Energia1 Agosto 2022 16:37

Sogin, mentre Lentini gestisce caso Ferrazzano, Mef ancora in attesa azioni responsabilità vs i 4 licenziati a tutela azienda

Per godere degli inestimabili benefici che la libertà della stampa assicura, è necessario sottomettere gli inevitabili mali che provoca”. Così scriveva alla fine dell’800 Alexis de Tocqueville.

Di sicuro, leggendo le rassegne stampa delle ultime settimane dedicate alla Sogin, viene da strizzare l’occhio al pensiero del grande storico e filosofo francese.

Un interesse del tutto particolare ha ultimamente suscitato la notizia che il Presidente del collegio sindacale Salvatore Lentini, chiamato a reggere la Società sino a quando non si sarà regolarmente insediato il Commissario, ha sciolto gli incarichi ad interim di cui risultava ancora titolare l’amministratore delegato uscente nonostante la cessazione dall’incarico avvenuta qualche tempo prima, lasciando l’ingegnere Fontani nel ruolo di operation manager per Caorso e conferendo la temporanea responsabilità dell’Ufficio Legale al Direttore dell’Ufficio Acquisti e Appalti.

Il fatto è che, molto più semplicemente, pare che da giorni il Capo dell’Ufficio Personale Gianluca Artizzu, assumendo una posizione condivisa con i colleghi degli affari legali, si fosse formalmente rivolto a Lentini delineando la necessità di provvedere senza indugio a sollevare Fontani dall’Ufficio Legale per vizi di legittimità legati al venir meno dei suoi poteri procuratori.

Evidentemente c’erano uffici che avevano oltremodo fretta, eppure qualcuno ha voluto raccontare in giro che è stata una iniziativa del Collegio sindacale.

Dal suo canto, Lentini, che avrà considerato il particolare momento segnato dai diversi accertamenti in corso nei confronti della Sogin, alla fine ha optato per la designazione del Responsabile degli appalti valutandone, come intuibile, sia il possesso di deleghe di ampia portata che il ruolo di trait d’union che da mesi sta svolgendo con l’Autorità giudiziaria per assicurare ogni supporto richiesto alla Società.

Appare però chiaro che la cosa ha fatto storcere il naso a chi immaginava o forse desiderava un epilogo diverso.

Intanto, non è che dalla data del Decreto Fiscale si fossero interrotte le nuove determinazioni organizzative, a cominciare, dopo appena un giorno dall’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della norma che ha introdotto il regime commissariale per la Sogin, dall’assegnazione, a firma di Fontani, della vice direzione dell’Ufficio Decommissiong Project Planning retto da Lamberto D’Andrea, il dirigente che nel 2018, da Amministratore Delegato della Nucleco, ha sottoscritto l’affidamento diretto per 7 milioni di euro agli slovacchi della Javis.

All’Ufficio Legale il Presidente Lentini si è ritrovato ancora in organico - e con l’incarico di vice direttore nominato a gennaio scorso - Vincenzo Ferrazzano, che il settimanale L’Espresso, nell’articolo dedicato alle perquisizioni avvenute sotto Natale e ai provvedimenti cautelari adottati dalla Sogin verso alcuni suoi manager, indicava come uomo di fiducia dell’A.D. Fontani.

E’ in effetti al mandato Perri-Fontani che va ricondotto il discusso rientro in Società di Ferrazzano dopo diversi anni dall’allontanamento che gli fu inflitto a seguito di verifiche interne, mentre cavalcavano i fatti di cronaca legati alla maxi inchiesta giudiziaria sull’assegnazione dell’appalto per la realizzazione dell’impianto Cemex di Saluggia, bandito nuovamente nel 2020 e oggi causa di non pochi grattacapi, anche di natura legale, che ci manca solo si venga a sapere che passano pure per le mani di Ferrazzano.

Proprio il nome di Ferrazzano, come noto, è tra quelli in quota Sogin che si ripetono nel decreto del 2015 con cui l’allora Prefetto di Roma Pecoraro disponeva la gestione straordinaria dell’impresa Maltauro nell’esecuzione dell’appalto Cemex.

Come non bastasse, c’è pure altro a creare imbarazzo, fin nelle stanze dell’Azionista.

Ripescato a metà del 2020, fra l’altro precedendo di poco l’assunzione (anche nel suo caso, un ritorno dopo anni) di Artizzu - ovviamente, solo una coincidenza per i due, come tante nella vita di Sogin - fino a poco prima, come a tanti noto, Ferrazzano aveva ricoperto per anni il ruolo di amministratore delegato, con pieni poteri di legge, di un’azienda non proprio qualunque, la Fucina Italia srl.

Quest’ultima, infatti, risulta affidataria nel tempo di plurime commesse assegnate dalla Sogin, anche sotto il mandato Ferrazzano, con più contratti oggi in corso di validità, aggiudicati sempre in forma associata ad altre imprese che ricorrono spesso tra i concorrenti delle gare bandite proprio dalla Sogin.

Ci si chiede quali siano le valutazioni fatte dai vertici uscenti nell’individuazione dell’ambito di destinazione del ripescato, in merito alle ragioni di opportunità legate tanto alle vicende del passato quanto al ruolo della Società di Stato al cospetto della platea di tutti i fornitori e contraenti.

Per di più, sembrerebbe che sul punto fossero in cantiere alcune interrogazioni parlamentari, poi disinnescate, come tante altre iniziative generali, dai rivolgimenti istituzionali ultimi.

Dai corridoi dei gruppi parlamentari si apprende che sarebbe stato chiesto al Ministro azionista anche se corrisponde al vero la notizia secondo cui l’attuale vice direttore dell’Ufficio Legale sia stato riassunto nonostante ci sono fossero stati due gradi di giudizio in contenzioso tra lui e la Sogin sulla possibilità di rientro lavorativo che sembrerebbe lo abbiano visto soccombere.

Ebbene, pare con evidenza che l’atteggiamento prudenziale non sia invece mancato ad un lucido Lentini, che alla fine ha di fatto scontentato l’ancien régime.

Altro aspetto curioso da notare è come proprio Ferrazzano, dieci anni fa, ricoprisse in Sogin il ruolo, detenuto per diverso tempo, di Direttore dell’Ufficio Legale, Societario e Acquisti e Appalti.

Ma allora, nella storia recente della Sogin, la responsabilità affidata a un’unica figura dei due ambiti è stata pure una soluzione organizzativa stabile (all’infuori del carattere di temporaneità di un interim) per qualche anno? Certo che sì.

Non solo.

Di quella stagione fanno tra l’altro parte alcuni dei contratti sottoposti alle verifiche, in corso, di autorità esterne sulla gestione degli appalti Sogin degli ultimi anni.

E adesso? Il timore, comprensibile, che trapela da non pochi dipendenti è che le pretestuose chiacchiere degli ultimi giorni, oltre ad aver infastidito la gran parte dei lavoratori e innescato la consueta catena di articoli non benevoli, possano alla fine condurre la Società a fare nuovamente i conti con il proprio passato pagandone dazio.

Tuttavia, non deve sfuggire che, consultando le voci dell’area “Società Trasparente” del portale Sogin, si ricava che l’Ufficio Legale e Societario è ricompreso tra quelli con compiti di staff: quindi è dedicato ad attività non di controllo, ma di supporto.

Ad ogni modo, va anche detto che sono diverse le realtà che hanno previsto o prevedono modelli organizzativi con l’incardinamento nella stessa struttura delle aree del legale e delle gare, da Eur SpA a Sogesid per citare degli esempi.

Rimanendo in tema di ancien régime e di polemiche pretestuose, inevitabile è il riferimento al capitolo dirigenti licenziati per giusta causa.

Vale a dire i manager protagonisti in negativo della lunga, passata stagione segnata dalla cattiva gestione in Sogin degli appalti in materia di deposito nazionale delle scorie radioattive, su cui è da tempo concentrata l’attenzione dell’Autorità Giudiziaria e oggetto di più verifiche interne e esterne dal 2020.

Nel silenzio e nel rispetto dovuti al lavoro degli inquirenti, cresce l’appello alla Sogin di rendere di pubblica fruizione i documenti dei chiarimenti prodotti da tutti e quattro i dirigenti all’interno del procedimento disciplinare che fu mosso nei loro confronti.

Sarebbe davvero utile, a vantaggio sia di un’opinione pubblica più consapevole che di un’informazione che non si riduca a lanciarsi nella direzione del pezzo di legno buttato lontano da qualcuno al cane da guardia, poter visionare e confrontare le informazioni prodotte da ciascuno degli stessi dirigenti poi mandati a casa, nel momento in cui avrebbero dovuto giustificarsi dagli addebiti di mancato presidio e scelte non prudenti.

Da più parti si racconta che, non solo non siano stati capaci - per quanto arduo - di difendere la propria posizione, ma addirittura sono riusciti ad aggravare i rilievi mossi a se stessi e a qualche collega.

In fondo, poi, l’appello ha ragion d’essere anche alla luce della vena creativa che ha contraddistinto talune notizie circolate ultimamente, che ricondurrebbero i licenziamenti a qualche forma di ritorsione, come se le contestazioni giunte da Autorità amministrative, verificatori esterni e Guardia di Finanza siano derubricabili a sgridata.

Ecco, a questo punto, più di tutti va sottolineato un dato in particolare.

Nessun contenzioso risulterebbe iscritto nei Tribunali romani, che veda opposti gli ex dipendenti contro Sogin per il patito licenziamento per giusta causa.

Ma come è possibile?

Esiste davvero chi si sente leso nei propri diritti, addirittura qualcheduno che si riterrebbe vittima di ritorsioni, che però per 6 mesi ad oggi non ha mai mosso un dito per tutelarsi facendo causa all’azienda? La risposta è a carico di Sogin.

Inoltre sembra che l’Azionista abbia più volte espresso la volontà che si vada fino in fondo con l’opera di sanzionamento delle responsabilità.

Da via Venti Settembre fanno sapere, infatti, che già a inizi aprile, alla notizia dei provvedimenti adottati dopo le diverse verifiche sui contratti del Deposito, il Ministero dell’Economia aveva formalmente chiesto conto al consiglio di amministrazione uscente della Sogin sulle azioni di responsabilità che sarebbero state intraprese per salvaguardare l’integrità del patrimonio aziendale e non si nasconde l’irritazione che il Dicastero ha accumulato di fronte alla protratta inerzia del vertice societario.

E poi è arrivato il commissariamento.

In una Società, però, va detto con forza, che stava rivelando e ha dimostrato già da parecchi mesi di saper e poter attivare, come poche altre amministrazioni italiane, importanti scelte e percorsi di correzione dei problemi interni, a garanzia della maggiore efficienza delle proprie attività e a salvaguardia della grande reputazione professionale di cui i dipendenti della Sogin godono nel mondo.

Su queste notizie Ageei ha inoltre chiesto all’ufficio stampa di Sogin:

- se corrisponde al vero che nell'Ufficio legale sia ancora in organico Vincenzo Ferrazzano nonostante avesse avuto coinvolgimenti nella passata vicenda CEMEX e sia già stato Amministratore delegato di un'impresa aggiudicataria di molteplici commesse Sogin

- se corrisponde al vero la notizia secondo cui, prima della sua riassunzione, ci siano stati due gradi di giudizio tra Ferrazzano e Sogin, vinti da Sogin

- se corrisponde al vero che il Mef, con comunicazione di aprile 2022, abbia chiesto conto delle azioni di responsabilità da intraprendere a seguito dei 4 licenziamenti al fine di tutelare il patrimonio aziendale. E che sia ancora in attesa di una risposta

Ma Sogin ha preferito non confermare e non smentire e precisare che “la vostra mail ha per oggetto informazioni aziendali di natura riservata rispetto alle quali non possiamo fornirvi indicazioni specifiche. Cordiali saluti”.

DPCM SOGIN COMMISSARI

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