Politica8 Marzo 2023 12:09

Visco lancia l’allarme: Diversificazione fonti può rallentare rinnovabili

"La transizione energetica, è un tema centrale nell’agenda internazionale, tanto più alla luce della gravissima situazione geopolitica in cui ci troviamo. Oggi, a seguito della tragica aggressione all’Ucraina, siamo chiamati ad affrontare uno shock energetico che richiama alla memoria le crisi petrolifere degli anni Settanta". Lo ha detto il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che ha parlato nel corso della XIV Conferenza MAECI – Banca d’Italia con i Delegati e gli Addetti finanziari accreditati all’estero dal titolo “La transizione necessaria: il futuro dell’energia, tra geopolitica e crescita sostenibile”. "L’inflazione è così tornata a condizionare le vite dei cittadini italiani ed europei, un fenomeno che avevamo dimenticato da diversi anni. Se, da un lato, aumentano i costi di produzione delle imprese e si riduce il potere d’acquisto delle famiglie, dall’altro gli interventi di sollievo per chi è maggiormente colpito e la necessaria risposta volta ad accrescere nell’immediato la diversificazione delle fonti di energia rischiano di rallentare il perseguimento dell’obiettivo di una rapida transizione verso le energie rinnovabili”.

Visco ha poi posto l'accento sul fatto che la divisione del mondo in blocchi "danneggerebbe seriamente la nostra capacità di affrontare i grandi problemi globali, dal cambiamento climatico agli squilibri demografici, dalla povertà estrema alle pandemie". E ricordato che "oltre ai rincari si è assistito a un significativo incremento della volatilità alimentato soprattutto dalla dinamica del prezzo del gas, cresciuto drasticamente, fino al picco di quasi 350 euro per megawattora toccato la scorsa estate, per poi iniziare a calare, fino a scendere al di sotto dei 50 euro, su valori comunque ancora pari a circa tre volte quelli prevalenti alla vigilia della pandemia" ha spiegato il governatore di Bankitalia. "L’incertezza sulle forniture rimane tuttavia elevata e non si può escludere che ulteriori sviluppi negativi di natura geopolitica possano determinare nuovi, marcati, rincari, oltre che per il gas naturale, per il petrolio e suoi derivati”.

Secondo Visco “la tassa energetica va assorbita, come abbiamo più volte sottolineato, non generando vane e dannose rincorse tra prezzi e salari ma accrescendo la capacità di sviluppo dell’economia, e con essa la dinamica dei redditi reali. Se invece le richieste retributive, più che mirare in avanti, fossero soprattutto guidate dalla volontà di recuperare nell’immediato le perdite dovute al rincaro dei prodotti energetici e se i profitti delle imprese, dopo il trasferimento sui prezzi finali degli straordinari aumenti del costo dell’energia, non ne riflettessero nei prossimi mesi il drastico recente ridimensionamento, la politica monetaria non potrebbe che continuare a contrastare gli effetti di questi comportamenti sul complesso dei prezzi al consumo. Come ho di recente più volte ricordato, il perseguimento della stabilità monetaria, responsabilità primaria della banca centrale, è tanto meno oneroso quanto più nella stessa direzione si muovono gli interventi delle politiche di bilancio e gli intendimenti delle parti sociali”.

Infine è arrivato un monito sul rafforzamento dell’autonomia strategica Ue: “Un rilievo crescente sembra essere dato alla costituzione di catene di approvvigionamento robuste rispetto al rischio di shock geopolitici – specialmente per le risorse energetiche, i semiconduttori, le materie rare – nonché al rafforzamento della competitività internazionale delle imprese attraverso l’innovazione tecnologica in settori strategici – ha detto il governatore -. Per conseguire tali obiettivi, al di là degli interventi specifici, non si può non definire un quadro di riferimento comune, in grado di allineare gli interessi dei singoli paesi dell’Unione. Negli ultimi anni, però, il ricorso al concetto di interesse nazionale per giustificare diverse forme di intervento dello Stato in economia è andato crescendo. A settori tradizionali come la difesa e le infrastrutture critiche, si sono aggiunti nuovi ambiti quali la protezione dei dati personali e industriali, l’intelligenza artificiale, le biotecnologie. Anche su queste materie è utile una risposta unitaria, anziché diversificata tra i nostri paesi”.

IL DISCORSO INTEGRALE