Energia19 Maggio 2023 09:35

Osservatorio confcommercio energia: tornano a crescere le bollette per le imprese

Osservatorio Confcommercio Energia: ad aprile si fanno già vedere gli effetti della reintroduzione degli oneri di sistema. Nel 2023, nonostante gli interventi del Governo, la spesa energetica complessiva delle imprese del terziario risulterà superiore del 35% rispetto al 2019.

Nonostante la lieve flessione dei prezzi di fine aprile la crisi energetica del biennio 2021-2022 non può considerarsi ancora superata e i suoi effetti si faranno sentire anche nel prossimo futuro. Secondo l'Osservatorio Confcommercio Energia, l'analisi trimestrale sui costi energetici per le imprese del terziario, con la reintroduzione degli oneri di sistema, infatti, già dal mese di aprile 2023 si iniziano a vedere i primi effetti con l’aumento del costo dell’energia per talune categorie d’imprese precedentemente esentate dal pagamento di tale componente della bolletta. E, per il 2023, nonostante gli interventi del Governo, la spesa energetica complessiva delle imprese del terziario risulterà superiore del 35% rispetto ai livelli pre-crisi. Per questo occorre potenziare la percentuale di detrazione prevista per i crediti d’imposta “energetici” riferiti al secondo trimestre 2023 e azzerare, per il medesimo periodo, anche gli oneri generali di sistema elettrici. Negli ultimi tre anni i costi energetici di elettricità e gas per le imprese del terziario di mercato sono fortemente aumentati passando dai 13,4 miliardi del 2019, ai 18,6 del 2021 fino ai 32,9 miliardi del 2022. I crediti d'imposta “energetici” hanno rappresentato un elemento vitale per le imprese: basti pensare che, se utilizzati da tutte le imprese aventi diritto nel 2022, il beneficio fiscale ridurrebbe la spesa energetica complessiva di circa 5,9 miliardi di euro portandola, quindi, a 27 miliardi di euro (il 18% in meno). "Nel 2023  - sottolinea Confcommercio - secondo le nostre stime, la spesa potrebbe ridursi a circa 20,8 miliardi di euro e a 18,1 miliardi di euro se si considerasse, anche in questo caso, il potenziale contributo dei crediti d’imposta luce e gas. Tuttavia, anche nel caso in cui tutte le imprese del terziario di mercato usufruissero dell’agevolazione fiscale, la spesa energetica complessiva, nel 2023, risulterà comunque superiore del 35% rispetto ai livelli del 2019".

Caro bollette: la situazione delle varie categorie

Per un albergo di medie dimensioni, ad aprile 2023, si registra una riduzione del prezzo della bolletta dell’energia elettrica intorno al 5% rispetto al mese di marzo, ma rispetto ad aprile 2021 (4.654€), la bolletta risulta superiore del 30,4%. Anche per il gas la bolletta mensile per i mesi invernali 2023-2024 - in media 2.278 € - risulta in riduzione del 33% rispetto all'inverno 2022-2023, ma ancora superiore del 44% rispetto alla bolletta dell'inverno 2020-2021.

Anche per la categoria dei bar si rileva una riduzione della bolletta elettrica rispetto a marzo (-6%) ma ancora superiore del 41,5% rispetto ad aprile 2021. Il costo della bolletta del gas previsto per l’inverno 2023-2024 risulta sostanzialmente in linea con il costo dell'inverno 2020-2021.

Stessa cosa per i ristoranti: -6% per l’energia elettrica ad aprile ma +40,7% rispetto allo stesso mese del 2021; per il gas l'importo mensile delle bollette del gas, per l'inverno 2023-2024, è in netta riduzione rispetto all'inverno 2022-2023 (-36,4%) ma ancora del 13% superiore rispetto all'inverno 2020-2021.

Per i negozi di generi non alimentari, ad aprile 2023, si registra invece un aumento del prezzo della bolletta del 16% rispetto a marzo a causa, soprattutto, della reintroduzione degli oneri generali di sistema, pari a circa 76,2 €. Rispetto alla bolletta di aprile 2021, l’incremento è del 28,6%. Il costo della bolletta del gas previsto per l’inverno 2023-2024 risulta sostanzialmente in linea con il costo dell'inverno 2020-2021.

La bolletta elettrica pagata dai negozi di generi alimentari per il mese di aprile 2023 è in calo del 5% rispetto a marzo 2023 ma in aumento del 32,5% rispetto ad aprile 2021. Per quanto riguarda le forniture di gas, anche in questo caso il costo della bolletta previsto per l’inverno 2023-2024 risulta sostanzialmente in linea con il costo dell'inverno 2020-2021.

Per le grandi superfici di vendita la bolletta elettrica di aprile è in riduzione del 6% rispetto a marzo, ma segna un +30,4% rispetto ad aprile 2021. Mentre per il gas l'importo medio mensile della bolletta, per l'inverno 2023-2024, è in netta riduzione rispetto all'inverno 2022-2023 (-37%), ma ancora del 5% superiore rispetto al 2020-2021. Per tutte queste tipologie di imprese gli oneri di sistema elettrici costituiscono una componente significativa incidendo fino al 16%-17% sulla bolletta finale.

Con riferimento al settore dei trasporti, ad aprile 2023, il prezzo alla pompa del gasolio si è attestato in media su 1,76 €/Litro, in riduzione del 2,8% rispetto al mese di marzo, quello della benzina si è attestato in media su 1,87 €/Litro, in lieve aumento rispetto al mese di marzo dell’1,1%. Si è quindi chiusa la fase di anomalia del mercato dei carburanti, in cui il prezzo del gasolio era risultato più alto di quello della benzina.

Costi e consumi, le indagini di Confcommercio

Il sistema Confcommercio sta affiancando a vario titolo le imprese associate nella loro “lotta” quotidiana al caro bollette con l’ausilio di numeri e indagini che fotografano la situazione e danno una reale dimensione dell’aumento dei costi che stanno diventando insostenibili.

L’Osservatorio Energia, un’analisi trimestrale realizzata in collaborazione con Nomisma Energia, consente alle imprese di avere uno sguardo completo sull’evoluzione e l’andamento dei prezzi energetici, mentre la Congiuntura Confcommercio analizza mensilmente l’andamento economico del Paese da un punto di vista macroeconomico.

La Confederazione ha anche lanciato la campagna social “#SOSbollette – Non spegneteci!” per rafforzare la richiesta di misure e interventi d’urgenza.

Caro energia: "viaggio" tra i prezzi di luce e gas in Europa

Dopo i picchi di agosto, dovuti al panico propagatosi sui mercati internazionali, il trend al rialzo dei prezzi di energia elettrica e gas si è invertito. Infatti, il prezzo del gas TTF, quello che ha guidato i rialzi, fa segnare a ottobre una pesante flessione portandosi a circa 100 €/MWh, dopo aver superato anche i 300 €/MWh a fine agosto. Ancora più intenso il ridimensionamento dei prezzi dell’elettricità, che dipendono direttamente da quelli del gas, scesi sotto i 150 €/MWh, dopo i picchi di oltre 700 €/MWh di fine agosto.

infografica costi elettricità

Secondo un’analisi comparativa realizzata da Confcommercio, in collaborazione con Nomisma Energia, confrontando la spesa teorica annuale delle bollette elettriche del mercato libero delle imprese del commercio, del turismo e della ristorazione italiane con quelle pagate dalle medesime tipologie di imprese in Francia e Spagna, emerge che l’Italia, che aveva già il triste primato di avere i prezzi di elettricità e gas più alti d’Europa, con l’ultima crisi vede non solo ribadita questa debolezza, ma addirittura peggiorata.

Leggi anche la guida di Confcommercio alla lettura della bolletta 

Tutte le categorie economiche prese a riferimento, infatti, pagano in Italia, a parità di consumi e di potenza impegnata, una bolletta elettrica notevolmente più elevata: alberghi, bar, ristoranti e negozi alimentari hanno una spesa elettrica mediamente superiore del 27% rispetto alle imprese spagnole e addirittura di quasi il 70% rispetto a quelle francesi. Meno severo il divario relativo ai negozi non alimentari che pagano, rispettivamente, l’11% e il 16% in più.

Stima della spesa teorica annua nel mercato libero per attività commerciali in Italia e confronto con Francia e Spagna (tariffe di ottobre 2022 applicate sui consumi dell’intero anno)

Attività

Dimensione e consumi

Prezzo

Spesa

Differenza con Italia (valori assoluti)

Differenza con Italia (valori percentuali)

Italia   Francia  Spagna Italia    Francia   Spagna Francia       Spagna Francia        Spagna

€/kWh €/kWh €/kWh % %
Albergo 90 kW 260.000 kWh/a 0,72 0,43 0,57 188.399 111.494 147.781 -76.905 -40.618 -69 -27
Ristorante 30 kW 35.000 kWh/a 0,75 0,44 0,58 26.080 15.434 20.457 -10.646 -5.623 -69 -27
Bar 20 kW 20.000 kWh/a 0,76 0,45 0,60 15.253 9.027 11.965 -6.226 -3.289 -69 -27
Negozio alimentare 90 kW 75.000 kWh/a 0,74 0,44 0,58 55.297 32.725 43.375 -22.572 -11.922 -69 -27
Negozio non alimentare 10 kW 18.000 kWh/a 0,76 0,66 0,69 13.701 11.805 12.365 -1.896 -1.336 -16 -11

Fonte: elaborazioni Confcommercio-Nomisma Energia su dati Eurostat

Il dato è tanto più significativo se si considerano le risorse complessivamente stanziate dai singoli Paesi nel 2022 per far fronte ai rincari energetici con l’Italia al primo posto con quasi 60 miliardi, quasi il doppio di quanto stanziato dalla Spagna. L’Italia, in sostanza, ha speso più sia della Francia che della Spagna pur continuando a registrare costi delle bollette elettriche decisamente più elevati rispetto ai due Paesi benchmark.

Paese T1-22 T2-22 T3-22 T4-22* Tot. In % del PIL
Italia 5,53 21,79 17,01 14,21 58,4 3,25%
Francia 10 10 10,85 20,55 51,4 2,06%
Spagna 2,8 15,3 6,75 6,75 31,6 2,63

Fonte: Elaborazioni OCPI su dati nazionali dei singoli paesi e Bruegel

* Le somme stanziate per il quarto trimestre sono una stima

Le interviste del presidente Sangalli

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha lanciato più volte l'allarme sul tema del caro energia, chiedendo al governo più sostegni per aiutare le imprese a fronteggiare i rincari. "Il caro bollette ci soffoca - si legge in una recente intervista al Quotidiano Nazionale - servono più crediti d'imposta volti a temperare gli impatti del caro-elettricità e del caro-gas a carico delle imprese vanno potenziati ed estesi temporalmente".

Tra le proposte di Sangalli anche una maggiore continuità alle riduzioni dell'accisa sui carburanti e dell'Iva sul gas e sul metano per autotrazione, e agli interventi di annullamento degli oneri generali di sistema. "Per le piccole imprese, vanno poi prorogati ulteriormente, almeno fino a tutto il 2023, i termini per la fine della tutela di prezzo nel mercato al dettaglio dell'energia elettrica. Anche per gli interventi specifici in favore degli operatori professionali del trasporto, servono continuità e potenziamento. Ma non va trascurato il problema della liquidità", ha concluso Sangalli.

Nonostante i numerosi interventi del governo per arginare i costi energetici, l'Italia ha registrato i prezzi più alti in Europa. Nell'intervista al Sole 24 Ore del 18 gennaio 2023, il presidente Sangalli ha ribadito le grandi difficoltà che i settori del commercio, della ristorazione e del turismo devono affrontare per i soli costi delle bollette. "Rispetto la Francia - ha spiegato Sangalli - è più del doppio, perché lì si è deciso di applicare un freno all'aumento delle tariffe. Lo stesso è accaduto in Spagna e in Germania".

Secondo il presidente di Confcommercio sul tema dell'energia serve "più coraggio" da parte del Governo. Tra le proposte lanciate: il rafforzamento dei crediti d'imposta energetici e la proroga a settembre dei termini per la loro fruizione. "Occorre poi prorogare, almeno per il 2023, la fine della maggior tutela di prezzo per le forniture di energia elettrica delle microimprese ed introdurre la possibilità di un ammortamento di lungo periodo dei costi energetici", ha concluso il presidente Sangalli.

Fonti di energia in Italia

L'Italia è da sempre all'avanguardia sul fronte delle energie rinnovabili, sia in Europa che nel mondo. Ad oggi le fonti rinnovabili coprono quasi il 40% del fabbisogno energetico elettriconazionale e il 19% complessivo.

Le principali fonti energetiche rinnovabili in Italia sono:

  • l'idroelettrico - presente nelle zone con forti pendenze come nell'arco alpino e lungo la dorsale appenninica (anche se in misura minore);
  • il fotovoltaico - soprattutto nel Sud Italia;
  • l'energia eolica - Sicilia, Sardegna in particolare, ma anche la parte meridionale della dorsale appenninica come Puglia, Campania, Basilicata;
  • l'energia geotermica - la Toscana è il punto nevralgico, sia per ragioni storiche che per caratteristiche geologiche.

Purtroppo, per colpa anche della pandemia, i margini di crescita del settore crescono troppo lentamente e anche quest'anno si confermano insufficienti per affrontare l'imminente caro bollette e l'emergenza climatica.

Secondo infatti il rapporto Comunità rinnovabili 2022 di Legambiente (testo integrale al seguente link PDF), in Italia sono presenti 1,35 milioni di impianti da fonti rinnovabili, per una potenza complessiva di 60,8 GW, di cui appena 1,35 GW installata nel 2021 tra idroelettrico, eolico e fotovoltaico. Rispetto al 2020 il contributo complessivo portato dalle fonti rinnovabili al sistema elettrico italiano è aumentato solo dell'1,58%. Crescono invece le Comunità Energetiche da fonti rinnovabili: sono infatti 100 quelle mappate da Legambiente in queste ultime tre edizioni del rapporto, 35 effettivamente operative, 41 in progetto e 24 in via di costituzione.

Secondo una ricerca di Confcommercio in collaborazione con Nomisma, "scontiamo l’errore di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni. Scontiamo, ancora, i troppi ‘no’ preconcetti e l’ipertrofia burocratica che, ad ogni passo, blocca decisioni e realizzazioni".

In Italia i settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore, sono regolati e controllati da Arera, l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. Si tratta di un'autorità amministrativa indipendente, istituita con la legge n. 481 del 14 novembre 1995. L'Arera opera come intermediaria tra i vari fornitori, tenendo a mente gli obiettivi di carattere sociale, la tutela dell'ambiente e l'uso efficiente delle risorse. Gli obiettivi principali dell'Agenzia sono:

  • garantire la promozione della concorrenza in ambito energetico (Mercato libero e tutelato);
  • tutelare gli interessi degli utenti e dei consumatori;
  • assicurare l'efficienza nei servizi di pubblica utilità.

Di recente l'Arera ha prorogato al primo aprile 2023 l'attivazione del Servizio a Tutele gradualiper le microimprese con potenza contrattualmente impegnata pari o inferiore a 15 kW. Invece fino al 31 marzo 2023 prosegue il normale servizio di maggior tutela per chi non ha ancora scelto un fornitore nel libero mercato.