Energia4 Agosto 2022 11:55

Per l’Italia i costi di import del petrolio sono aumentati di quasi l’80%. I dati Unem

Nei primi sei mesi 2022, il costo che l'Italia ha sostenuto per rifornirsi di greggio dall'estero è salito del 79,3% rispetto allo stesso periodo del 2021. Incremento che non tende a rallentare e che è stato ulteriormente appesantito dall'indebolimento dell'Euro nei confronti del Dollaro Usa. L'Italia ha importato 30 milioni di tonnellate di petrolio con un incremento del 13% rispetto allo stesso periodo 2021. Il primo paese fornitore è ora la Russia a causa della particolare situazione della raffineria Isab (di proprietà Litasco-Lukoil) che da mesi importa solo petrolio russo non avendo al momento altre possibilità di approvvigionamento. Al netto di ciò, il peso della Russia sarebbe limitato a pochi punti percentuali. Nel primo semestre sono già 23 i paesi che hanno rifornito di greggio l'Italia. È quanto si legge nell’aggiornamento consueto dei numeri dell’energia di unem.

Stando ai dati provvisori, a giugno 2022 i consumi petroliferi sono cresciuti del 3,1% rispetto allo stesso mese del 2021 con una ripresa in particolare per il jetfuel che però ancora non ha raggiunto i volumi pre-covid. Volumi complessivi in linea (+0,3%) anche se confrontati con giugno 2019 (periodo di pre-pandemia).

Stando ai dati provvisori, a giugno 2022 le vendite di carburante (benzina + gasolio + gpl), sono cresciute dello 0,5% rispetto allo stesso mese del 2021. Il confronto risulta positivo anche se confrontato con giugno 2019 (periodo pre-pandemico) con una variazione del +4%.
Andamento dello stacco Italia
Lo stacco ponderato (benzina + gasolio) dopo aver chiuso il 2021 con un valore medio di -0,039 euro/litro conferma l'andamento anche nei primi sei mesi 2022 assestandosi ad un valore medio analogo.

Le immatricolazioni di autovetture a luglio 2022 continuano a segnare una contrazione (-0,5%) rispetto a luglio 2021 nonostante la presenza degli incentivi. Il calo accumulato nel primo semestre 2022 è pari al -19,9% nei confronti dei primi sette mesi 2021. Calo che supera il -35% se lo si confronta con un periodo antecedente alla pandemia (2019).

A luglio 2022 il prezzo della benzina è stato in media pari a 2,012 €/litro, superiore di circa 36 cents rispetto allo stesso mese del 2021, per la eccezionale pressione internazionale sui prodotti raffinati causati soprattutto, ma non solo, dalla guerra. Prezzi in calo nelle ultime settimane.

A luglio 2022 il prezzo del gasolio è stato in media pari a 1,967 €/litro, superiore di 46 cents rispetto a luglio 2021, incremento dovuto alla eccezionale impennata delle quotazioni del barile e del gasolio europeo in particolare e questo nonostante la riduzione temporanea delle accise che hanno potuto solo limitare l'enorme aumento della materia prima. Prezzi in calo nelle ultime settimane.

A luglio 2022 il prezzo del gpl auto è stato pari a 0,826 €/litro, superiore di circa 15 cents rispetto al prezzo di luglio 2021 a causa di forti pressioni internazionali sul prezzo del gas.

A luglio 2022 il prezzo del gasolio riscaldamento in media è stato pari a 1,948 €/litro, superiore di circa 65 cents rispetto allo stesso mese del 2021. Prezzi altissimi mai raggiunti in precedenza causati dalle quotazioni internazionali record del gasolio sul mercato europeo. Prezzi in calo nelle ultime settimane.

A luglio 2022 il prezzo dell’Oc BTZ in media è stato pari a 0,876 €/kg, superiore di circa 22 cents rispetto a luglio 2021, ma in lieve calo rispetto alle punte raggiunte il mese scorso.
Fiscalità sui prezzi dei carburanti

A seguito del taglio provvisorio delle accise, a fine luglio 2022 l'Italia continua a non comparire nei primi posti tra i Paesi dell'Unione Europea per la maggiore imposizione fiscale sui carburanti. Prima assoluta risulta essere la Francia sia sulla benzina che sul gasolio auto. L'Italia si piazza al centro classifica e per il gasolio anche al di sotto del livello di tassazione media della UE.

A inizio luglio il paese europeo con il prezzo alla pompa più alto per la benzina era la Finalndia, mentre per il gasolio primeggiava la Svezia. Sul Gpl auto il paese più caro è risultato essere la Spagna.

Nei primi cinque mesi 2022 le lavorazioni delle raffinerie (di greggio, semilavorati esteri e additivi) sono state pari a 27,5 milioni/tonnellate, con un incremeneto del 10,5% rispetto ai primi cinque mesi 2021. L'utilizzo degli impianti (riferito ai greggi e semilavorati importati) è in risalita e ora pari al 74,2%. I prodotti ottenuti dalle raffinerie italiane sono aumentati del 9,3% nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo 2021. In aumento gasolio benzina e jetfuel. In calo le produzioni di bitume e lubrificanti.

Nei primi quattro mesi 2022, in base a dati provvisori, le importazioni di prodotti finiti sono ammontate a circa 4,7 milioni di tonnellate con un lieve aumento (+2%) rispetto allo stesso periodo 2021. In aumento gli arrivi di gpl, benzina e jetfuel, in calo soprattutto l'olio combustibile. Le importazioni di semilavorati esteri segnano ancora un calo anche se di entità minore rispetto ai mesi precedenti (-6,8%).

Sempre nel primo quadrimestre 2022, in base a dati provvisori, le esportazioni di prodotti sono ammontate a 8,4 milioni di tonnellate con un calo del 2% rispetto allo stesso periodo 2021 ma con un trend in crescita. In forte calo le esportazioni di olio combustibile, lubrificanti e jetfuel mentre sono in aumento quelle di gasolio, benzina e biocarburanti.