Politica9 Maggio 2022 17:19

Cingolani: per transizione serve uno sforzo extra

“Nel 1965 il pianeta terra aveva un’energia primaria totale di 40 mila TWh nel 2019 questa energia è quadruplicata a 160 mila TWh, però nel computo totale nel 1965 avevamo un quarto di tutta l’energia del pianeta sotto forma di elettricità, nel 2019 è diventata un sesto. In questo cinquant’anni abbiamo dunque insistito sulle fossili per cui ci siamo resi conto che questo trend era insostenibile ed partita la la gara per la transizione. Abbiamo tre armi, il cambiamento della produzione di energia primaria e per fare questa operazione dobbiamo mettere mano alle nostre infrastrutture”. Per quanto riguarda la riduzione di emissioni di Co2 "noi i compiti li abbiamo già fatti. L'Italia e l'Ue sono leader nella transizione ecologica, ma dobbiamo fare uno sforzo extra". Lo ha detto Roberto Cingolani , ministro della Transizione Ecologica, intervenendo al convegno 'La situazione sostenibile al servizio del Paese: situazione attuale e strategie future'.

"Il Pnrr, sia chiaro, è un acceleratore di traiettoria ma non può sostituirsi alla capacità sostenibili” “abbiamo pochi anni per fare una operazione che ripari, in pochi anni, quello che è
stato fatto in 50 anni", ha aggiunto il ministro. “il problema non è solo installare una enorme potenza rinnovabili quanto di disporre di una rete intelligente per smistare un’energia non programmabile” altrimenti “le rinnovabili non risolvono il problema”, ha detto Cingolani. Inoltre “l’energia ci serve quando ne abbiamo bisogno e avere sorgenti che funzionano 24 ore al giorno” “necessitano di accumuli” ma l’investimento “è gigantesco” e “il Pnrr non può sostituirsi alla capacità di un paese, è un acceleratore”.

Se vogliamo fare una transizione ‘elettrica’, l’elettricità “deve essere verde”, ha ribadito il ministro e “purtroppo la domanda di elettricità verde deve crescere insieme all’offerta e questa cosa richiede tempo. Il Pnrr ci mette in condizione di arrivare alla metà delle colonnine di ricarica che ci servono ma dobbiamo raddoppiare anche la produzione di elettricità verde. Insomma domanda e offerta devono crescere di pari passo”.

“La seconda arma è la circolarità cioè riuscire a produrre meno manufatti riutilizzando quelli già prodotti, il Pnrr ha fatto investimenti enormi e l’Italia in questo settore è una delle migliori”, ha sottolineato il ministro. “La terza leva è la rinaturazione, è l’ultima barriere che abbiamo – ha aggiunto CIngolani . La tecnologia può fare molto, la migliore cosa è avere un land - use che funziona, un’ecosistema che funziona e può intrappolare CO2. Il collante è l’efficientamento e il risparmio energetico. Questi cambiamenti infine devono essere rapidi e non devono sconvolgere l'intero sistema, devono essere cioè un compromesso tra una trasformazione rapida e una sufficientemente lento da consentire alla società di adattarsi", ha concluso Cingolani. "Per la visione post 2030 sfido i giovani a essere più ambiziosi investimenti. Non credo riusciremo a cavarcela con le tecnologie di oggi, guardare a tecnologie nuove e pulitissime e servono grandi in ricerca e sviluppo, tanta cultura e tanta visione per il futuro".