Roma - Migliorare la resilienza delle principali filiere agricole italiane e aumentarne l’adattamento ai cambiamenti climatici e agli eventi meteorologici estremi, tutelando al contempo la biodiversità e le produzioni tipiche. Questi gli obiettivi dello studio, realizzato dal CREA Politiche e Bioeconomia nell’ambito del progetto LIFE ADA, finanziato dalla Ue, coordinato da Unipol e partecipato da ARPAE Emilia-Romagna, CIA Agricoltori Italiani, Festambiente, Legacoop Agroalimentare Nord Italia, Leithà, Regione Emilia-Romagna, di cui il CREA è partner.
Il progetto LIFE ADA mira ad aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici lungo 3 filiere agroalimentari: lattiero-casearia (Parmigiano-Reggiano), vitivinicola e ortofrutticola. L’obiettivo principale consiste nel promuovere la mitigazione dei rischi e nell’aumentare l’adattamento delle aziende agricole, soprattutto in caso di eventi quali gelate tardive, grandine, ondate di calore, piogge intense e siccità.
Lo studio Dopo aver identificato e selezionato per l’arco temporale 2000-2022 - attraverso i database Web of Science, Scopus e Google Scholar - 44 studi rilevanti in materia, è stata condotta un'analisi approfondita, per individuare gli effetti delle proiezioni future di alcune variabili come temperature e precipitazioni, derivate da modelli climatici. Mediante l’utilizzo di modelli colturali di simulazione o con metodi più tradizionali, sono state analizzate le ricadute future su rese, fenologia (la disciplina che studia i cicli stagionali degli organismi viventi e come questi variano con i cambiamenti climatici e ambientali) qualità dei prodotti, reddito degli agricoltori e possibili misure di adattamento.
Le ricadute Lo studio evidenzia che la qualità dei prodotti ortofrutticoli e lattiero-caseari - come i pomodori da industria e i formaggi con denominazioni protette – potrebbe essere negativamente influenzata in termini di gusto e tipicità. Relativamente alle rese produttive e alla redditività delle aziende agricole, i cambiamenti climatici incidono sulle filiere analizzate. In particolare, il settore vitivinicolo è maggiormente esposto a causa di possibili cambiamenti nelle aree produttive, minacciandone la qualità, con effetti sul reddito dei produttori e sul tessuto economico locale. L’aggiornamento dei disciplinari di produzione per adattarsi a nuovi "terroir" diventa, in questo scenario, una soluzione da percorrere.
Inoltre, l’adozione di soluzioni innovative, come pratiche agricole intelligenti e tecnologie sostenibili, costituisce uno strumento indispensabile per contrastare i cali di produttività e la perdita di biodiversità e garantire al contempo la resilienza delle filiere analizzate.
Il ruolo del CREA Il team di ricercatori CREA ha effettuato un’analisi sui costi e sui benefici delle principali misure di adattamento raccolte nella biblioteca predisposta da ARPAE. Il CREA Politiche e Bioeconomia ha condotto una scoping review (una revisione mirata e critica della letteratura sul tema) sulla bibliografia relativa agli impatti del cambiamento climatico sulle filiere vitivinicola, lattiero-casearia e ortofrutticola in Italia. Il Crea ha anche curato il monitoraggio del progetto e l’organizzazione di tre eventi di networking con altri progetti LIFE e altri progetti internazionali di ricerca.
A questo link l’articolo: https://link.springer.com/article/10.1186/s40100-024-00317-7