Energia24 Aprile 2023 14:40

I Paesi europei puntano a trasformare il Mare del Nord in un motore di energia verde

I leader dei Paesi europei che si affacciano sul Mare del Nord si impegnano a espandere la produzione di energia rinnovabile nella regione per rafforzare la sicurezza energetica, in occasione di un vertice che si è tenuto a Ostenda, in Belgio.

Sette Paesi dell'Unione Europea, tra cui Francia, Germania e Paesi Bassi, oltre a Norvegia e Regno Unito, si impegneranno a costruire rapidamente parchi eolici, a sviluppare "isole energetiche" - o siti di generazione rinnovabile collegati in mare - e a lavorare su progetti di cattura del carbonio e idrogeno rinnovabile nella regione.

L'obiettivo è quello di ridurre la dipendenza dal gas russo e l'uso di combustibili fossili che emettono CO2, che rimangono dominanti. L'anno scorso la Norvegia è diventata il principale fornitore di gas dell'Europa, dopo che la Russia ha tagliato le forniture all'Europa in seguito all'invasione dell'Ucraina.

Una bozza della dichiarazione dei leader, visionata da Reuters, afferma che i nove Paesi puntano a una capacità eolica offshore nel Mare del Nord di 120 gigawatt (GW) entro il 2030 e di 300 GW entro il 2050, più che quadruplicando gli attuali 25 GW.

Anche Belgio, Danimarca, Irlanda e Lussemburgo firmeranno l'impegno, mentre gruppi di Paesi annunceranno progetti per stimolare la spinta dell'energia verde, che richiederà investimenti maggiori di quelli previsti da Paesi e aziende.

I Paesi Bassi e la Gran Bretagna hanno dichiarato di voler costruire il più grande collegamento elettrico transfrontaliero d'Europa collegato a un parco eolico offshore.

Tuttavia, le aziende europee, tra cui Orsted ed Equinor, hanno dichiarato lunedì che il loro settore è troppo piccolo per sostenere l'espansione dell'infrastruttura e che sarebbero necessari un maggiore sostegno politico e finanziamenti per raggiungere gli obiettivi.

Le decisioni finali di investimento nei parchi eolici offshore europei hanno toccato un minimo decennale nel 2022, quando gli sviluppatori hanno dovuto affrontare un'inflazione da record, un'impennata dei tassi di interesse e la volatilità dei mercati energetici.

Da allora gli investimenti si sono ripresi, ma negli anni futuri la spesa europea necessaria per la produzione di energia eolica sarà probabilmente inferiore all'obiettivo, hanno dichiarato gli analisti di Wood Mackenzie alla Reuters, con il rischio di una maggiore dipendenza dalle importazioni di componenti dalla Cina e da altri Paesi.

L'UE e la Norvegia si sono inoltre impegnate a sviluppare infrastrutture per la cattura e lo stoccaggio di CO2 proveniente dalle emissioni industriali nei giacimenti di gas esauriti del Mare del Nord.