News29 Dicembre 2023 16:42

Compensi ministeri, Aran: disparità dipendono da situazione pregresse ma ogni anno Leggi di bilancio correggono per equiparare

Non tutti i Ministeri sono uguali: MIUR, MIC, MASAF e MIT sono i più poveri e con le retribuzioni più basse. Ma ogni anno le leggi di Bilancio ‘correggono’ il tiro verso una maggiore equiparazione.

La disparità di compensi tra i dirigenti di prima fascia all'interno della PA, e in particolare delle amministrazioni centrali, nasce da un retaggio storico derivante dalla privatizzazione del pubblico impiego del 1993. La conseguenza peggiore di questa differenza di trattamento economico è la "migrazione" dei profili più alti verso ministeri, dove è possibile arrivare a sfiorare il tetto massimo previsto dalla legge, 240mila euro, mettendo però a rischio il funzionamento della complessa macchina burocratica italiana.

A confermarlo ad AGEEI è l'ARAN, Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, che si dedica a ogni attività relativa alla negoziazione e definizione dei contratti collettivi del personale dei vari comparti del pubblico impiego, ivi compresa l’interpretazione autentica delle clausole contrattuali e la disciplina delle relazioni sindacali nelle amministrazioni pubbliche.

Tutto nasce a priori del d.lgs. n. 29/1993, approvato con l'obiettivo di ridurre le distanze tra pubblico e privato attraverso la devoluzione della materia alla giurisdizione del giudice ordinario e non a quella del giudice amministrativo. Questa, nel corso degli anni, si è evoluta aggiungendo altri tasselli, come quello del d.lgs. n. 80/1998, in cui il legislatore ha preso una serie di misure significative, tra cui l’estensione delle norme di diritto privato al rapporto di lavoro dei dirigenti generali delle pubbliche amministrazioni, la semplificazione della contrattazione collettiva, la previsione di procedure di consultazione delle organizzazioni sindacali firmatarie dei contratti collettivi prima dell’adozione degli atti interni di organizzazione con riflessi sul rapporto di lavoro, la definitiva devoluzione delle controversie riguardanti il rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti alla giurisdizione del giudice ordinario.

La riforma si è poi conclusa con d.lgs. 165/2001, testo unico contenente norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni. Tutto questo, però, non ha modificato alcuni trattamenti economici differenti tra i vari Ministeri della PA, un retaggio che si è protratto fino ad oggi.

Come ha ribadito l'ARAN, la retribuzione dei dipendenti è costituita da una parte fissa e una parte accessoria. Quest'ultima, in particolare per i dirigenti, dipende dalle risorse di ogni fondo della contrattazione sul risultato. Prima della riforma del 1993 ciascuna PA gestiva con il regime pubblicistico le risorse di ogni singola amministrazione. Nel momento in cui si è avviata la privatizzazione, quindi dal ’93, le risorse sono rimaste nei fondi, determinando salari accessori con differenze legate quindi legate al retaggio storico e che non sono mai state modificate in maniera sostanziale nel corso degli ultimi anni e lasciando irrisolto questo nodo.

Rispetto alla selva dei 13 comparti originari, oggi esistono 4 contratti per i comparti dirigenziali e 4 per le aree dei livelli. Questo, spiega ancora l'ARAN, non ha cambiato la dinamica retributiva, che continua a mantenere i riferimenti che erano presenti in ogni ex settore. Se una norma, all’epoca, finanziava un determinato ministero, oggi nulla è cambiato, con la conseguente disparità di trattamento economico e il drenaggio di professionalità che, per avere il giusto riconoscimento alle proprie competenze, scelgono di spostarsi dove il compenso sfiora il limite imposto dalla legge.

Su tutto questo, nel corso degli anni, sono intervenute le Leggi di bilancio, che hanno stabilito nuove risorse con l'obiettivo di armonizzare il più possibile un quadro che, tuttavia, richiederà ancora tempo per cancellare definitivamente le differenze.

Va poi sottolineato come una parte del compenso dipenda dai contratti integrativi, frutti della contrattazione, e nel recente passato è accaduto che per la dirigenza ci fossero tempi più lunghi di firma. Oggi, dopo una lunga attesa, sono stati firmati tutti gli accordi del triennio 2019-21, con il conseguente riconoscimento dei relativi premi di produttività. Gli accordi sono in fase finale di certificazione, resta da chiudere solo l’area dirigenziale dell’istruzione e ricerca, mentre è stato avviata la nuova contrattazione per  l'accordo relativo al triennio 2022-24, che ha visto partire i primi incontri preparatori.

Compensi ministeri a 2 velocità: MIUR, MIC, MIT, MEF e MASAF i più poveri. professionalità migrano verso PA più ricche. I DATI