Energia6 Maggio 2022 10:23

Energean: norma sugli extraprofitti e blocco delle attività minacciano l’industria del gas

Le decisioni annunciate lo scorso 2 maggio 2022 dal Consiglio dei Ministri - con riferimento al DL cd. “Taglia- Prezzi” - hanno introdotto una serie di misure che, soprattutto per il settore energetico - oggi più che mai coinvolto nella continua ricerca di piani per la diversificazione delle fonti di gas naturale e la sicurezza degli approvvigionamenti - non corrispondono pienamente alle aspettative, all’impegno e alle sfide che gli operatori del settore - quali Energean Italy - si trovano ad affrontare in questo periodo così complesso.

Il riferimento, in particolare, è alla proposta di elevare al 25% il prelievo straordinario, impropriamente chiamato extraprofitti. “La nuova tassa non agisce sull’utile di una società ma preleva a monte il 25% della differenza fra fatture attive e passive senza considerare tutti i costi ed oneri che una impresa sostiene a valle”. Fa notare Gaetano Annunziata, Country Manager di Energean Italy

Le prime stime parlano di una riduzione dell’utile atteso di Energean Italy tra il 40% - 50%, con eventuali possibili ricadute anche sugli investimenti già pianificati, con tutte le conseguenze dirette ed indirette che questo potrebbe comportare. Questo tipo di conteggio è estremamente ingiusto e ripartisce il contributo in maniera squilibrata fra la platea delle aziende considerate.

“Non vogliamo sottrarci a nostri doveri anche se nessuno ci ha aiutato a coprire le perdite quando, 2 anni orsono, il prezzo del gas ha toccato il minimo storico, ma una definizione della misura in maniera più equa è doverosa”, commenta Gaetano Annunziata, Country Manager di Energean Italy.

“Riteniamo, in particolare, che debbano essere oggetto di rettifica il periodo temporale su cui tale tassa si applica - non può essere considerato come riferimento il semestre pandemico che ha generato perdite in molte aziende; inoltre le imposte indirette, quali le royalties, che vengono già versate dagli operatori dovrebbero essere neutrali rispetto al calcolo, altrimenti rischiano di gravare doppiamente in maniera negativa sui conti; in ultimo le coperture sui prezzi del gas e dell’olio che gli operatori hanno effettuato andrebbero debitamente conteggiate per non falsare il fatturato effettivo”, aggiunge Gaetano Annunziata.

In aggiunta la recente emanazione del Piano delle Aree Idonee (PITESAI) che penalizza la produzione domestica inasprisce ulteriormente il quadro sopra descritto. E pensare che sul territorio nazionale sono presenti significative risorse naturali - principalmente gas - auspicabilmente anche superiori ai circa 45 miliardi di MC stimati dai rapporti ufficiali, considerando che l’ultimo pozzo offshore di ricerca in Italia è stato realizzato oltre 15 anni fa.

“Queste risorse naturali, se opportunamente e rapidamente utilizzate, potrebbero - e dovrebbero - contribuire a garantire sicurezza socio-economica all’intero comparto industriale italiano, mantenendo dunque tutte quelle eccellenze, capacità e competenze accumulate in oltre 80 anni di attività mineraria, soprattutto in un ambito dove il gas naturale rappresenta un elemento determinante e molto difficile da sostituire nell’immediato nel mix energetico. I tanti divieti in essere sull'attività di ricerca e produzione del gas nazionale, se combinati con la tassa sugli extraprofitti, rappresentano una ulteriore ennesima minaccia per questa industria”, commenta Nino Caliri, Responsabile Affari istituzionali di Energean Italy.

“Energean è pienamente d'accordo con la spinta alle energie rinnovabili, come pilastro principale della transizione energetica, senza dimenticare - tuttavia - il ruolo portante del gas. Il gas naturale prodotto in Italia e le energie rinnovabili rappresentano, infatti, la combinazione perfetta: il gas fornisce il catalizzatore e la base di un sistema energetico più sostenibile, bilanciando l'energia rinnovabile intrinsecamente intermittente. L’invito è, di conseguenza, quello di riconsiderare queste misure appena introdotte e porre l'accento sulla sicurezza energetica nazionale e sui i profili occupazionali favorendo - specie in questa fase emergenziale -gli investimenti nell’ambito della ricerca e produzione di gas nazionale, nel rispetto delle disposizioni di legge. Come operatori del settore, siamo fermamente convinti che questo approccio sia più conveniente dal punto di vista commerciale e più ambientalmente sicuro rispetto alle fonti di importazione di gas dall'estero, mitigando così l'enorme impatto di emissioni di carbonio dovute a rotte di importazione di gas, che deve percorrere decine di miglia di chilometri per raggiungere i confini nazionali”, aggiunge Gaetano Annunziata.