Energia17 Dicembre 2022 16:35

Manovra, si lavora a Maxiemendamento. E governo supera il vincolo dell’autoconsumo energia da agrivoltaico

Mentre si resta in attesa del maxiemendamento alla Manovra di Bilancio - una prima tranche oggi e una seconda tranche nella giornata di domani - il governo Meloni supera il vincolo dell'autoconsumo dell'agrivoltaico per le aziende agricole. E lo fa in modo 'virtuale', ma in realtà neppure tanto.

Il Masaf di Francesco Lollobrigida e il Mase di Gilberto Pichetto Fratin hanno presentato un emendamento - da inserire nel Maxi emendamento volto - da quanto ha potuto leggere AGEEI - "ad accelerare il processo di crescita sostenibile del Paese e la decarbonizzazione delle aziende agricole. A tal fine dal primo gennaio 2023 l'energia elettrica prodotta e immessa in rete dagli impianti fotovoltaici realizzati su coperture o in assetto agrivoltaico delle aziende agricole è inserita in un meccanismo di 'autoconsumo virtuale'".

"Si definisce - si legge ancora - "energia autoconsumata virtuale" il minimo mensile tra l'energia prelevata nel sit in cui opera l'azienda agricola".

Previo parere del ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste e del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, l'Agenzia di regolazione  per energia reti e ambiente definirà le modalità con cui il GSE erogherà il servizio di 'autoconsumo virtuale' definendo inoltre, per l'energia auto consumata virtuale, le modalità standard con cui sarà riconosciuta alle aziende agricole la differenza tra il costo di approvvigionamento della quota energia e il ricavato della vendita dell'energia immessa a prezzi zonali".

Quella del vincolo dell'autoconsumo è infatti un vero e proprio paradosso dei tempi attuali e dei dati esistenti.

Il decreto 25 marzo sui Parchi Agrisolari pubblicato in Gazzetta Ufficiale, non prevede infatti la possibilità di cessione in rete, se non in parte residuale, da parte delle aziende agricole, dell'energia eventualmente prodotta in eccesso al di fuori di quella utilizzata all'interno dell'azienda agricola stessa. Motivazione: per l'Ue sarebbe aiuto di stato.

Una cessione che - se ci fosse stato l'ok da Bruxelles - avrebbe potuto generare dei veri e propri distretti energetici, a maggior ragione nelle aree rurali.

Nella bozza del Bando pubblicata il 15 dicembre 2021, l'autoconsumo era tra gli elementi di "priorità delle domande" (cfr. pag. 4 della Bozza), ma non un elemento totalizzante. Nella Bozza, infatti, era consentita la costruzione di impianti destinati anche alla vendita libera di energia in rete (come avvenuto in passato per i Biogas ai quali, come incentivo, era stata prevista la tariffa fissa 0,28).

Tra le finalità del PNRR, figura infatti la necessità di iniezioni di liquidità nel settore agricolo al fine di produrre energia green. Anche l’Unione Europa, nelle osservazioni emanate circa il Piano Strategico dell’Italia ha a più riprese “incoraggiato vivamente l'Italia a trarre pieno vantaggio dalle possibilità degli interventi della Pac, utilizzandoli per aumentare la produzione interna sostenibile e l'uso di energia rinnovabile, compreso il biogas, migliorando nel contempo la resilienza economica delle aziende agricole”.

Senza contare che le dimensioni e i limiti massimi dell'impianto finanziabile pari a 500 Kilowatt per un investimento complessivo di 1 milione di euro, lasciano sicuramente intendere che la Misura era nata con un altro spirito, ovvero consentendo anche la vendita di energia in rete.

Il rischio - da come sono le cose attualmente - è che le aziende agricole italiane non siano disposte a costruire un impianto di 500 Kilowatt, investendo centinaia di migliaia di euro, solo per l'autoconsumo, considerando che necessitano in media di impianti da 15-20 kilowatt. Impianti che salgono per le stalle da latte che non arrivano comunque a 500Kw.

Ulteriore paradosso è poi il fatto che - secondo quanto voluto dall'Unione europea - il limite dell'autoconsumo sia stato imposto solo alle aziende agricole e non anche all'industria agroalimentare (anche essa beneficiaria del Bando “Parco Agrisolare”).

Invero, all’art. 2, comma 3 è precisato che unicamente "Per le aziende agricole di produzione primaria, gli impianti fotovoltaici sono ammissibili agli aiuti unicamente se l’obiettivo è quello di soddisfare il fabbisogno energetico dell’azienda (..)” : l'industria può costruire l'impianto anche per la vendita in rete (oltre all'autoconsumo), mentre l'azienda agricola no.

Tra le altre cose la commessa per la realizzazione di un impianto da 15 Kilowatt rischia di essere molto sconveniente rispetto a quella per la realizzazione di un impianto da 300-400 Kilowatt. Nel primo caso il costo è di almeno 2.000,00 euro a Kilowatt che scende a 700-800 euro nel secondo caso.

ERA stato chiesto a Palazzo Chigi - lo scorso 30 giugno - se il Premier, ad alto livello, stesse lavorando a Bruxelles per una deroga dell'aiuto di stato al fine di 'svincolare' le aziende agricole che hanno intenzione di partecipare al bando dei Parchi agrisolari per poter cedere energia elettrica in rete "Verde, Rinnovabile e Sostenibile".

Mai arrivata alcuna risposta.

Era già stato scritto:

Parchi agrisolari, Ue non vuole cessione in rete energia (verde e rinnovabile) da aziende agricole ma si da industria. In attesa intervento Draghi su deroga aiuti di stato