Politica31 Marzo 2022 13:28

Draghi: Nessun pagamento in rubli per il gas russo. Paesi Sud Europa possono essere un hub.

Draghi ha riconosciuto che Italia e Germania, come altri paesi, di fatto finanziano la guerra russa. "necessario un Price cap europeo al gas". Le forniture di gas all’Europa e all’Italia “non sono in pericolo”, ha comunque assicurato il premier

“I contratti esistenti rimangono in vigore, si applica alle aziende europee che continueranno a pagare in euro o in dollari. La spiegazione di come conciliare le posizioni di pagamento e l’indicazione del pagamento in rubli è stata molto lunga, ho semplicemente ascoltato i tecnici che si sarebbero messi poi in contatto per capire meglio. Quello che ho capito io è che la conversione delle valute è un fatto interno della Federazione russa, dopodiché le analisi per capire che significa sono in corso”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi alla stampa estera. “La sensazione è che non è assolutamente semplice cambiare la valuta senza violare i contratti”, ha aggiunto Draghi. “Non è facile cambiare valuta di riferimento – ha poi chiosato -. L’Europa ha provato a ridefinire in euro gli scambi ma non ha funzionato. Le difficoltà tecniche si sono rivelate insormontabili”. "Credo ci sia stato un processo di riflessione interna della Russa" su questo punto, ha ammesso il premier.

PAESI SUD EUROPA POSSONO ESSERE HUB ENERGETICO

“La constatazione più importante è che i paesi del sud dell’Europa possono essere un hub importantissimo di gas oggi ma soprattutto di idrogeno domani. Un hub che può funzionare molto bene e destinare le risorse della sponda sud verso il Nord. Gli investimenti di infrastrutture sono molto importanti. Nei paesi del Sud c’è l’ipotesi del gasdotto tra Italia e Spagna ne abbiamo accennato con Sanchez c’è l’ipotesi dell’EastMed ma devono essere studiate. La commissione ha allo studio la fattibilità di Eastmed”. Tuttavia non si può contare su queste infrastrutture nel breve”, ha precisato il premier aggiungendo poi di non saper rispondere a un coinvolgimento della Turchia: “Su EastMed non saprei rispondere se la Turchia è coinvolta al momento la Commissione sta procedendo a uno studio di fattibilità su sostenibilità economica e di approvvigionamento”, ha precisato il premier rispondendo a una domanda.

COSA HA FATTO IL GOVERNO PER DIVERSFICARE LE FORNITURE

“Il governo si è mosso subito su vari piani prima di tutto la diversificazione, per quanto riguarda i fornitori e per quanto riguarda le rinnovabili. Bisognerà aumentare significativamente la velocità degli investimenti. Il governo ha già approvato disposizioni per aumentare la velocità autorizzativa. Poi c’è un altro piano quello delle politiche - ha proseguito Draghi : l’Italia sostiene un tetto del gas. Ma bisogna capire che quanto più sostituiamo il gas con altri fornitori tanto più difficile è compensare. Da subito il 30-40% sarà facile poi diventerà più complicato. Il terzo piano riguarda l’aiuto a famiglie e imprese colpite dagli alti prezzi del gas, il governo ha speso circa 20 mld di euro e continueremo a monitorare la situazione e a decidere altri interventi quando necessari”.

"SI, FINANZIAMO LA GUERRA COMPRANDO MATERIE PRIME IN RUSSIA"

Si può dire che Italia e Germania stiano finanziando la guerra di Putin visto che importando entrambe gas? “Sono d’accordo con Lei – ha risposto Draghi a una domanda -. Stiamo finanziando insieme ad altri paesi importatori di gas, petrolio, carbone, mais grano, la guerra. È anche per questo che l’Italia nel Consiglio europeo ha spinto insieme a Grecia, Belgio e altri verso l’attuazione di un price cap al gas perché non c’è motivo sostanziale che il prezzo del gas sia così alto per gli europei. Il punto è che non è semplice perché la Russia non può vendere il gas a nessun altro cliente a parte l’Europa per cui c’è lo spazio per fissare un tetto. Dall’altra parte si dice: se la risposta fosse niente gas? Si devono superare i timori di una risposta russa, per abbassare i finanziamenti alla Russia dobbiamo abbassare il prezzo del gas perché nell’immediato non possiamo farne a meno”, ha detto il premier che rispondendo a un'altra domanda ha assicurato che le forniture di gas all’Europa e all’Italia “non sono in pericolo”.