News2 Febbraio 2023 15:38

Sogin, da ordinanza emergono incontri nel 2015 tra dirigenti licenziati e imprese che si sarebbero poi aggiudicate gli appalti milionari

C’è un retroscena nell’ordinanza del giudice del lavoro di Roma che ha bocciato il reintegro di Luca Cittadini, uno dei dirigenti licenziati dalla Sogin a febbraio dell’anno scorso, respingendo al mittente il ricorso per la lamentata natura ritorsiva del provvedimento.

La stessa ordinanza che l’onorevole Daniela Ruffino di Azione-Italia Viva aveva toccato in sua recente interrogazione parlamentare dimenticando però le responsabilità dei passati vertici societari evocate dal giudice, con più richiami all’operato del presidente della Sogin dal 2013 al 2016, quel Giuseppe Zollino che è stato candidato alle ultime politiche in Piemonte con il Terzo Polo proprio dietro la Ruffino e anche responsabile per energia e ambiente di Azione.

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Da quanto si legge nell'ordinanza, nel 2015 sono avvenuti incontri tra alcuni Capi Ufficio della Sogin e il personale dell’impresa che si sarebbe poi vista aggiudicare l’appalto per la milionaria campagna di comunicazione “ancor prima della conclusione dell’iter di gara e della stipula del contratto tra la detta società e Sogin”.

I contatti con il concorrente futuro appaltatore avvennero, si legge ancora, “pur nella consapevolezza che l’aggiudicazione non era ancora avvenuta (sarebbe avvenuta il 25.6.15 e il contratto sarebbe stato firmato il 30.6.15 e perfezionatosi l’8.7.15) e che Sogin non aveva ancora ricevuto la documentazione richiesta ai fini della stipula (pervenuta il 19.6.2015)”.

I soggetti interessati se lo scrissero nelle mail circolate tra loro nel giugno 2015, ossia il Presidente Zollino, l’A.D. Casale, il Direttore della Divisione Relazioni Esterne Federico Colosi (già nella giunta capitolina di Walter Veltroni), il Direttore della Divisione DNPT Fabio Chiaravalli e Cittadini.

Tutti, fatta eccezione per l’A.D. Casale, manifestarono l’opportunità di un tale contatto, non ufficiale, con il fornitore.

Il giudice del lavoro, trattandosi di rito Fornero, era chiamato a una visione sommaria dei fatti, che in questo caso sono quelli che si dovrebbero presumere dalle carte di sette anni fa.
Dall’altro, ad oggi non si hanno ancora notizie dalla Procura della Repubblica di Roma, che nell’ultimo anno ha bussato più volte alle porte della Sogin per acquisire documenti e testimonianze, che è facile presumere non possano essere sbandierati.

In attesa di sapere se la ricostruzione e le indagini degli inquirenti abbiano individuato eventuali illeciti, viene intanto da pensare che, in quella gara del 2015, l’impresa con cui Zollino ante Calenda, Colosi, Chiaravalli pianificarono incontri prima che ci fosse l’aggiudicazione non era l’unica ditta concorrente.

Scorrendo infatti l’edizione del Daily Media del 28 luglio 2015 (http://video.mondadori.com/mktpubbli/Daily/OldDaily/DM-139-mar-28-07.pdf), a pagina 14, dedicata proprio al Bando della Sogin per la campagna di informazione nazionale sul Deposito delle scorie suddiviso in 3 Lotti pari a 4.594.046,71 euro, si legge espressamente che “Per il secondo, l’agenzia di cui è ceo Giuseppe Caiazza e la centrale guidata da Javier Sarasola hanno avuto la meglio nei confronti di, sempre nell’ordine: Pomilio Blumm con NE Nomisma Energia; JWT con Hill & Knowlton e Mindshare; e Cheil con Inrete e OC&M”.

Quel management non c’è più in Sogin ma viene da chiedersi - a fronte di quanto emerso dall'ordinanza - se fu vera e regolare concorrenza.