Politica23 Febbraio 2023 16:47

Mase avvia iter con Ue su proposta decreto Cer. Pichetto :“Obiettivo decarbonizzazione e indipendenza energetica Italia”

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha avviato l’iter con l’Unione Europea sulla proposta di decreto che incentiva la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. La proposta di decreto dovrà ora attendere il via libera della Commissione Ue necessario per l’entrata in vigore.

“Con questo provvedimento – spiega il Ministro Pichetto – diamo all’Italia una nuova energia tutta rinnovabile. Il testo, rafforzato e arricchito dalla consultazione pubblica, è uno strumento coerente con il doppio obiettivo di questo governo: la decarbonizzazione entro il 2030 e l’autonomia energetica. La ricchezza dell’Italia sono le sue comunità. Il decreto le pone al centro di una strategia volta a produrre e consumare energia da fonti pulite risparmiando sui costi delle bollette. Se sapremo svilupparle come sistema Paese -conclude il Ministro - le Comunità Energetiche si riveleranno un’enorme fonte di sviluppo economico sostenibile e di coesione sociale”.

La proposta è incentrata su due misure: un incentivo in tariffa e un contributo a fondo perduto. I benefici previsti riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, quali ad esempio il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse.

Chi vorrà associarsi in una configurazione di autoconsumo potrà ottenere una tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili. La potenza finanziabile è pari a complessivi cinque giga watt, con un limite temporale fissato a fine 2027.

Riguarderà invece solo le comunità realizzate nei comuni sotto i cinquemila abitanti, la misura che permette l’erogazione di contributi a fondo perduto fino al 40% dell’investimento. L’intervento può riguardare sia la realizzazione di nuovi impianti che il potenziamento di impianti già esistenti: in questo caso la misura è finanziata con 2,2 miliardi di euro del PNRR e punta a realizzare una potenza complessiva di almeno due giga watt e una produzione indicativa di almeno 2.500 giga watt l’ora ogni anno. Chi otterrà il contributo a fondo perduto potrà chiedere di cumularlo con l’incentivo in tariffa.

Gruppi di cittadini, condomini, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi: chi sceglierà di associarsi ad una Comunità, dovrà innanzitutto individuare sia un’area dove realizzare l’impianto con tecnologie rinnovabili che altri utenti connessi alla stessa cabina primaria.

Inoltre sarà necessario un atto costitutivo del sodalizio che abbia come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali. Il soggetto gestore della misura è il GSE che potrà verificare preliminarmente l’ammissibilità dei soggetti interessati al fine di garantire la possibilità concreta di accedere ai benefici della misura.

In AUla al Senato, rispondendo a un'interrogazione, il ministro Pichetto aveva detto: "Posso annunciare in quest'Aula che è pronta da qualche ora la proposta di decreto che disciplina gli incentivi riconosciuti alle Comunità energetiche o meglio a tutte le configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell'energia prodotta da fonti rinnovabili.
L'entrata in vigore di tale proposta è subordinata unicamente all'approvazione da parte della Commissione europea, con la quale sono state avviate le opportune interlocuzioni. In tre mesi è stata avviata, conclusa e analizzata una consultazione pubblica dall'ampia partecipazione, di cui si è tenuto debitamente conto nel testo finale. È stata predisposta in questo caso una proposta di decreto che contempla al suo interno anche l'attuazione della misura del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quindi un unico decreto con le due parti. Auspichiamo che un unico testo normativo per l'implementazione delle CER possa garantire, nell'ottica della chiarezza e della semplificazione, una capillare diffusione sul territorio nazionale della Comunità, anche grazie alla cumulabilità della tariffa incentivante con il contributo a fondo perduto del 40 per cento dell'investimento nei Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti. Come sapete, la misura del PNRR prevede il sostegno alle Comunità energetiche in Comuni con meno di 5.000 abitanti allo scopo di consentire l'installazione di almeno due gigawatt da fonti rinnovabili. Al fine di raggiungere tali target nella tempistica concordata abbiamo già ottenuto, in sede di trattativa con la Commissione europea, la trasformazione del prestito a tasso zero in contributo a fondo perduto nel limite del 40 per cento dell'investimento. Modificare l'ambito applicativo della misura, come da qualcuno viene richiesto, vorrebbe dire pregiudicare irrimediabilmente il raggiungimento degli obiettivi e la conseguente erogazione delle risorse da parte della Commissione. Un ampliamento dell'ambito soggettivo della misura dovrà essere valutato solo in seguito. In merito all'ultima richiesta del senatore interrogante, si evidenzia che il decreto prevede una tariffa incentivante sull'energia prodotta e autoconsumata, il cui valore è differenziato per taglia di impianto e per localizzazione geografica; il cosiddetto scorporo in bolletta, invece, non è oggetto di tale decreto, in quanto è competenza di ARERA adottare le misure con le quali i clienti domestici possono richiedere alle rispettive società di vendita lo scorporo in bolletta della quota di energia condivisa, ai sensi dell'articolo 32 del decreto legislativo n. 199 del 2021".

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