News9 Febbraio 2023 12:20

L’asse Macron-Scholz esclude Meloni come fece con Draghi: ‘forza sodalizio franco-tedesco’ e “sovranità europea’ scriveva l’Eliseo. E Italia ci rimetteva su energia (e non solo)

Francia e Germania escludono l'Italia dai giochi prima della partita lasciando in disparte il premier italiano Giorgia Meloni dal vertice che ieri ha visto protagonisti Volodymyr Zelenskyi e i numeri uno di Parigi e Berlino, come già accaduto lo scorso 27 gennaio quando i tre si incontrarono nella capitale francese.

Nonostante enfasi data alla notizia, non è la prima volta che Francia e Germania fanno uno sgambetto all'Italia. Lo fecero anche con Draghi i primi di ottobre nel 2022, quando il presidente francese, Emmanuel Macron incontrò il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, per discutere degli sviluppi legati alla guerra in Ucraina e alla crisi energetica europea con l'obiettivo di allineare le posizioni di Francia e Germania in vista del vertice informale dei leader dell'Unione, previsto poi a Praga nei giorni successivi.

Proprio mentre il commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, criticava senza mezzi termini il piano da 200 miliardi lanciato dalla Germania per frenare il prezzo del gas.

E i due leader lo avevano fatto anche il 9 maggio 2022 quando il presidente francese Emmanuel Macron si recò in Germania per incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz, nella sua prima visita ufficiale dopo la rielezione. Nella nota diffusa dall'Eliseo il 5 maggio, si leggeva come "l'agenda del vertice si concentrerà sulla difesa e sulla politica energetica".

La visita, spiegava l'Eliseo, era funzionale per sottolineare "la forza del sodalizio franco-tedesco". I due leader avrebbero discusso - si leggeva ancora - di "questioni legate alla guerra in Ucraina e questioni di sovranità europea", in particolare "sugli aspetti della difesa e dell'energia" nonché "le grandi questioni internazionali nel contesto della presidenza tedesca del G7, il cui vertice si svolgerà a giugno". Si discuterà anche "della situazione nel Sahel, dei Balcani occidentali e delle relazioni Ue-Cina", come così come "dei dossier bilaterali tra Francia e Germania".

Mario Draghi escluso anche in quella circostanza.
E come se non bastasse, il 21 febbraio il cancelliere tedesco Olaf Scholz - si leggeva in una nota del governo federale - “si sta consultando con i suoi partner più stretti, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente dell’Ucraina, Volodymr Zelensky” dopo aver avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin. Come riportato da LaPresse del 21 02 2022.
Salvo poi l'incontro il 16 giugno che coinvolse anche il premier italiano Mario Draghi.
Molti gli 'sgambetti' fatti negli anni dall'asse franco-tedesca all'Italia. A partire dall'idroelettrico in piena emergenza energia. Se la Germania entrava a gamba tesa sulla questione bypassando gli aiuti di Stato e garantendo alle proprie aziende di essere maggiormente competitive rispetto ai propri partner europei attraverso un'iniezione di 200 miliardi di euro, la Francia annunciava a febbraio 2022 il rinnovo fino al 2041 della concessione idroelettrica in essere a CNR, uno dei maggiori player francesi di settore attivo nei bacini del Rodano. Rinnovo che veniva accompagnato da un impegno di investimento di 165 milioni di euro suddivisi in sei diversi interventi. In barba alle regole sulla concorrenza Ue.
Proprio mentre si chiedeva all'Italia di cedere le proprie concessioni e i principali operatori italiani Enel, A2A ed Edison criticavano il punto del ddl Concorrenza che prevedeva - per volere Ue - la cessione, sostenendo che l’apertura alla concorrenza estera potesse rappresentare un rischio sia economico che strategico per la Nazione. Un allarme lanciato anche dal Copasir nel suo rapporto sull'energia nel quale il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ammoniva sull'apertura delle gare per l'idroelettrico a operatori esteri “in un regime di non reciprocità” che invece viene adottato dagli altri paesi.
Nel corso del dibattito dell’evento che si è tenuto lo scorso 23 febbraio 2022, presso il Centro Studi Americani, durante fu presentato il Rapporto “Le concessioni idroelettriche in Italia: incertezze e opportunità per il rilancio del Paese” era emerso infatti come nonostante la strategicità dell’idroelettrico e l’importanza che questa fonte ricopre per il raggiungimento dei target europei, l’attuale quadro normativo limitasse lo sviluppo del settore in Italia.
In particolare, a livello europeo, l’Italia è l’unico Paese ad aver effettuato un’apertura così ampia del proprio mercato delle concessioni per uso idroelettrico, operando quindi in un contesto di non reciprocità all’interno dell’Unione Europea. L’archiviazione delle procedure di infrazione da parte della Commissione europea nei confronti dell’Italia e anche degli altri Stati Membri (ad esempio, Austria e Svezia) - che non hanno aperto alla concorrenza - fa ragionevolmente supporre che non vi sarà, quanto meno nel breve periodo, un’apertura di altri mercati pari a quella italiana. Non solo: l’Italia registra una durata massima delle concessioni idroelettriche tra le più basse, con un minimo di 20 e un massimo di 40 anni (vs. 75 anni di Francia, Portogallo e Spagna).
https://ageei.eu/energia-nessuna-reciprocita-in-ue-italia-apre-le-gare-mentre-la-francia-se-ne-infischia-della-concorrenza-e-vale-anche-per-la-bolkestein/
Scriveva l'Huffington Post:
https://www.huffingtonpost.it/esteri/2022/05/05/news/macron_da_scholz_lunedi_vertice_su_difesa_ed_energia-9326103/
Era già stato scritto:
https://ageei.eu/le-concessioni-idroelettriche-in-italia-incertezze-e-opportunita-per-il-rilancio-del-paese/
https://ageei.eu/gargano-anbi-italia-non-svenda-le-rinnovabili-agli-operatori-esteri/