Energia23 Maggio 2022 10:57

Per Eni investimenti nel Regno Unito per 2,5 mld di euro in 4 anni

Eni ha in programma di spendere almeno 2,5 miliardi di euro nel Regno Unito nei prossimi quattro anni, malgrado, nel frattempo, il governo inglese abbia intenzione di chiedere alle compagnie petrolifere e del gas di aumentare significativamente gli investimenti nel sistema energetico britannico, pena l'imposizione di una tassa sui loro profitti in crescita.

Secondo quanto si legge sul Financial Times, l'impegno del gruppo - lo scorso anno il nono produttore di gas nel Mare del Nord - segue i piani di spesa più consistenti dei rivali BP e Shell, che questo mese hanno registrato profitti trimestrali da urlo. Shell ha dichiarato che investirà 20-25 miliardi di sterline nel prossimo decennio, mentre BP ha promesso di spendere 18 miliardi di sterline entro la fine del 2030.

Nonostante ciò, il cancelliere britannico Rishi Sunak sta subendo crescenti pressioni da parte dei parlamentari per imporre una tassa sui gruppi energetici per aiutare le famiglie alle prese con l'impennata delle bollette energetiche. I funzionari del Tesoro e del Ministero degli Affari - che temono che una tassa del genere possa scoraggiare gli investimenti - stanno esortando dunque le compagnie petrolifere e del gas a espandere ulteriormente i loro piani di investimento.

Offshore Energies UK, un organismo di categoria dell'industria petrolifera e del gas, ha dichiarato questa settimana che il settore prevede una spesa di 200-250 miliardi di sterline nei prossimi nove anni. Questo a fronte di una spesa equivalente di 201 miliardi di sterline tra il 2012 e il 2021.

L'Eni ha dichiarato al Financial Times: "In linea con l'OEUK crediamo che sarebbe meglio assicurare che le compagnie energetiche accelerino gli investimenti nella transizione energetica, piuttosto che imporre una tassa a pioggia che potrebbe avere l'effetto di rallentare gli investimenti futuri".

Harbour Energy, che secondo le previsioni quest'anno sarà il più grande produttore di petrolio e gas nel Mare del Nord, questa settimana ha comunicato al governo la sua intenzione di investire 6 miliardi di sterline in ulteriori attività upstream nei prossimi tre anni, ha rivelato una fonte a FT.

Ma molti dei maggiori produttori del Regno Unito non hanno ancora rivelato alcun piano di investimento. La francese TotalEnergies, un altro grande produttore del Mare del Nord, ha per esempio dichiarato al Financial Times di non aver reso note le cifre degli investimenti previsti. Anche NEO Energy, Spirit Energy, Repsol, CNOOC e Apache di APA Corporation, che dovrebbero essere tra i primi 10 produttori britannici, non hanno ancora pubblicato i dettagli dei futuri investimenti. L'Eni ha invece dichiarato che l'80% dei suoi 2,5 miliardi di euro di investimenti sarà destinato a progetti di cattura del carbonio e di energia rinnovabile, mentre il 20% alla produzione di petrolio e gas.

Il nodo è rappresentato dalla possibile imposta sugli extraprofitti: L'industria sostiene di essere già un importante contribuente nel Regno Unito e che un'imposta aggiuntiva potrebbe rendere più difficili gli investimenti futuri. I produttori di petrolio e gas nel Mare del Nord, sottolinea Ft, pagano un'imposta sulle società del 30% e un'imposta supplementare del 10%, a fronte di un'aliquota del 20% per la maggior parte delle altre società. L'OEUK prevede che quest'anno il settore pagherà 7,8 miliardi di sterline in tasse.

Data l'aliquota fiscale relativamente alta, alcuni dirigenti del settore hanno messo in dubbio l'entità delle entrate che una tassa straordinaria potrebbe generare, soprattutto perché si prevede che potrebbe essere applicata solo ai guadagni dei produttori del Regno Unito.

Shell e BP hanno generato profitti globali rettificati rispettivamente di 9,1 miliardi di dollari e 6,2 miliardi di dollari nei primi tre mesi dell'anno.

Non hanno rivelato quale percentuale di tali entrate sia stata generata nel Regno Unito, ma Shell non ha pagato tasse nel Regno Unito per quattro anni grazie ai rimborsi fiscali legati allo smantellamento di vecchie piattaforme petrolifere. La BP ha dichiarato che quest'anno prevede di pagare circa 1 miliardo di sterline di tasse nel Regno Unito.

L'Eni ha generato nel 2021 un utile rettificato record di circa 4 miliardi di sterline. Questo include 254 milioni di sterline di profitti generati dalle sue attività nel Regno Unito, su cui ha pagato 139 milioni di sterline di tasse, ha aggiunto la società.