Si è tenuto oggi presso il Tempio di Adriano in Piazza di Pietra a Roma, la conferenza stampa di presentazione del 2° Summit Nazionale sull'Economia del Mare Blue Forum. Al centro dell'incontro gli scenari e le prospettive di un settore centrale per le imprese e l'intera economia italiana.
Di seguito gli interventi:
“L'economia del mare è il frutto di almeno otto nove filiere, ognuna delle quali ha dato all'Italia concrete soddisfazioni. Andiamo dalla pesca alla movimentazione delle merci e delle persone, dal turismo allo sport legato al mare, alla crocieristica, alla nautica, alla cantieristica. Alcune sono anche tradizioni plurisecolari. Il grosso problema è che le filiere non sempre dialogano tra di loro e quindi la capacità, la potenzialità strategica dell'Italia risulta ridimensionata", ha detto ad AGEEI il ministro per la protezione civile e per le politiche del mare.
“L'obiettivo di creare un Ministero per le Politiche del mare fondamentalmente serve a raggiungere questo obiettivo, a creare un luogo di coordinamento e di programmazione. Quindi sono convintissimo che possiamo fare di più. L'Italia è leader in alcune filiere, in altre un po meno. Subiamo la concorrenza non solo dei paesi europei, ma anche di quelli extraeuropei. Superare queste difficoltà, consolidare una posizione di primato economico credo che sia l'obiettivo di ogni governo, certamente del nostro!".
A margine dell'evento, così si è espresso con AGEEI il il Segretario Generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli: “L'economia del mare è un'area importante dell'economia italiana e anche dell'economia europea. In Italia sono circa 220 230.000 le imprese che operano nell'economia del mare e creano valore aggiunto per circa il 9% rispetto al PIL generale del Paese e creano molto occupazione e soprattutto si espandono anche in settori in aree che sono il futuro della nostra economia, come per esempio tutto il tema del green che pesa e peserà sempre di più sull'economia del mare per avere i risultati che tutti ci aspettiamo.”
“Oppure il tema dei collegamenti marittimi internazionali che vedono e potranno vedere ancor di più nei porti dell'Italia una porta d'accesso e di uscita importante per le merci che provengono dall'Est dell'Asia e che raggiungono l'Europa. E sono tutti temi che fanno pensare che l'economia del mare, a cui talvolta si è dedicata poca attenzione, invece è un'area su cui concentrare molte attenzioni perché passerà molto dello sviluppo del nostro Paese”.
“Oggi si è tenuta la presentazione del secondo summit nazionale dell'economia del mare e devo dire che è una grossa soddisfazione perché noi - come Camera di Commercio Frosinone latina - siamo oltre dieci anni che ci occupiamo dell'economia del mare e stiliamo un rapporto: presenteremo a Gaeta l'undicesimo", ha dichiarato ad AGEEI a margine dell'evento, così si è espresso il Coordinatore nazionale di Ossermare-Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare Antonello Testa.
“Il mare, è stato detto ampiamente oggi, ha un peso notevole sulla ricchezza italiana. Paradossalmente fino a qualche anno fa la politica se ne è occupata poco, oggi va dato merito a questo Governo e al ministro Musumeci che stanno sensibilizzando molto. I numeri li daremo il 27 maggio come anticipato a Gaeta, dove presenteremo il rapporto, ma si avverte una una forte spinta positiva, un trend di crescita e soprattutto una vitalità dei mercati dell'economia del mare delle sette filiere che le compongono. Devo dire che la soddisfazione nostra è massima anche la partecipazione a questa conferenza stampa lo dimostra e c'è una forte vicinanza a questo tema. Ormai è assodato che che l'Italia è una nazione di mare così come abbiamo denominato il nostro summit”.