Politica31 Gennaio 2024 17:54

Sogin, D’Alfonso (Pd) invoca intervento della Corte dei Conti: “Raggirata figura giuridica ministero”

“Noi abbiamo un soggetto strumentale dei nostro ordinamento, Sogin, che nell’ambito della sua riorganizzazione individua una risorsa umana il dottor Bono, che si è messo in cammino verso altre realtà istituzionali, a un certo punto viene richiamata questa figura e riceve un tale carico di lavoro, di ruolo, di inquadramento giuridico da far coltivare il legittimo sentimento della gelosia, dell'invidia, della competizione, a tutti gli altri che erano in attesa di poter essere utilizzati idoneamente come prevede l’ordinamento. La domanda che abbiamo posto è: è immaginabile che il trattamento del Dottor Bono venga riservato a tutti? È la ragione per la quale dal Medioevo a oggi noi abbiamo generato una evoluzione del diritto per fare in modo che la par condicio sia il vero cognome dell’ordinamento. La parità di trattamento attraverso l’istruttoria, la comparazione dei titoli, le attrezzature curriculari, la valutazione esperienziale non è accaduto questo perché è andato in onda un trattamento amicale, dove fiduciarietà non vuol dire amicalità. Benedetto da Norcia diceva che se si lasciano persone senza carichi di lavoro si generano atti impuri, a Sogin c’è il rischio di atti impuri”. Lo ha detto Luciano D’Alfonso del Pd esponendo in Commissione Ambiente della Camera le ragioni che lo hanno portato a presentare un’interrogazione sulla Sogin e in particolare sulla nomina di Giuseppe Bono a direttore del regolatorio della società.

Qui l’interrogazione presentata

D’Alfonso si è poi detto “insoddisfatto della ricostruzione fattuale” del viceministro Vannia Gava secondo la quale “Giuseppe Bono è ampiamente in possesso di tutti i requisti di competenza ed esperienza professionale a garanzia delle tematiche da trattare in ragione delle funzioni assegnate e dell’inquadramento come quadro-manager”, ha spiegato nel corso della risposta in Commissione.

Secondo l’esponente Pd infatti “il passaggio ad altro soggetto di lavoro senza consentire quando rientra costui di cui stiamo parlando (Bono, ndr), deve essere consentito agli altri che sono rimasti, la parità di condizione, di valutazione di istruttoria. Undici vice direttori privi di utilizzo rappresentano anche un potenziale danno erariale – ha detto D’Alfonso -. Questa persona che dispone di sicuro di una luce immagino fiduciaria, di sicuro accompagnata da amicalità nel momento in cui prende a sé ogni carico di lavoro fino ad occuparsi dell’attività regolatoria, crea all’interno dell’ente, del datore di lavoro, dello spazio giuridico una differenza di trattamento che a mio avviso produce anche disvalore, anti-giuridicità. Allora chiedo al ministero vigilante: avete vagliato qual è la dotazione di risorse umane all’interno di quello spazio giuridico? Non c’erano altri rimasti in esercizio di attività che potevano essere utilizzati? Perché questo trattamento differenziato? Una cosa dice l’ordinamento italiano: quando si assumono risorse nello spazio giuridico del bilancio del nostro ordinamento va data la stessa possibilità a tutti, soprattutto quando l’ente di cui si sta scrivendo non è un ente che organizza concerti sulla Maiella ma bonifiche, un’attività a rilevantissimo interesse pubblico. Ecco perché non si può organizzare l’amicalità ma vanno organizzate le competenze e la dirittura dei doveri. Per questo dico che c’è totale insoddisfazione e secondo me è stata raggirata anche la figura giuridica del ministero. Servirebbe un’attività introspettiva anche chiedendo al magistrato delegato della Corte dei Conti qual è lo stato esatto dei fatti”, ha concluso D’Alfonso.

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