News4 Luglio 2024 16:47

Sogin, ritorna regime consulenze legali ai fiduciari. Epurati i dirigenti che si opposero

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Roma - Circa venti anni fa veniva sollevata all’attenzione pubblica, tra inchieste giornalistiche e interrogazioni parlamentari, la tendenza in casa Sogin alla “manica larga per le consulenze”, appellate con il termine di ‘favori atomici’. Particolare enfasi veniva dedicata ai pareri legali affidati a professionisti esterni. “Ma alla Sogin, la Società per la gestione degli impianti nucleari, incaricata della bonifica, si è pensato soprattutto a spendere. In ricche consulenze: come quella allo studio di Cesare Previti” riportava nel 2007 una nota testata. Che, tra le varie, segnalava “una parcella per lo studio Previti … chiamato a fornire lumi su una controversia tra Italia e Stati Uniti sulla proprietà delle barre di combustibile nucleare Elk River stoccate a Rotondella (Matera)”. Lauti incarichi consulenziali continuarono ad essere elargiti allo stesso studio durante il mandato 2010-2013 dell’A.D. Giuseppe Nucci, quando la Sogin impegnò a suo favore circa duecentomila euro in cambio del supporto nella predisposizione del modello societario di gestione e controllo (incarico a Stefano Previti prot. n. 27766 del 9.7.2013), in disparte la parcella per un parere (C0464S13) sul regime di pubblicità di atti di gara.

Allora come oggi a guidare la direzione legale c’era Vincenzo Ferrazzano, che Gian Luca Artizzu - da capo del Personale in Sogin - propose di nominare per l’attuale ruolo già nel 2022 mettendosi apertamente di traverso al Presidente del collegio sindacale Salvatore Lentini (subentrato all’A.D. Fontani per effetto del commissariamento) che aveva scelto di puntare sul responsabile al tempo dell’Ufficio Appalti: che secondo i bene informati, Artizzu non sembrava vedere di buon occhio ma senza riuscire ad evitarne la designazione (AGEEI ha dedicato a tale vicenda un apposito articolo nel luglio 2022).

Così oggi lo studio legale Previti “ritorna” nell’orbita della Società, in corrispondenza, per ora, di un prossimo webinar dedicato al ‘whistleblowing’, che è un tema quanto mai di attualità viste le contestazioni sollevate avverso la nomina dell’attuale RPCT della Sogin per lamentate violazioni della normativa anticorruzione, nonché alla luce delle sanzioni disciplinari comminate qualche mese fa dall’A.D. Artizzu e dal Capo del Personale Belinda Sepe ai dipendenti che nel 2021 avevano segnalato le irregolarità rilevate nell’analisi dei contratti del Deposito nazionale cui erano stati assegnati.

Ma, a dire il vero, il nome di Previti, come quello di tanti altri, non è mai scomparso dal radar dell’azienda, campeggiando in bella mostra per anni nell’Albo dei consulenti legali della Società in cui venne fatto iscrivere dagli uffici della Sogin, seguendo una particolare prassi interna (differente dalle esperienze di altre amministrazioni), consolidatasi nel tempo, che nell’ultimo anno è diventata terra di scontro tra il ‘conservatore’ A.D. Gian Luca Artizzu e i dirigenti - poi da lui epurati - che si erano mostrati refrattari ai meccanismi di cooptazione “blindata” dei fiduciari.

Il valore e la storia dei professionisti non sono assolutamente messi in discussione. Ma di preminente interesse risulta il modo con cui un’azienda pubblica tende ad aprirsi o chiudersi al mercato, causando il rischio del determinarsi di rendite di posizione.

Stando a quanto riferito da dipendenti di lungo corso, la distribuzione delle consulenze legali in Sogin, anche sulla scorta del fatto che si tratti di servizi esclusi dall’applicazione del Codice degli appalti, ha comunque seguito, per molto tempo, un percorso interno ‘de-regolato’. Tutto è ruotato intorno ad un elenco di professionisti di fiducia che non ha mai conosciuto la pubblicazione neppure di un avviso di evidenza generale volto alla selezione di nuovi operatori o all’aggiornamento della posizione di quelli già iscritti. Si individuava un avvocato, lo si investiva di una necessità aziendale a mezzo mail o oralmente, quasi sempre la lettera di incarico era emessa successivamente alla prestazione resa (come da consuetudine al giorno d’oggi: vedasi caso del difensore esterno della Sogin - nei contenziosi con i dirigenti espulsi nel 2022 - dimessosi qualche settimana fa, cui AGEEI ha dedicato un precedente articolo) ma nel frattempo lo si invitava a iscriversi presso l’Albo dei consulenti legali, che è così divenuto una mera rassegna dei nominativi di volta in volta cooptati dalla Sogin e alla quale la Sogin stessa si riservava di attingere, per l’oggi o il domani, evitando il confronto all’attualità con il settore.

Nel 2019 l’Ufficio Legale introdusse una c.d. istruzione operativa, identificata con il nr. 92, che riportava indicazioni sulle modalità di esecuzione e di registrazione degli atti. Tuttavia, per quanto già a livello intuitivo fosse di rango inferiore a linee guida, regolamenti e procedure, il documento conteneva anche una prescrizione di peso: gli affidamenti dei servizi legali erano consentiti solo se rivolti ai professionisti già presenti nell’elenco dei fiduciari tenuto dall’Ufficio Legale.

Occorrerà attendere il 2023 e l’insediamento dell’Organo Commissariale perché si rilevasse che l’istruzione non era del tutto aderente alle prescrizioni contenute nelle Linee Guida dell’ANAC n. 12 che, al contrario, prevedevano il ricorso all’Albo interno solo come una delle opzioni possibili da parte di una Stazione Appaltante e che quest’ultima era nella facoltà di determinarsi per l’apertura al mercato affidando i servizi legali direttamente a nuovi professionisti. Così come è avvenuto, sotto il mandato dei Commissari, rompendo la tradizione pluriennale dell’azienda e, in parecchi casi, garantendo considerevoli risparmi economici negli impegni di spesa.

Non solo. Si rilevò pure che quel criterio era stato introdotto mentre era presente una decina di categorie per l’area legale presso un altro, diverso Albo societario, quello dei Fornitori, tenuto da un differente Ufficio, quello preposto agli Appalti.

Ma il nuovo corso durerà appena un anno, il tempo del mandato commissariale: con l’arrivo del nuovo vertice di Sogin nominato il 3 agosto 2023, si assisterà infatti al riaccreditamento della prassi consolidatasi nel passato. Dopo pochi mesi, infatti, i dirigenti che avevano guidato le competenti strutture al fianco dei Commissari sono stati addirittura oggetto di formale contestazione a mezzo di uno specifico audit coordinato dal direttore che poi rassegnerà le proprie dimissioni dalla Società. Un audit mirato, per il quale Artizzu e consiglio di amministrazione chiesero a quest’ultimo di appurare se ci si fosse attenuti all’istruzione e non se l’istruzione fosse conforme alle norme di settore.

AGEEI ha chiesto a SOGIN di sapere se corrisponde al vero e, ove fosse, come sia stato possibile che l’attuale mandato abbia contestato ai propri dirigenti di non aver seguito, nell’attribuzione di incarichi legali, una istruzione operativa interna, la n. 92, precedentemente censita come non in tutto rispondente alle linee guida Anac di settore e alla legge sull’equo compenso piuttosto che chiedere all’internal audit se la istruzione stessa - che non ha rango nè di regolamento nè di procedura - fosse conforme alle leggi. Da SOGIN non è giunta alcuna risposta. 

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