennaio).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,5% a +1,7% e quella al netto dei soli beni energetici da +1,8% a +2,1%.

Su base annua accelerano in misura ampia i prezzi dei beni (da +7,0% a +8,6%) e di un solo decimo di punto quelli dei servizi (da +1,8% a +1,9%); si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -5,2 punti percentuali di gennaio a -6,7).

Accelerano sia i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +3,2% di gennaio a +4,2%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,3% a +5,4%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+8,3%) e in misura minore dei Beni alimentari non lavorati (+1,7%), degli Alimentari lavorati e dei Beni durevoli (entrambi +0,5%).

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +4,3% per l’indice generale e a +1,3% per la componente di fondo.

Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,8% su base mensile e del 6,2% su base annua (da +5,1% di gennaio).

A venti anni dall’introduzione dell’euro, l’Istat aggiorna, con le stime preliminari di febbraio dell’Italia e i dati di gennaio degli altri paesi dell’UE, l’approfondimento (cfr. pagine 8-9) sull’andamento dei prezzi al consumo dal 2001 (ultimo anno di circolazione della lira) a oggi, già diffuso con le stime preliminari di gennaio.

Il commento -Istat

A febbraio, per l’ottavo mese consecutivo, l’inflazione accelera, raggiungendo un livello (+5,7%) che non si registrava da novembre 1995. Sono i prezzi dei Beni energetici non regolamentati a spingere in alto la crescita, seguendo la fiammata di gennaio degli energetici regolamentati (insieme, le due componenti spiegano due terzi della variazione tendenziale dell’indice NIC). Intanto, le tensioni inflazionistiche si propagano, in particolare ai Beni alimentari, i cui prezzi accelerano di oltre un punto, trascinando oltre il 4% anche la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”. L’inflazione della componente di fondo (al netto di energetici e alimentari freschi) sale, portandosi a +1,7%.

NUOVA ACCELERAZIONE DELL’INFLAZIONE A FEBBRAIO

A febbraio, secondo le stime preliminari, l’accelerazione tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo NIC (da +4,8% a +5,7%) si deve ai prezzi dei beni (la cui crescita passa da +7,0% a +8,6%), mentre la crescita dei prezzi dei servizi sale di un solo decimo punto (da +1,8% a +1,9%); il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni rimane quindi negativo (-6,7 punti percentuali) e si amplia rispetto a gennaio (-5,2).

L’accelerazione dei prezzi dei beni è imputabile ai prezzi dei Beni energetici (che passano da +38,6% a +45,9%; +6,3% il congiunturale), a causa di quelli della componente non regolamentata (da +22,9% a +31,3%; +8,3% rispetto a gennaio): accelerano i prezzi dell’Energia elettrica mercato libero (la cui crescita raddoppia, salendo da +32,0% a +64,9%; +23,8% sul mese), quelli del Gasolio per i mezzi di trasporto (da +19,9% a +24,0%; +5,8% il congiunturale), quelli della Benzina (da +18,7% a +21,9%; +4,8% sul mese), quelli del Gasolio per riscaldamento (da +21,0% a +24,6%; +5,0% da gennaio) e quelli dei Combustibili solidi (da +1,9% a +3,3%; +1,1% su base mensile), con i prezzi del Gas di città e gas naturale mercato libero che registrano una variazione congiunturale pari a +6,6%. I prezzi della componente regolamentata dei Beni energetici confermano essere quasi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (da +94,6% di gennaio a +94,4%).

I prezzi dei Beni alimentari accelerano (da +3,4% a +4,7%; +0,9% sul mese) a causa sia di quelli degli Alimentari lavorati (che passano da +2,2% di gennaio a +3,2%; +0,5% il congiunturale) sia dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +5,3% a +6,9%; +1,7% sul mese). In particolare i prezzi di questi ultimi accelerano a causa dei prezzi della Frutta fresca e refrigerata (la cui crescita passa da +5,5% a +6,8%; +1,6% la variazione congiunturale), di quelli dei Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +13,5% a +16,8%; +3,8% su base mensile) e dei prezzi dei Pesci e prodotti ittici (da +3,7% a +4,5%; +0,7% da gennaio).

La lieve accelerazione dei prezzi dei servizi (da +1,8% a +1,9%; +0,2% sul mese) si deve a dinamiche opposte e di modesta entità: da un lato accelerano i prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +1,0% a +1,2%; +0,2% il congiunturale), dall’altro lato rallentano i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,5% a +1,4%; +0,3% rispetto a gennaio) e quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,6% a +3,4%; con una variazione congiunturale nulla).

Il ruolo delle diverse tipologie di prodotto nel determinare l’inflazione del mese di febbraio è rappresentato dai contributi alla variazione dell’indice generale dei prezzi al consumo.

LA DINAMICA DELL’INFLAZIONE A 20 ANNI DALL’INTRODUZIONE DELL’EURO

Il primo gennaio 2002 l’euro entrava in circolazione in 11 paesi dell’Unione europea (UE) ed è attualmente valuta ufficiale di 19 paesi aderenti all’Unione economica e monetaria dell’Unione europea (UEM). Con la diffusione delle stime preliminari di febbraio 2022 viene aggiornata, con i dati di febbraio dell’Italia e quelli di gennaio degli altri paesi dell’UE, l’analisi degli andamenti dell’inflazione intercorsi dall’ultimo anno di circolazione della lira (2001) a oggi, già diffusa con le stime preliminari di gennaio con riferimento ai dati di dicembre 2021 per gli altri paesi UE.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, a febbraio 2022 registra, rispetto alla media del 2001, una crescita del +41,7%. Le divisioni di spesa ECOICOP, i cui prezzi tra la media annua 2001 e febbraio 2022 hanno avuto la crescita più sostenuta, sono Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+93,2%), Bevande alcoliche e tabacchi (+92,3%, con i prezzi dei Tabacchi che crescono del 115,5%) e Trasporti (+62,6%). È da notare, quindi, come al primo e terzo posto di questa graduatoria ci siano proprio le divisioni di spesa che includono i prodotti energetici. A crescere meno negli ultimi venti anni sono i prezzi dei Servizi sanitari e spese per la salute (+7,6%), mentre sono addirittura in flessione quelli delle Comunicazioni (-51,6%) che hanno risentito della forte evoluzione tecnologica del settore, con particolare riferimento ai beni, e del progressivo ampliamento delle caratteristiche concorrenziali del mercato con particolare riferimento ai servizi afferenti a questo comparto merceologico.

L’accelerazione di gennaio e febbraio 2022 è visibile nelle tipologie di prodotto dell’indice NIC che aggregano i beni e servizi del paniere secondo uno schema classificatorio diverso dalla ECOICOP (figura 6). A febbraio di quest’anno, infatti, i prezzi degli Energetici regolamentati confermano (+162,9%) il balzo compiuto a gennaio con una variazione pari quasi al doppio rispetto di quella di dicembre 2021 (+82,8%). Sono poi i prezzi degli Energetici non regolamentati che accelerano in modo netto a febbraio registrando un aumento del 102,4% rispetto alla media del 2001 (dopo il +86,9% registrato a gennaio). A crescere meno rispetto al 2001 sono i prezzi dei Beni durevoli (+7,0%) mentre quelli dei Servizi relativi alle comunicazioni mostrano una flessione pari a -21,7%. Da notare infine come nel periodo considerato (dalla media 2001 a febbraio 2022) l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sia pari +34,2%, al di sotto della crescita dell’indice generale NIC, mentre i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un aumento del 44,0%, più alto di 2,3 punti percentuali rispetto a quella dei prezzi del paniere nel suo complesso.

Tra la media annua 2001 e febbraio 2022 l’IPCA registra una variazione un po’ più elevata di quella del NIC e pari a +43,2%. Considerando la variazione registrata dall’IPCA a gennaio 2022 (mese per il quale sono disponibili i dati per un’analisi comparativa con gli altri paesi dell’UE, alcuni dei quali, va ricordato, non utilizzano l’euro) rispetto al 2001 spicca la forte vicinanza della variazione registrata dall’IPCA in Italia (+42,0%) con quella dell’IPCA della zona euro (+42,2%). I paesi dell’Unione europea con una dinamica inflazionistica più sostenuta nei venti anni trascorsi sono la Romania (+219,8%), che utilizza il Leu romeno come moneta circolante, l’Ungheria (+119,3%), che utilizza il fiorino ungherese e la Lettonia (+105,8%), che adotta l’euro dal 2014, mentre gli aumenti dei prezzi più contenuti si sono registrati in Irlanda (+32,8%), la cui moneta circolante è l’euro dal primo gennaio 2002, a Cipro (+35,2%), la cui moneta circolante dal 2008 è l’euro, e in Danimarca (+36,2%), che utilizza la corona danese. Tra i grandi paesi che fanno parte sin dalle origini della zona euro, Germania e Francia registrano variazioni (rispettivamente +39,7% e +37,5%) inferiori a quelle dell’area monetaria comune, mentre in Spagna i prezzi crescono negli ultimi venti anni del 50,6%, 8,4 percentuali in più della media UEM. L’Unione europea nel suo complesso (nella quale sono attualmente 19 i paesi che adottano l’euro) la variazione dell’IPCA nel periodo considerato è pari a +48,2%.