News7 Giugno 2024 12:09

Olanda, porta d’ingresso della Cina in Ue: ecco come transizione ecologica parte ‘sporca’ e diventa green quando entra in Europa. I DATI

Nonostante i tentativi di smarcarsi la transizione verde ed alcuni dei settori chiave europei, come l'automotive, passano ancora dalla Cina. Ed in Europa è soprattutto l'Olanda a fare da hub per i beni del gigante asiatico. I tre maggiori importatori dalla Cina nell’UE sono stati i Paesi Bassi (117 miliardi di euro), la Germania (95 miliardi di euro) e l’Italia (48 miliardi di euro). L'Olanda è inoltre il primo paese per deficit commerciale (-95 mld euro), con un export in Cina di soli 22 mld euro.
IL CASO AUTOMOTIVE
Nonostante un calo registrato in tutta Europa delle importazioni cinesi alcuni settori ed alcuni paesi hanno registrato un boom. Ed è così che nei Paesi Bassi -come riportato dall'istituto di statistica olandese (CBS)- si è registrato un record nel settore Automotive, con il valore delle importazioni passato da 107,6 milioni di euro nel 2022 a 1,1 miliardi di euro nel 2023.Un rischio per la competitività europea in uno dei settori strategici della produzione, come mette in evidenza anche un rapporto Allianzdel maggio 2024. Il rischio numero uno è la Cina -scrive Allianz-, vendendo nel 2022 un numero di BEV (veicoli elettrici a batteria) più che doppio rispetto all'Europa e agli Stati Uniti messi insieme, oltre a detenere un vantaggio competitivo in quasi tutti gli aspetti della catena del valore dei BEV.Le case automobilistiche europee potrebbero perdere collettivamente più di 7 miliardi di euro di profitto netto annuale entro il 2030, con lo scenario futuro di vedere pressoché azzerata la produzione europea a favore di quella cinese. Si ripropone ancora una volta la criticità maggiore dell'Europa, far fronte ad una transizione verde -per ora preoccupazione solo europea ed occidentale- che incide pesantemente sul calo di produttività in alcuni settori strategici (tra cui l'agroalimentare) e che necessità di tecnologie e materie prime fondamentali per poterla attuare.
IL CASO PANNELLI SOLARI
I Paesi Bassi sono il maggiore importatore mondiale di pannelli solari. L’89% di questi pannelli solari proviene dalla Cina (prodotti senza rispettare i requisiti di sostenibilità ambientale previsti in Europae circa il 60% delle importazioni vengono riesportate verso altri paesi, sopratutto all'interno della Ue.
Circa il 40% viene quindi installato nei Paesi Bassi o immagazzinato per un uso successivo, nei Paesi Bassi o all'estero, secondo quanto illustrato dall'isituto di statistica olandese (CBS) in occasione del report Dutch Trade in Facts and Figures 2023 dello scorso agosto. Tra il 2021 e il 2022, il valore delle importazioni di pannelli solari olandesi è più che raddoppiato. Il volume delle importazioni è aumentato di circa il 70%.
La differenza è legata a un sostanziale aumento dei prezzi nel 2022. Questo aumento è in parte dovuto alla maggiore domanda (dovuta all’aumento dei prezzi dell’energia) e all’aumento dei costi di trasporto e delle materie prime. D'altronde il panorama del fotovoltaico è dominio cinese, basti pensare che il colosso asiatico nel 2023 ha commissionato una quantità di energia solare fotovoltaica pari a quella del mondo intero nel 2022riporta l'IEA.E a livello europeo lo scenario non cambia, con la Cina che produce circa il 90% dei pannelli fotovoltaici in uso in Europa, la maggior parte dei quali entra dall'Olanda. I principali motivi dell'invasione cinese riguardano i bassi costi di produzione e l'utilizzo di materie prime come il silicio, di cui la Cina produce l'80% (ma non solo, l’Ue ottiene il 98% della sua fornitura di terre rare e il 97% del magnesio proprio dal Dragone, elementi chiave per attuare la transizione green).A ciò si aggiunge l’eccesso di offerta di moduli solari fotovoltaici sovvenzionati, importati dalla Cina. "Nei porti e nei magazzini europei sono presenti uno stock di circa 140-170 milioni di moduli fotovoltaici (equivalenti a una capacità di 70-85 GW)", denunciava a febbraio Žygimantas Vaičiūnas, Direttore delle politiche presso ESMC (European Solar Manufacturing Council). "L’eccesso di offerta è il risultato di una strategia aggressiva dell’industria cinese, che ha portato ad un crollo dei prezzi dei moduli e ha lasciato i produttori europei di fotovoltaico con grandi scorte invendute".Per quanto riguarda il nostro paese l'Italia - in base al Report RePower della Commissione Ue - è leader nella produzione di pannelli solari tra i paesi europei.CINA E MATERIE PRIME. OLANDA PORTA D'ORIENTELa Cina è poi un importante produttore di batterie agli ioni di litio, un componente essenziale delle auto elettriche. Inoltre, la Cina produce magneti utilizzati ad esempio nelle turbine eoliche e nelle auto elettriche. E sono i Paesi Bassi a rappresentare il principale hub di arrivo dei beni cinesi legati alla transizione verde. La quota cinese delle importazioni olandesi, secondo i dati dell'istituto di statistica olandese- è pari all'89% per pannelli solari, seguiti dalle batterie agli ioni di litio (74%) e dai magneti (68%).  

 

Per la produzione di batterie agli ioni di litio, pannelli solari, magneti e altri beni transnazionali sono importanti materiali come gallio, magnesio, terre rare, silicio, germanio e grafite. La Cina detiene una quota pari ad almeno il 65% della produzione globale di queste materie prime fondamentali. La quota nella produzione di gallio raggiunge il 98%.

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