Energia27 Aprile 2022 15:17

Russia-Ucraina, Copasir: Italia sia hub Mediterraneo con obiettivo autonomia energetica

Il Comitato parlamentare sulla Sicurezza della Repubblica ha approvato la relazione sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell'ambito della sicurezza energetica. Relatori il senatore Paolo Arrigoni e l'Onorevole Federica Dieni. Il documento, secondo quanto riferisce il presidente del Copasir Adolfo Urso “segue la precedente relazione del Comitato sulla sicurezza energetica approvata lo scorso 19 febbraio”, ed è “frutto di un serrato approfondimento conoscitivo svolto anche mediante un ciclo di audizioni mirate. Partendo da un'analisi del mix energetico nazionale e delle attuali direttrici di approvvigionamento del gas, il documento valuta gli impatti derivanti dal conflitto russo-ucraino, sia sul fronte geopolitico e sia su quello degli approvvigionamenti”.

“Nei vari scenari di breve, medio e lungo termine, valutando le infrastrutture di rete e di connessione, vengono evidenziate le strategie di diversificazione degli approvvigionamenti del gas necessarie per l'affrancamento dell'Italia e dell'Europa dal gas russo, che nel corso degli ultimi 20 anni è accresciuto arrivando a rappresentare oltre il 40 per cento del mix energetico”, spiega Urso. La relazione sottolinea come in questi scenari “un ruolo significativo posso svolgere le aziende participate dallo Stato. Nelle conclusioni il Comitato ha evidenziato come, con riferimento al gas quale energia ponte nel processo di transizione ecologica e alla realizzazione di determinate infrastrutture per le quali imprescindibile è uno snellimento delle procedure autorizzative, l'Italia possa candidarsi al ruolo protagonista di Hub mediterraneo e quindi europeo con l’obiettivo di raggiungere l’autonomia energetica”, spiega Urso.

“Questo però presuppone un differente approccio geopolitico dell'Italia ed una politica estera che garantisca quel rapido affrancamento dal gas russo assicurando così la continuità degli approvvigionamenti”, ha concluso il presidente del Copasir.

COSA DICE LA RELAZIONE

"L'Italia deve puntare sui propri asset, perseguendo una nuova politica energetica che si contraddistingua per rapidità di decisione: tale strategia, potrebbe comportare infatti vantaggi di medio-lungo periodo, riducendo le frizioni di una corsa al gas che registra già da ora una forte competizione, soprattutto da parte dei mercati asiatici - Cina e India fra tutti. Sulla base di questa esigenza va senz'altro seguita con interesse l'azione intrapresa dal Governo che sta intensificando incontri e accordi per il reperimento del gas da altri Paesi allo scopo di sostituire quello russo", si legge nella relazione.

Puntare sul continente africano "quale via di uscita per superare la dipendenza energetica dalla Russia può costituire un passo obbligato e al contempo una sfida e un'opportunità per l'Italia e di conseguenza per l’Europa, purché, deve essere evidente da subito, ci sia una adeguata strategia italiana ed europea nei confronti dell’Africa secondo un modello di partnership che assicuri stabilità, pace e sviluppo ai Paesi fornitori e lungo le rotte dei trasporti. Ove ciò non fosse si passerebbe dalla dipendenza attuale dalla Russia, quale maggiore fornitore, alla precarietà di approvvigionamento dall’Africa, tanto più che oggi in Africa sono presenti proprio Russia, Cina e Turchia", sottolinea ancora la relazione.

LE IPOTESI SUL TAVOLO

"Tra le ipotesi sul tavolo dei decisori europei, a compensazione di questo fenomeno, vi è quella della introduzione temporanea di un tetto massimo del prezzo di acquisto del gas da imporre alle imprese acquirenti per i Paesi dell’Unione Europea (c.d. price cap). È però indispensabile che la misura venga adottata a livello europeo perché misure nazionali potrebbero determinare dinamiche concorrenziali tra i diversi mercati ed effetti controproducenti per la sicurezza energetica del Paese che le adotta. L’applicazione di tale meccanismo non è però privo di rischi rispetto alle possibili strategie di diversificazione sopra illustrate. Se da un lato, infatti, le forniture che avvengono attraverso i gasdotti vincolano i fornitori a consegnare la materia prima esclusivamente verso i terminali individuati dalla infrastruttura di trasporto, nel caso del GNL, I fornitori potrebbero decidere di indirizzare il gas, trasportato in nave, verso terminali di rigassificazione di Paesi disposti a pagare un prezzo superiore al cap stabilito in sede europea. Un possibile approccio che consenta di conciliare le due esigenze di contenimento dei prezzi di acquisto e di flessibilità per le forniture di GNL potrebbe essere quello di attribuire ad un soggetto regolatore europeo la facoltà di identificare ed autorizzare a livello centrale acquisti a prezzi superiori al tetto massimo prefissato per indirizzare tali forniture verso i rigassificatori disponibili nei Paesi dell’Unione. Ciò consentirebbe all’Unione Europea di perseguire efficacemente quella strategia di acquisto di gas naturale da fornitori alternativi alla Federazione Russa compensando, allo stesso tempo, valori di prezzo di acquisto estremamente elevati a causa della situazione congiunturale. Un ulteriore intervento da stimolare a livello di istituzioni comunitarie è quello volto a superare l’attuale sistema di barriere tariffarie legate ai transiti del gas attraverso i diversi Paesi membri prima di giungere in quello di destinazione. Il fenomeno del c.d. pancaking, ovvero la stratificazione dei costi di trasporto, vede peraltro il nostro Paese come uno di quelli maggiormente svantaggiati. La prospettiva di una maggiore condivisione a livello europeo delle criticità connesse con il perseguimento di un più alto livello di resilienza e sicurezza in campo energetico beneficerebbe senz’altro del superamento di tale meccanismo tariffario. Analoghe considerazioni potrebbero essere estese anche alla politica degli stoccaggi del gas".

 

QUI LA RELAZIONE DEL COPASIR