Energia13 Giugno 2024 15:58

Giornata mondiale del vento, cosa hanno detto Arrigoni e Pichetto (e non solo) all’evento Anev

Sono “12,3 i GW installati” di rinnovabili “ne occorrono altri 16 da installare in 7 anni” per raggiungere gli obiettivi Ue. “E i dati registrati nel portale di Terna mostrano molte richieste”. Lo ha detto il presidente del Gse Paolo Arrigoni aprendo i lavori alla Giornata Mondiale del Vento 2024 organizzata da Anev. “Le aste Fer 1 gestite dal Gse hanno concluso 13 procedure competitive la 14esima è in corso e tra qualche giorno arriverà l’esito. Al momento c’è un contingente complessivo di 8000 MW in 13 procedure di cui è stato assegnato il 91% del totale”, ha detto Arrigoni.

“Nell’eolico sono previsti 970 impianti per 3385 MW in graduatoria. Poco più del 50% sono entrati in esercizio e attendiamo l’entrata in esercizio degli altri. Probabilmente ci sarà un residuo nella 14esima asta che ci porterà a una 15esima procedura agli inizi di luglio”, ha ricordato Arrigoni aggiungendo che nel decreto legge di coesione in conversione in Senato “ci sono emendamenti interessati sull’eolico che mirano a superare alcune criticità”.

“Stiamo chiudendo il Pniec con piccoli aggiustamenti” dovuti al “percorso dell’anno e del cambiamento del quadro che si è verificato”, “entro il 30 giugno verrà depositato il testo definitivo che comunque ricalca il percorso che avevamo indicato” ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin nel suo intervento confermando l’obiettivo di 131 GW complessivi di rinnovabili per il nostro paese al 2030. “Credo molto nell’eolico, in particolare nel grande eolico offshore – ha precisato -. Il nostro mare al contrario di ciò che dicono ha le correnti giuste, ci sono territori che hanno una ventosità tale da poter dire che possiamo cogliere” questa opportunità.

"Il grande eolico offshore è stato oggetto di un articolo specifico nel decreto energia che prevede da parte del nostro paese di attrezzare porti e navi. Su questo c'è un impegno di anche grandi player nazionali e internazionali – ha proseguito Pichetto - Il Mediterraneo è un mare che ha anche le correnti d'aria giuste in alto mare, certamente a ovest della Sardegna e nel Canale Sicilia; ci sono territori che hanno una ventosità e una continuità tale da poter dire che possiamo davvero cogliere fino in fondo la sfida".

“Sviluppare l’eolico – ha spiegato ancora il Ministro - è un obiettivo centrale nel PNIEC e nell’agenda di governo: per questo prosegue il nostro confronto costruttivo con ANEV”. “Nel decreto FER2 - spiega - gran parte del contingente incentivabile, per 3,8 gigawatt, riguarda nuovi impianti off-shore, mentre presto verrà avviata in due aree demaniali marittime del Mezzogiorno la sperimentazione per la cantieristica funzionale a questa filiera”. “È indispensabile pianificare, come già sta accadendo, crescenti investimenti sulle reti e rafforzare l’accumulo, in linea con l’impegno raggiunto al G7 di Venaria di contribuire a sestuplicarne la capacità al 2030”, ha affermato il Ministro.

Nel 2024 Pichetto stima che l’Italia supererà “i 10 GW autorizzati e gli 8 installati” che “ci fa ben sperare per raggiungere e credo superare” i target dei 70 GW al 2030 “proprio utilizzando quella che può essere la forza del grande eolico".

Francesco Del Pizzo di Terna si è focalizzato sul contributo del repowering. “Lo faccio in modo egoistico per noi il fatto di avere certezza in siti già realizzati è interessante sia perché riutilizziamo infrastrutture esistenti” sia perché “il repowering aumenta la potenza e la producibilità”. “C’è sicuramente la necessità di avere un mix più equilibrato” e “noi come Terna possiamo favorire una serie di azioni” come “far si che l’infrastruttura sia capiente e pronta quanto sono realizzati gli impianti”. Un altro elemento fondamentale sono i sistemi di accumulo “e come Terna ci stiamo impegnando e per l’eolico stiamo provando a realizzare percorsi sul repowering che siano più semplici”

“Noi crediamo che sia necessario un punto di equilibrio nell’energia che porti a una gestione efficiente del sistema e per questo dobbiamo darci degli strumenti” come “la programmazione”, ha concluso Del Pizzo.

Marco Peruzzi, Institutions Regulation & Climate Change di Edison si è invece soffermato sul tema del coordinamento “per spostare l’energia rinnovabile dove serve”. “Gli ambiziosi target di decarbonizzazione posti dal Pniec e dal Green Deal ci mettono di fronte alla sfida di ripensare il sistema energetico nel suo complesso. Ciò che riteniamo essenziale è quindi non perdere di vista un approccio sistemico che accanto alla spinta sul ritmo di crescita della capacità rinnovabile installata favorisca lo sviluppo della rete elettrica nazionale e preveda anche i necessari strumenti di accumulo, come i pompaggi idroelettrici, indispensabili al fine di non disperdere la stessa energia green prodotta e incrementare la sicurezza della rete. Se riusciremo a procedere su questa via, i benefici saranno molteplici sia per l’indotto italiano legato a queste tecnologie sia per la stabilità dei prezzi energetici sul mercato”, ha spiegato.

Per Massimo Ricci, Direttore Divisione Energia Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, il ruolo dell’eolico così come quello del fotovoltaico “è dare sicurezza energetica”. “Avere però sorgenti che producono quando vogliono richiede uno sforzo infrastrutturale”. “Io vedo davanti una rivoluzione, che credo di non aver mai visto sia dal punto di vista normativo-regolamentare” a cui si aggiunge “una sfida climatica” che porta con sé “una sfida infrastrutturale” per cui serve “una visione sistemica per governare il processo” complessivo.

“Per tenere il passo con una quota crescente di energie rinnovabili, il sistema energetico dovrà dimostrarsi estremamente flessibile. Gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione potranno essere raggiunti, quindi, non solo con lo sviluppo di queste energie, tra cui quella eolica che dovrà giocare un ruolo fondamentale, ma anche attraverso investimenti in infrastrutture e sviluppo di logiche gestionali nuove che consentano di utilizzare tali energie in maniera differita rispetto alla loro disponibilità (gli accumuli) e in luoghi diversi rispetto a quelli di produzione (le reti)”.

Infine, per Simone Togni, Presidente dell’Anev, “lo sviluppo delle rinnovabili in Italia passa dall’abilitazione dei fattori esterni necessari a raggiungere tali obiettivi comunitari che sono lo sviluppo delle reti, su questo Terna sta facendo un ottimo lavoro, la realizzazione di sistemi di accumulo, che nel medio e lungo periodo saranno utilissimi a garantire la gestione dei carichi e ad utilizzare tutta la produzione rinnovabile e la rimozione degli ostacoli burocratici e amministrativi che ancora pongono dei limiti e dei ritardi nello sviluppo delle nuove tecnologie. Per questo motivo e per la complessità delle tematiche l’ANEV ribadisce la necessità di avere una visione unica che possa portare a raggiungere gli obiettivi in maniera efficace”.