Energia9 Novembre 2023 08:31

Snam: risultati in crescita nei primi 9 mesi 2023. Sistema energetico più forte grazie a Piombino e stoccaggi

Il Consiglio di Amministrazione di Snam, riunitosi ieri sotto la presidenza di Monica de Virgiliis, ha approvato i risultati consolidati dei primi nove mesi del 2023. Il Consiglio, previo parere della Società di Revisione, ha altresì deliberato la distribuzione di un acconto sul dividendo 2023 pari a 0,1128 euro per azione, con pagamento a partire dal 24 gennaio 2024.

Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam, ha commentato: “I risultati dei primi nove mesi mostrano la solidità del Gruppo e il ruolo di primo piano svolto nel garantire la sicurezza degli approvvigionamenti in uno scenario globale incerto e in costante evoluzione. Abbiamo incrementato i nostri investimenti tecnici su progetti infrastrutturali fondamentali per contribuire alla resilienza e alla transizione del sistema energetico del Paese, che oggi è in una condizione adeguata ad affrontare la stagione invernale.
La nostra strategia volta ad una transizione energetica giusta e credibile ci vede impegnati a realizzare investimenti importanti, per oltre il 50% allineati agli SDGs della Unione Europea, e a sviluppare progetti rilevanti come quello di SoutH2Corridor e per la Carbon Capture and Storage, a Ravenna, il cui ruolo chiave è stato riconosciuto anche nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima - ha proseguito Venier -.
A supporto del nostro piano, prosegue l’impegno nel ricorrere a strumenti di finanza sostenibile e innovativa come il primo EU Taxonomy-aligned Transition Bond convertibile collocato con successo in settembre, che ci ha consentito di raggiungere in anticipo di tre anni l’obiettivo dell’80% di finanza sostenibile sulle fonti di finanziamento disponibili del Gruppo”.

Ricavi totali

I ricavi totali, al netto degli energy costs, si sono attestati a 2.809 milioni di euro, in aumento di 409 milioni di euro (+17,0%) rispetto ai primi nove mesi del 2022. I ricavi dei business della transizione energetica hanno registrato un significativo incremento (+286 milioni di euro; +63,6%), principalmente per lo sviluppo dell’efficienza energetica, in particolare in ambito residenziale. Con riferimento ai business delle infrastrutture gas, si è registrata una crescita dei ricavi regolati (+146 milioni di euro; +7,8%) e una riduzione dei ricavi non regolati (-23 milioni di euro; -29,1%), a fronte dei minori effetti positivi one-off rispetto ai primi nove mesi del 2022.
In particolare, l’aumento dei ricavi regolati è attribuibile principalmente: (i) ai maggiori ricavi connessi alla crescita della RAB (+59 milioni di euro, inclusi i minori incentivi “input-based”); (ii) agli incentivi “output-based” connessi al mantenimento in esercizio degli asset di trasporto completamente ammortizzati ai fini tariffari e ai servizi di flessibilità forniti agli utenti (+84 milioni di euro; incluso il riconoscimento degli incentivi connessi al maggior ricorso, da parte degli utenti del servizio di stoccaggio, dei servizi di flessibilità offerti sulle aste a breve termine nell’anno termico 2022-2023 ); (iii) al riconoscimento dei ricavi connessi ai maggiori volumi rigassificati nel 2022, rispetto ai ricavi definiti dall’Autorità di regolazione per lo stesso anno, e ai maggiori volumi rigassificati nei primi nove mesi del 2023 (+18 milioni di euro complessivamente); (iv) ai ricavi connessi all’avvio delle attività del rigassificatore di Piombino. Tali effetti sono stati controbilanciati dai minori volumi di gas trasportato (-23 milioni di euro), per effetto delle temperature complessivamente più miti rispetto ai primi nove mesi del 2022 e per l’implementazione di azioni di contenimento della domanda di gas.

Margine operativo lordo adjusted (EBITDA adjusted)

L’EBITDA adjusted dei primi nove mesi del 2023 si è attestato a 1.862 milioni di euro, in aumento di 156 milioni di euro (+9,1%) rispetto al corrispondente valore dei primi nove mesi del 2022. L’aumento è dovuto alla crescita del business delle infrastrutture gas (+112 milioni di euro; +6,7%), per i maggiori ricavi regolati legati alla RAB e agli incentivi “output-based” e alla crescita dei business della transizione energetica (+44 milioni di euro).

Utile operativo adjusted (EBIT adjusted)

L’utile operativo adjusted dei primi nove mesi del 2023 è stato pari a 1.171 milioni di euro, in aumento di 106 milioni di euro (+10,0%) rispetto al corrispondente valore dei primi nove mesi del 2022. La crescita dell’EBITDA adjusted è stata parzialmente compensata dai maggiori ammortamenti (-50 milioni di euro, pari al 7,8%) per effetto principalmente dell’entrata in esercizio di nuovi asset.

Oneri finanziari netti

Gli oneri finanziari netti dei primi nove mesi del 2023 si sono attestati a 155 milioni di euro, in aumento di 66 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2022. L’aumento è dovuto, in particolare, ai maggiori oneri relativi all’indebitamento finanziario connessi al maggior costo medio del debito lordo, che si è attestato a circa l’1,9% nei primi nove mesi del 2023 rispetto a circa l’1,1% del corrispondente periodo del 2022. L’aumento del costo medio del debito è attribuibile principalmente al mutato scenario dei tassi di interesse registrato negli ultimi 12 mesi.

Proventi netti da partecipazioni

I proventi netti da partecipazioni ammontano a 248 milioni di euro, sostanzialmente in linea rispetto ai primi nove mesi del 2022 (-0,8%). Con riferimento alle partecipazioni internazionali, il maggior contributo della greca DESFA, principalmente per i premi d’asta ottenuti sul punto di export verso la Bulgaria e sul punto d’ingresso dal terminale LNG, e l’ingresso nel perimetro della joint venture SeaCorridor, sono stati assorbiti dal minor contributo registrato dalla partecipata austriaca TAG, a seguito della scadenza, a fine 2022, della maggior parte dei contratti di trasporto a lungo termine e della consistente flessione, in linea con le attese, dei volumi di gas importati in Italia dal punto di ingresso di Tarvisio. Sui risultati delle partecipate estere ha altresì inciso il minor contributo di Interconnector Limited, per il quale la solida performance operativa è stata limitata dal cap regolatorio che nel 2022 risultava meno stringente in quanto beneficiava del recupero di underperformances di esercizi precedenti.

Utile netto adjusted

L’utile netto adjusted di gruppo dei primi nove mesi del 2023 è stato di 942 milioni di euro, in aumento di 10 milioni di euro (+1,1%), rispetto all’utile netto adjusted dei primi nove mesi del 2022, per effetto della solida performance operativa in parte assorbita dall’aumento degli oneri finanziari e delle imposte sul reddito.

Investimenti

Nei primi nove mesi del 2023, gli investimenti sono risultati pari a 1.232 milioni di euro (1.309 milioni di euro nei primi nove mesi del 2022, incluso l’acquisto della FSRU Golar Tundra), per il 53% e il 37% allineati rispettivamente ai Sustainable Development Goals e alla Tassonomia Europea. Di questi, 1.143 milioni di euro fanno riferimento agli investimenti tecnici, in aumento di 260 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2022 (+29,4%) per i maggiori investimenti nei business delle infrastrutture gas e, in particolare, per gli interventi di adeguamento del terminale di Piombino. Gli investimenti tecnici sono relativi al settore trasporto (757 milioni di euro), rigassificazione (151 milioni di euro) e stoccaggio (148 milioni di euro), mentre gli investimenti dei business legati alla transizione energetica sono risultati pari a 73 milioni di euro. A questi investimenti, si aggiungono 410 milioni di euro relativi all’acquisizione del 49,9% di SeaCorridor.

Cash Flow

Il flusso di cassa dell’attività operativa è stato significativamente impattato dall’assorbimento di cassa derivante dall’attesa dinamica del capitale circolante connessa all’attività di bilanciamento e dai maggiori crediti per ecobonus. Considerando i fabbisogni per gli investimenti (1.439 milioni di euro, di cui 1.182 milioni di euro relativi ad investimenti tecnici e 257 milioni di euro relativi ad investimenti in partecipazioni, al netto dell’incasso per la cessione del 4,2% del capitale di Industrie De Nora S.p.A.), il free cash flow si è attestato ad un valore negativo di 1.430 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netto, inclusi il flusso di cassa del capitale proprio (933 milioni di euro), derivante dal pagamento agli azionisti del dividendo 2022, e le variazioni non monetarie, ha registrato un aumento di 2.413 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022, attestandosi a 14.336 milioni di euro.

Con riferimento alla finanza sostenibile, nel corso dei primi nove mesi del 2023, Snam ha fatto ampio ricorso al programma Euro Commercial Paper per l’emissione di note ESG per un totale di circa 2,3 miliardi di euro a fine settembre. Inoltre, da inizio anno, Snam ha sottoscritto contratti di finanziamento ESG-linked a medio-lungo termine per complessivi 2,2 miliardi di euro, tra cui un finanziamento in pool di tipo Revolving Credit Facility (RCF), fino ad un importo massimo di 1,8 miliardi di euro assistito dalla garanzia SupportItalia rilasciata da SACE.

Infine, a settembre 2023, Snam ha emesso il primo EU Taxonomy-aligned Exchangeable Transition Bond da 500 milioni di euro convertibile in un massimo di circa 54,5 milioni di azioni Italgas, corrispondenti al 50% della partecipazione attualmente detenuta da Snam in Italgas.

Al 30 settembre 2023, il peso della finanza sostenibile di Snam è pari a circa l’80%, in aumento rispetto al 70% di fine 2022. Ciò ha consentito di raggiungere l’obiettivo dell’80% di finanza sostenibile sulle fonti di finanziamento disponibili, originariamente previsto al 2026, con tre anni di anticipo.

Acconto sul dividendo

Sulla base dei risultati dei primi nove mesi e delle previsioni per l’intero esercizio 2023, e in linea con la politica di dividendi, il Consiglio di Amministrazione di Snam ha deliberato la distribuzione agli azionisti di un acconto sul dividendo 2023, pari a 0,1128 euro per azione, con pagamento a partire dal 24 gennaio 2024, con stacco cedola il 22 gennaio e record date 23 gennaio.

Transizione energetica e Sostenibilità

Prosegue l’impegno di Snam a supporto della transizione energetica, sostenuto da una sempre maggiore presenza di investitori ESG, che, come evidenziato da un’analisi recentemente svolta, rappresentano il 47% degli investitori istituzionali, in aumento rispetto al 43% di gennaio.
Sul fronte idrogeno è stato avviato a Modena, insieme al Gruppo Hera, IdrogeMO, primo progetto di Hydrogen Valley in Emilia-Romagna – finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU nell’ambito del PNRR - dedicato alle applicazioni industriali e al trasporto. Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno rinnovabile tramite FER da 6 MW di potenza, che può arrivare a produrre fino a circa 400 tonnellate di idrogeno verde all'anno.

Attraverso Renovit, la piattaforma italiana avviata insieme a CDP Equity per promuovere l’efficienza energetica e lo sviluppo sostenibile del Paese, nei primi nove mesi dell’anno è stato generato un risparmio di CO2 pari a 25kt attraverso interventi su imprese, condomini e pubblica amministrazione.

Due progetti Bioenerys, società del Gruppo che gestisce ad oggi 29 impianti agricoli e 11 impianti di biometano da rifiuti organici per una potenza installata complessiva pari a circa 40MWe, sono stati infine ammessi al contingente disponibile per la prima procedura competitiva prevista dalla misura del PNRR in materia di sviluppo del biometano gestita dal GSE.

Proseguono gli sforzi per la riduzione delle emissioni: in particolare quelle di metano, che sono classificate come Scope 1, sono diminuite del 25% rispetto ai primi nove mesi del 2022.
Inoltre, Snam ha recentemente aderito al Corporate Engagement Program di SBTN come primo passo verso l’ottenimento di una certificazione sulla biodiversità.
Snam ha integrato le proprie politiche di Diversity & Inclusion con la nuova Policy sulla transizione sociale di genere, a testimonianza dell’impegno costante di Snam nel promuovere e favorire un clima di rispetto e inclusione che renda l’ambiente di lavoro accogliente per tutte le persone del Gruppo.
Snam e Fondazione Snam ETS, in concomitanza della Giornata Mondale dell’Alimentazione, hanno realizzato la settimana di volontariato aziendale che ha coinvolto oltre 500 dipendenti in attività di volontariato per il contrasto alla povertà alimentare.

Prevedibile evoluzione della gestione

Le stime più recenti sull’evoluzione della domanda di gas naturale in Italia per il 2023 prevedono una flessione rispetto al 2022, influenzate dalle condizioni climatiche complessivamente più miti, da misure di contenimento della domanda e dal calo della produzione termoelettrica a gas principalmente per effetto della riduzione della domanda elettrica, del maggior import netto di elettricità da altri paesi e dell’aumento della produzione idroelettrica, sottolinea l'azienda.

Con riferimento all’esercizio in corso, si prevede che i risultati economici beneficino dell’incremento dei ricavi connessi alla crescita della RAB grazie agli investimenti realizzati, dell’ampliamento del perimetro con l’entrata in esercizio della nuova FSRU di Piombino, di maggiori ricavi relativi agli asset completamente ammortizzati e ai servizi di flessibilità, oltre al contributo dei business della transizione energetica.

Nel 2023 i tassi di interesse risultano in ulteriore rialzo rispetto al 2022, con un impatto incrementale sugli oneri finanziari, gestito, attraverso una maggiore diversificazione delle fonti e degli strumenti di finanziamento (quali per esempio la recente emissione del bond convertibile in azioni Italgas) e tramite il ricorso a strumenti di debito più flessibili. Nel medio e lungo periodo, si ritiene che il sistema tariffario italiano sia in grado di offrire, attraverso le periodiche revisioni del costo del capitale riconosciuto, una mitigazione dell’impatto economico negativo legato all’andamento del costo del debito.

Nella seconda metà dell’anno ci si attende la conferma alla diminuzione dei flussi di gas dalla Russia verso l’Europa già registrata nel 2022 con i conseguenti effetti sulle società partecipate estere TAG (società a controllo congiunto) e GCA (società collegata).

Con riferimento al recente conflitto in Medio Oriente, la prosecuzione delle ostilità nei prossimi mesi potrebbe dar luogo ad ulteriori tensioni a livello internazionale, con il loro conseguente impatto sui prezzi dei beni energetici per i quali l’Italia, ed in generale l’Europa, sono fortemente dipendenti dalle importazioni estere.

Queste turbolenze potrebbero pesare sull'economia mondiale, aumentando i costi di produzione e influenzando ulteriormente la stabilità economica e la crescita nazionale ed europea, oltre che determinare ulteriori sfide nella gestione delle fonti di approvvigionamento energetico.
Snam, fin dallo scorso 7 ottobre, monitora costantemente l’evoluzione del conflitto, le possibili conseguenze e gli effetti sul gruppo; tuttavia, in merito alla gestione delle attività operative e alla realizzazione del programma investimenti 2023, non si registrano al momento criticità riconducibili a tali eventi.
Vengono confermati gli obiettivi finanziari per il 2023:
• investimenti di 2,1 miliardi di euro (di cui 1,9 miliardi di euro in ambito infrastruttura gas e 0,2 miliardi di euro in ambito transizione energetica), in crescita del 10% rispetto al 2022;
• una RAB tariffaria pari a circa 22,4 miliardi di euro, in crescita del 5% rispetto al 2022;
• un livello di utile netto adjusted pari ad almeno 1,1 miliardi di euro;
• un livello di debito netto a 15,5 miliardi di euro, in funzione dell’andamento del circolante collegato alle attività regolate.