Energia14 Marzo 2024 14:59

Eni, arriva il Piano strategico 2024-2027. Descalzi: Da business upstream rilevanti flussi di cassa

Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, ha presentato oggi il Piano Strategico della Società per il periodo 2024-2027. “La strategia distintiva di Eni affronta le sfide e ottimizza le opportunità offerte dal mercato energetico. Eni sta massimizzando il valore e le competenze dei business energetici tradizionali e, allo stesso tempo, sta accelerando lo sviluppo di nuove attività a elevato rendimento e crescita legate alla transizione energetica. Questo approccio equilibrato, che consiste nel garantire ai propri clienti una fornitura di energia accessibile, sicura e sostenibile, consente di generare una crescita competitiva e ritorni alla Compagnia e ai suoi investitori”, ha spiegato Eni in una nota,

“Affrontiamo le sfide poste dalla transizione energetica con la nostra strategia distintiva di crescita e creazione di valore, in grado di rispondere alle esigenze di sicurezza e competitività delle forniture energetiche, conseguendo nel contempo gli obiettivi di decarbonizzazione. Stiamo aumentando significativamente la nostra generazione di cassa, anche attraverso la diversificazione delle fonti, la riduzione dei rischi e l’espansione in nuove aree di opportunità legate alla transizione”, ha detto l’ad di Eni Claudio Descalzi. “A sostegno di questo, stiamo valorizzando il nostro ampio portafoglio di attività in modo disciplinato, bilanciando gli investimenti con maggiori ritorni per gli azionisti. Grazie a queste azioni, stiamo rendendo Eni ancora più profittevole, meglio diversificata e con fondamentali più solidi, potenziando la remunerazione agli azionisti. In conclusione, riteniamo che la transizione energetica possa essere realizzabile se genera ritorni adeguati e sostenibili, e pone le basi per nuove e profittevoli forme di business. Ed è proprio quello che stiamo facendo”, ha aggiunto Descalzi.

“Il nostro business upstream continuerà a crescere e a generare rilevanti flussi di cassa, con il CFFO per barile previsto in aumento di oltre il 30% nell’arco del Piano. Il gas naturale avrà un maggior peso nella nostra produzione e realizzeremo il pieno margine della catena del valore grazie alle attività midstream che intermedieranno sempre più le nostre forniture equity. La E&P ha un vantaggio competitivo assicurato dai continui successi delle nostre attività esplorative, che consentono l’applicazione del modello distintivo di sviluppo fast track dei nostri progetti in grado di generare crescita e valore – ha proseguito il manager -. I business legati alla transizione energetica rappresentano un’opportunità significativa e diventeranno sempre più rilevanti generando maggiore crescita per Eni, in termini di attività e di ritorni. Enilive, Plenitude, CCS e le attività di Novamont/biochimica rappresentano nel loro complesso un portafoglio di soluzioni di business in grado di soddisfare la domanda di prodotti sempre più decarbonizzati da parte dei nostri clienti. Questi business diventeranno leve di generazione di cassa sempre più importanti e contribuiranno a diversificare e accrescere in modo significativo il valore di Eni. Enilive e Plenitude si sono affermate come attività rilevanti nel nostro portafoglio; la CCS e la biochimica, con Novamont, sono attività in rapida maturazione nelle quali abbiamo una posizione di leadership”.

“Ognuno dei business legati alla transizione è candidato ideale per il nostro modello satellitare, che consente di ridurre l’impegno finanziario per la crescita e di esplicitare il loro valore di mercato. Il nostro cash flow da attività operative crescerà nell’arco del Piano del 30%, con Plenitude ed Enilive che contribuiranno complessivamente per oltre il 20% della crescita. A compimento del Piano, Eni sarà una compagnia più forte dal punto di vista industriale e della redditività, con un portafoglio di business competitivi, in grado di continuare a crescere e a generare ritorni molto attrattivi – ha evidenziato il manager Eni -. La nostra crescita si fonda sulla disciplina finanziaria che ci consente di ridurre di 2 miliardi l’impegno di spesa per investimenti nei prossimi quattro anni rispetto al piano precedente, mentre gli investimenti netti risultano inferiori del 20% grazie al maggiore contributo dell’attività di M&A pari a 8 miliardi, che farà leva sull’ ampiezza e la qualità del nostro portafoglio e sull’ulteriore sviluppo del nostro modello di business satellitare. Tutti i principali indicatori economici e finanziari denotano crescita e solidità, grazie al nostro chiaro percorso di generazione di valore che aumenta l’esposizione alle fasi positive del ciclo ed è resiliente in quelle negative. Questo ci consente di migliorare in misura sostanziale la nostra politica di remunerazione. Incrementiamo la quota di distribuzione agli azionisti, il dividendo 2024 a essa associato e in presenza di upside aumentiamo la quota della generazione di cassa incrementale destinata alla remunerazione. La nostra politica di remunerazione è fortemente competitiva, implicando al prezzo corrente dell’azione un rendimento del 9%”, ha affermato Descalzi.

Nel corso del Piano Eni prevede di generare un cash flow from operation prima del capitale circolante di circa 13,5 miliardi di euro nel 2024 e 62 miliardi nell’arco del Piano quadriennale, in crescita del 30% a scenario costante. Mentre sotto il profilo degli investimenti netti, nel periodo 2024-2027 si impiegheranno risorse per 27 miliardi (al netto della cassa derivante dall’attività di portafoglio) per una media annua di 7 miliardi, inferiori di oltre il 20% rispetto al Piano dello scorso anno, grazie all'ottimizzazione della spesa, al miglioramento della qualità dei progetti e al maggiore contributo della gestione del portafoglio.

Eni conferma poi entro il 2030 l’obiettivo di net zero per le emissioni Upstream Scope 1 e 2, quello di net zero per tutte le attività di Eni Scope 1, 2 entro il 2035. Confermati anche gli obiettivi di riduzione delle emissioni Scope 1, 2 e 3: 35% entro il 2030, 80% entro il 2040 e net zero entro il 2050.

La produzione Upstream è prevista invece crescere a un tasso medio annuo del 3-4% fino al 2027, estendendo tale crescita di un ulteriore anno rispetto al Piano precedente con un tasso di crescita medio annuo del 2% al netto delle attività di portafoglio previste.

Nella Direzione Natural Resources, Eni “continuerà a fare leva sull'eccellenza della propria attività esplorativa, a garantire e incrementare il valore della attività Upstream attraverso l’approccio distintivo di sviluppo rapido dei progetti, proseguendo nella riduzione delle emissioni. La componente gas nella produzione di idrocarburi continuerà a crescere e le attività di GGP contribuiranno alla sua commercializzazione, assicurando la massimizzazione del margine. La cattura e lo stoccaggio della CO2, settore in cui Eni occupa una posizione di primo piano, crescerà nell’arco del Piano diventando un nuovo importante business per la Transizione energetica, con una crescita significativa oltre il 2027”.

“La CCS si sta affermando come un fattore di crescita nel percorso di transizione energetica di Eni, con una capacità di stoccaggio gross unrisked di circa 3 GigaTon, una capacità attiva di iniezione di CO2 di oltre 15 milioni di tonnellate all’anno (MTPA) entro il 2030, in aumento fino a circa 40 MTPA dopo il 2030, spiega la società. Eni,, “ha acquisito una posizione di leadership, in particolare nel Regno Unito e in Italia, e si sta espandendo in Nord Africa, Olanda e Norvegia. La CCS diventerà quindi una delle piattaforme chiave del portafoglio di Eni orientato alla transizione energetica, sia per la decarbonizzazione delle proprie operazioni che come servizio per la decarbonizzazione di industrie terze”. La fase 1 del progetto CCS di Ravenna sarà avviata quest'anno mentre lo sviluppo della fase 2 è previsto per il 2027, e sono possibili ulteriori fasi di sviluppo. Nel Regno Unito, il progetto Hynet si prevede sarà approvato entro quest'anno contemporaneamente a quello degli emettitori”, ha spiegato l’azienda.