Con una nota diramata dall’Ufficio Stampa del Gruppo PD della Camera dei Deputati, al Governo è stato chiesto “di effettuare le doverose verifiche sull’operato e gli atti adottati da Sogin SpA, per accertare la legittimità e la conformità della riacquisizione lavorativa e dell’assegnazione dell’incarico di direttore della funzione Regolatorio a Giuseppe Bono”.
E’ un’interrogazione parlamentare presentata il 14 novembre scorso, indirizzata al Presidente del Consiglio e ai Ministri dell’Ambiente e dell’Economia, ad accendere i riflettori sulla regolarità dell’iter che ha determinato l’improvviso “rientro” in azienda dell’ex dipendente in servizio dal dicembre 2011 all'aprile 2014 (quando fu distaccato al GSE) e l'attribuzione al medesimo della direzione dell’ufficio Regolatorio Comunicazione e Affari Istituzionali, con particolare attenzione dedicata agli eventuali maggiori costi che ne sono derivati, visto anche il mancato ricorso alle risorse interne da giustificare.
“Ci aspettiamo - si precisa nella nota del PD - un approfondimento riguardo la sussistenza dei presupposti normativi e amministrativi della vicenda; l’istruttoria del caso finalizzata a neutralizzare il rischio di arbitrarie discriminazioni delle competenze ed esperienze dei dipendenti in servizio e delle professionalità interne; l’adeguatezza del suo profilo curriculare rispetto all’incarico assegnatogli; il rispetto delle norme in materia di anticorruzione, trasparenza ed evidenza pubblica e il riconoscimento o meno di un significativo aumento stipendiale e un miglioramento dell’inquadramento di categoria di Bono, tale da esporre la Sogin al rischio di controversie interne legate a fattispecie di demansionamento e dequalificazione delle figure dirigenziali in organico”.
A seguire il testo dell’interrogazione parlamentare n. 4/01872 (D’Alfonso).
TESTO ATTO
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-01872
presentato da
D'ALFONSO Luciano
testo di
Martedì 14 novembre 2023, seduta n. 195
D'ALFONSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
Sogin SpA è la società pubblica, con unico azionista il Mef sotto la vigilanza istituzionale del Mase, responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare, nonché della realizzazione del deposito nazionale;
a giugno 2022, visto l'articolo 34 del decreto-legge n. 73 del 2022 convertito nella legge n. 122 del 2022, è stato disposto il commissariamento di Sogin e, il 4 agosto 2023 è stato nominato un nuovo CdA e designato il dottor Gian Luca Artizzu amministratore delegato, il quale, in quella che sembrerebbe l'elusione del principio di separazione delle funzioni di indirizzo politico-amministrativo e funzioni di gestione amministrativa proprie dei dirigenti, che trova il suo fondamento nell'articolo 97 della Costituzione, assegnava a proprio staff i Responsabili delle funzioni «Regolatorio, Autorizzazioni e Istituzionale», «Ingegneria e Radioprotezione», «Decommissioning Project Planning», «Legale e Societario», «Procurement & Contract», «Comunicazione e Sostenibilità» e «Personale Organizzazione e Servizi», senza poteri procuratori, così che ogni ufficio passava sotto la sua diretta responsabilità, con il presidio curato da vice direttori;
tale situazione si è protratta per ben circa due mesi, sino all'adozione da parte del dottor Artizzu della nuova macrostruttura aziendale;
il 19 settembre 2023 l'amministratore delegato Artizzu, disponeva l'assegnazione al dottor Giuseppe Bono della direzione della Funzione «Regolatorio Autorizzazioni e Istituzionale», posizione di elevata strategicità in quanto si tratta di un ufficio chiamato a gestire i rapporti con gli organismi di regolazione, in particolare l'ARERA, elaborando le posizioni assunte dalla società e promuovendole per la remunerazione delle attività istituzionali riguardanti il decommissioning, la localizzazione e realizzazione del Parco tecnologico e il Deposito nazionale e delle relative attività;
a quanto consta all'interrogante il Bono era stato in servizio presso la Sogin, categoria «quadro», dal dicembre 2011 all'aprile 2014; il suo contratto veniva ceduto al GSE SpA, per essere distaccato sino al dicembre 2018 presso la Cassa conguaglio per il settore elettrico e nel 2020 la Sogin aveva formalizzato l'eventuale suo rientro, senza mutazioni del trattamento economico e giuridico e comunque subordinato alle esigenze societarie;
al contrario, risulta all'interrogante che il ritorno in Sogin del Giuseppe Bono e la sua rapidissima assegnazione a ruolo apicale sarebbero avvenute in assenza di atti istruttori che ne attestassero la necessità e urgenza, senza accertare l'impossibilità di reperire all'interno di Sogin di profili adeguati ai fabbisogni organizzativi e con un significativo aumento stipendiale ed un miglioramento dell'inquadramento di categoria;
risultavano in servizio diversi dirigenti in attesa di incarico e ben 11 dipendenti affidatari del ruolo di vicedirettore, dotati di importante expertise professionale e profonda conoscenza dei processi aziendali, ai quali non è stato assegnato alcun incarico di responsabilità –:
se il Governo e, in particolare il Ministro vigilante, abbia promosso o intenda effettuare le doverose verifiche sull'operato e gli atti adottati da Sogin SpA, volte ad accertare la legittimità e la conformità della riacquisizione lavorativa di Giuseppe Bono e dell'assegnazione al medesimo dell'incarico di direttore della Funzione «Regolatorio », con particolare approfondimento circa:
la sussistenza dei presupposti normativi e amministrativi della vicenda;
l'istruttoria del caso, ove svolta, finalizzata a neutralizzare il rischio di arbitrarie discriminazioni delle competenze ed esperienze dei dipendenti in servizio;
l'adeguatezza del profilo curriculare del Bono rispetto all'incarico assegnatogli;
il riconoscimento o meno al Bono di un significativo aumento stipendiale e un miglioramento dell'inquadramento di categoria, tale da esporre la Sogin al rischio di controversie interne legate a fattispecie di demansionamento e dequalificazione delle figure dirigenziali in organico;
il rispetto delle norme in materia di anticorruzione, trasparenza ed evidenza pubblica.
(4-01872)