Energia3 Novembre 2022 11:22

Aumenta la quota di emissioni coperte dal carbon price. Cosa dicono i dati OCSE

Nell'ambito degli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra, i Paesi hanno aumentato l'utilizzo del carbon pricining attraverso tasse o sistemi di scambio di emissioni, con un aumento della copertura tra Paesi e settori nel 2021, secondo un nuovo rapporto dell'OCSE dal titolo “Pricing Greenhouse Gas Emissions: Turning climate targets into climate action” (Trasformare gli obiettivi climatici in azioni climatiche).

Il report rileva che nel 2021 oltre il 40% delle emissioni di gas serra è stato coperto dai prezzi del carbonio, rispetto al 32% del 2018, con prezzi medi del carbonio più alti in 47 dei 71 Paesi studiati. I prezzi medi espliciti del carbonio, derivanti dalle tasse sul carbonio e dallo scambio di emissioni, sono più che raddoppiati nel periodo, raggiungendo i 4 euro per tonnellata di CO2 equivalente.

Il rapporto Ocse evidenzia anche che gli aumenti di prezzo più consistenti si sono verificati nei Paesi in cui i prezzi del carbonio erano già elevati. Ciò sottolinea le differenze nella misura in cui i Paesi si affidano al carbon pricing come strumento per combattere il cambiamento climatico, con i governi che adattano le loro strategie di riduzione delle emissioni per adattarsi alle loro specifiche circostanze.

"La tariffazione del carbonio è uno dei vari approcci politici che i Paesi adottano per ridurre le emissioni. Questo rapporto mostra come la quota di emissioni coperta dai prezzi del carbonio sia aumentata negli ultimi anni - ha dichiarato il Segretario generale dell'OCSE Mathias Cormann -. È chiaro inoltre che è possibile utilizzare una serie di approcci politici per incrementare gli sforzi di mitigazione, garantendo al contempo la sicurezza energetica e l'accessibilità dei prezzi". La nuova iniziativa dell'OCSE "Inclusive Forum on Carbon Mitigation Approaches" (Forum inclusivo sugli approcci di mitigazione del carbonio) sosterrà la comunità internazionale nel raggiungimento delle emissioni nette zero, fornendo dati migliori e condividendo le informazioni sull'efficacia comparativa di un'intera gamma di approcci politici al di là del prezzo del carbonio".

La tariffazione del carbonio incentiva le famiglie e le imprese a ridurre l'uso di energia ad alta intensità di carbonio e a passare a combustibili più puliti, mobilitando al contempo le entrate pubbliche. Altri strumenti politici che possono accelerare il passaggio al net zero sono la regolamentazione, gli incentivi fiscali e i sussidi per le tecnologie pulite. La maggior parte dei Paesi impiega una serie di approcci politici diversi nell'ambito delle proprie strategie di mitigazione del clima.

I prezzi del carbonio registrati nel rapporto tengono conto dei sistemi di scambio di emissioni, delle imposte sul carbonio, delle accise sui carburanti e dei sussidi ai combustibili fossili, il che significa che sono solo una misura parziale delle politiche di mitigazione del clima adottate dai governi. Uno degli obiettivi del Forum inclusivo sugli approcci di mitigazione del carbonio è quello di sviluppare strumenti per migliorare la misurazione e la comparabilità di una gamma più ampia di strumenti politici.

Alcuni Paesi hanno risposto agli shock dei prezzi dell'energia causati dai vincoli di fornitura e dalla guerra di aggressione della Russia in Ucraina riducendo le tasse sull'energia. Se da un lato ciò è stato importante per proteggere le famiglie e le imprese da rapide impennate dei prezzi, dall'altro ha ridotto alcuni dei tassi effettivi di carbonio registrati in questo rapporto.

Il Pricing Greenhouse Gas Emissions copre 71 Paesi, compresi i 38 Paesi membri dell'OCSE e i Paesi del G20 ad eccezione dell'Arabia Saudita. Il rapporto prende in considerazione diversi indicatori, tra cui il Tasso di carbonio effettivo (la somma dei prezzi dei permessi ETS, delle tasse sul carbonio e delle accise sui carburanti) e il Tasso di carbonio effettivo netto (che sottrae i sussidi ai combustibili fossili dal Tasso di carbonio effettivo per tenere conto dei prezzi negativi del carbonio, ossia delle riduzioni dei prezzi prima delle tasse, derivanti dai sussidi ai combustibili fossili).

Tra i risultati principali del report dell’Ocse emerge che l'ECR (Effective carbon rates) netto medio è aumentato in 47 dei 71 Paesi studiati, grazie all'introduzione di nuovi sistemi di tariffazione o al rafforzamento di quelli esistenti.

Nei 71 Paesi studiati, nel 2021 il 25% delle emissioni di gas serra era coperto da un sistema ETS, da una carbon tax o da entrambi.

La quota di emissioni di gas serra coperta dalle accise sui carburanti, una forma implicita di tariffazione del carbonio più comune nel settore del trasporto stradale, è rimasta invariata al 24% nel 2021.

I sussidi ai combustibili fossili che contrastano i segnali di prezzo del carbonio forniti dagli altri strumenti si applicano a circa il 22% delle emissioni di gas serra, lo stesso livello del 2018.

Dei 71 Paesi studiati, 39 dispongono di strumenti espliciti di determinazione del prezzo del carbonio (ETS o carbon tax) a livello nazionale o subnazionale o partecipano al sistema di scambio delle quote di emissione dell'UE.

I prezzi del carbonio sono aumentati per tutti i combustibili fossili, ma l'ECR netto medio sui combustibili utilizzati principalmente nel trasporto stradale è molto più alto di quello sugli altri combustibili. Con un ECR netto rispettivamente di 72 e 88 euro per tonnellata di CO2e, il diesel e la benzina hanno entrambi un prezzo più che decuplicato rispetto al carbone (6 euro).