News4 Aprile 2023 13:39

Student House, CBRE: investimento anticiclico nel real estate. Boom di studenti a Ferrara, servono subito nuovi studentati. Il Report

“L’Italia è un mercato dove il settore degli studentati è emergente e dove i player privati sono incentivati per accelerare il processo di investimento, è uno asset class del real estate in forte espansione, in particolare negli ultimi mesi”.

Come aveva anticipato AGEEI con la pubblicazione del rapporto Bonard, lo student housing è il settore immobiliare italiano dove gli investitori internazionali hanno mostrato il maggior interesse tra le asset class cosiddette alternative. La conferma arriva da CBRE, colosso mondiale della consulenza e gestione immobiliare.

“Dal punto di vista della domanda-offerta l’Italia è il paese con il gap più alto in tutta Europa, con ampi margini di crescita ulteriore. Parliamo di circa 1,8 milioni di studenti, comprese accademie, studenti americani, Erasmus, a fronte di circa 65mila letti disponibili, con una percentuale di copertura inferiore al 5%, la più bassa del continente e per questo molti gestori internazionali si stanno affacciando”, spiega ad AGEEI Marco Di Terlizzi, Student Housing Director di CBRE.

Il report annuale Bonard sottolinea fondamentali economici davvero importanti: per quanto riguarda l'aspetto macro-economico, "l'asset class PBSA si è dimostrata di indole resistente nei confronti di ogni tipo di crisi economica". Grazie agli indicatori primari della domanda - numero di studenti in aumento tendenziale - l'offerta all'interno di questa asset class è rimasta bassa, motivando gli investitori e le parti interessate ad aumentare o stabilire la loro presenza all'interno dell'asset class.

“Tendenzialmente ci sono sei città interessanti – prosegue Di Terlizzi -, in ordine di importanza Milano, Roma, Firenze, Bologna, Torino, Padova, a cui si aggiungono numerose sedi universitarie di spicco tra cui ad esempio Pisa, Venezia, Pavia, Verona e Ferrara.  A Ferrara, in particolare, c’è stato un boom di studenti – oltre 30mila iscritti, ndr - improvviso e importante che necessita velocemente di servizi come gli studentati”.

Il mercato dello student housing italiano è dunque terreno fertile di crescita, con occasioni di ritorno economico importanti anche per player privati, visto il gap esistente rispetto ad altri paesi europei: “Il PNRR – sottolinea Di Terlizzi - ha destinato risorse specifiche per questo scopo e anche Cdp ha stanziato una cifra importante per gli investimenti nel settore, che evidenziano l’esistenza di un problema che va affrontato. I tassi di rendimento, secondo gli studi di CBRE, sono al 5% per quanto riguarda studentati, dato superiore rispetto al residenziale e uffici, quindi un dato interessante e decisamente anticiclico, basti pensare all’aumento degli iscritti alle università nel periodo del Covid. Inoltre i tassi di occupazione sono molto elevati e i canoni seguono quelli del mercato privato. Questi rendimenti possono essere molto interessanti per diversi investitori, fondi pensioni compresi, sia italiani che internazionali”.

Da una indagine condotta proprio da CBRE ad inizio anno, lo student housing è il settore immobiliare alternativo  verso cui gli investitori hanno manifestato il maggior interesse, ancora di più in città dove gli studenti non possono frequentare per mancanza di posti letto e mi riferisco a realtà con centri storici piccoli, come ad esempio Padova. Il rapporto Bonard dà una occupancy del 99% in Italia, anche in strutture che non sono particolarmente entusiasmanti”.

Vale infine la pena guardare alla mobilità degli studenti in Italia, che fornisce dati interessanti sugli sviluppi futuri di questo mercato: “Guardando i flussi negli ultimi 10 anni – prosegue ancora Di Terlizzi - si nota che città come Torino e Milano acquisiscono studenti fuori sede, Roma invece li perde, circa 10mila in 10 anni e soprattutto La Sapienza, così come numerose città del Sud Italia, anche se il PNRR ha stanziato il 40% dei fondi proprio per il Meridione, per compensare questa emorragia”.

Gli investimenti sugli student housing hanno poi positivi riflessi non solo per l’accrescimento dell’offerta formativa di alto livello, ma costituiscono un volano eccezionale per le città che ospitano sedi universitarie: “indirizzare gli investimenti verso quell’asset class può avere conseguenze positive sulla competitività della città. Roma ad esempio sarebbe ambitissima, visto il gap tra domanda e offerta, ma ci si ferma di fronte ai processi urbanistici-amministrativi troppo lenti, che andrebbero snelliti e incentivati per il suo impatto sociale”, conclude Di Terlizzi.

Qui l'Italy Investor Intentions Survey di CBRE

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