Politica6 Marzo 2023 11:36

Agrifood Monitor, Tabarelli (Nomisma): sui costi energetici il peggio è passato. Obiettivo 55% entro il 2030 irrealizzabile

"Sull'energia il peggio è passato, possiamo tirare un respiro di sollievo, l'Europa è stata resistente e i mercati hanno funzionato. Rimane un'inflazione alta, ma oggi il prezzo del gas continua a scendere e oggi è arrivato a 43 euro per megawattora. C'è una grande connessione tra agricoltura e energia, oggi la rivoluzione ecologica in Europa sta portando dei problemi".

Così Davide Tabarelli, Presidente Nomisma Energia, in occasione del VII Forum Agrifood Monitor organizzato da Nomisma.

"Lo scenario globale è questo: noi europei stiamo facendo da 30 anni i primi delle classe. Oggi la finanza vuole investire sulla sostenibilità, con attenzione sui biocarburanti, come biogas e biomasse. Oggi però il petrolio rimane la prima fonte al mondo con 100 milioni di barili al giorno e in questa cifra ci sono 2 milioni e mezzo di biocarburanti che però, va ricordato, tolgono alimenti alla popolazione. In questo scenario se c'è da dare un aiuto, questo non va dato alla finanza, ma alla nostra agricoltura.

Oggi la domanda di energia sale ed è coperta all'80% da combustibili fossili, come 50 anni fa. Per raggiungere gli obiettivi di Parigi avremmo bisogno del doppio dell'impatto della pandemia per ogni anno. Le politiche energetiche europee sono queste: dal 1990 ad oggi siamo attorno al 24% di taglio delle emissioni, con l'obiettivo 55% entro il 2030. Significa raddoppiare entro 7 anni quello che abbiamo fatto in 30, quando però c'era più spazio di manovra. Questo è un obiettivo impossibile, tranne che con l'alternativa di una decrescita.

In futuro avremo ancora bisogno di molto gas e per questo dobbiamo pensare ad una pace in cui sarà coinvolta anche la Russia. Pensiamo solo che come Italia abbiamo inviato all'estero 100 miliardi di euro per l'energia, equivalente al 6% del Pil. Oggi abbiamo avuto due fattori positivi che hanno mitigato le conseguenze: un inverno mite e il flusso del gaso russo che a Treviso non si è mai interrotto. Oggi l'Italia sta cercando altri fornitori, principalmente dall'Africa, ma ricordiamo il fallimento in Libia, sparito proprio per gli idrocarburi. Torniamo alla Russia: è il più grande paese del mondo per estensione ed è Europa, non possiamo non considerarla, inoltre i cambiamenti nel campo dell'energia prevedono tempi lunghissimi.

Il mercato energetico ha avuto oscillazioni mai viste. In Italia il bilancio energetico è calato dal 2005, una decrescita "infelice", perché è causata da una produzione inferiore. Siamo passati dal petrolio al gas, mentre è cresciuta l'importazione dell'energia nucleare dall'estero, ma che ha una criticità dovuta a 56 centrali nucleare europee obsolete. Il fotovoltaico e l'eolico sono arrivate al 6%, ma per esempio quest'anno avremo problemi con l'idrolettrico, a causa della scarsità della neve in montagna. Va ricordato che il raddoppio del consumo rinnovabile in Italia è dovuto alle bioenergie. Per le politiche energetiche ci basiamo su tre pilastri: ambiente, competitività e sicurezza, con l'Italia che fatica negli ultimi 2 aspetti. La crisi accentua poi il distacco tra il costo energetico in Italia rispetto all'estero".