News19 Gennaio 2023 15:09

Sogin, Azione interroga su licenziamenti per mln spesi senza placet ministeri. L’Ad Riccardo Casale chiese audit ma 3 giorni dopo il presidente Zollino (proprio di Azione) lo sospese confermando la spesa

E’ il 10 gennaio scorso quando, come pubblicato da AGEEI, l’onorevole Daniela Ruffino di Azione-Italia Viva presenta una interrogazione a risposta immediata relativa ad alcune vicende della Sogin, citando anche l'ordinanza di qualche giorno prima con cui il giudice del lavoro aveva concluso il primo dei 4 ricorsi dei dirigenti licenziati un anno fa, condannando la società al pagamento di una somma inferiore a quella riportata dalla parlamentare, per esattezza 630mila euro, anziché 700mila, corrispondenti all’indennità supplementare prevista da contratto collettivo per 24 mensilità stipendiali e a quella di mancato preavviso pari a 12 mensilità.

Intanto, non si fa a tempo di finire di leggere che viene subito da pensare allo stipendio mensile dei dirigenti scolastici o anche a quello medio di un dirigente amministrativo: non ci vuole tanto a capire che Sogin ha mandato a casa dirigenti la cui retribuzione annua lambiva i 200mila euro e con diversi anni di anzianità lavorativa.

Si tratta, in questo caso, di Luca Cittadini, che a settembre scorso aveva presentato ricorso al Tribunale di Roma contro il proprio licenziamento chiedendo in via principale di accertarne la nullità presumendo ritorsioni nei suoi confronti e la reintegrazione nel posto di lavoro. In sostanza, lamentava che l’unico intento della società fosse stato quello di punirlo per avere egli ostacolato il rinnovo del noto contratto di appalto Nucleco - Javys e che, quindi, il licenziamento aveva natura ritorsiva.

Ma qualche giorno fa il giudice del lavoro ha smentito tutti gli elementi esposti nel ricorso, escludendo la ritorsività del licenziamento e bocciando la riammissione in servizio dell’ex dirigente.

Non solo. Da quanto ha potuto visionare AGEEI leggendo l’ordinanza, secondo il giudice appare insussistente ogni presunta disparità di trattamento tra il licenziato e altri colleghi destinatari di contestazione disciplinare senza benservito finale. E, ancora, i licenziamenti appaiono espressivi della volontà di censurare la condotta tenuta da tutti coloro che nelle vicende degli appalti del Deposito nazionale ebbero dei ruoli importanti, citando, assieme a Cittadini, anche Federico Colosi, capo dell’Ufficio Relazione Esterne, Fabio Chiaravalli, capo dell’Ufficio DNPT e Mariano Scocco, capo dell’Ufficio Legale.

Va detto, per dovere di cronaca, che il primo grado di giudizio prevede per legge soltanto una valutazione sommaria del giudice e quindi le parti possono presentare opposizione accedendo al rito ordinario.

L’ordinanza, comunque, oltre a consegnare il ritratto di un dirigente di prima fascia che avrebbe avuto un ruolo di esecutore di istruttorie e ordini altrui senza doveri di presidio (una sorta di direttore a sua insaputa), rivela non poche altre suggestioni, legate in particolare alle vicende di 7 anni fa, come la circostanza che fu un “azzardo” la campagna milionaria di informazione sul Deposito del luglio 2015 lanciata senza certezze in quel momento sull’effettivo rilascio del nulla osta da parte dei Ministeri competenti. E ricorda che ARERA non ha riconosciuto i costi dei contratti di acquisto degli spazi pubblicitari accertando, già nelle prime risultanze istruttorie dell’ottobre 2021 alla base delle contestazioni mosse al management del tempo, avendo rilevato che l’intera procedura di aggiudicazione dell’Accordo Quadro dell’appalto presentava gravi criticità e che l’avvio della campagna pubblicitaria del 2015 è imprudentemente avvenuto con l’avallo del Consiglio di Amministrazione ma in assenza di una sua formale delibera e senza attendere il nulla osta alla proposta di Carta nazionale delle aree idonee a ospitare il deposito delle scorie.

Ecco, quando si parla di appalti Sogin per il Deposito, non è un mistero che le vicende più critiche e controverse si sono consumate durante il mandato consiliare 2013-2016, a cominciare dalle spese di comunicazione per oltre 3 milioni di euro nel 2015 oggetto di molte discussioni.

Domanda: quando si parla di vertici societari del tempo, quale figura era titolare della delega esclusiva di potere di controlli interni?

Il Presidente Giuseppe Zollino, che disponeva dell’ulteriore delega societaria alle relazioni esterne.

Classe ’62, ingegnere elettrotecnico, docente presso l'Università di Padova, Zollino ha corso, senza successo, alle elezioni del 25 settembre come candidato del Terzo Polo a Torino alla Camera per il Piemonte, occupando la seconda posizione dietro proprio l'onorevole Daniela Ruffino. Per il partito Azione, Zollino è responsabile tematico per energia e ambiente e ne ha scritto il programma.

Nel 2013 fu nominato presidente della Sogin, dove resterà sino al 2016.

Nell’ordinanza si legge - tra varie cose - che il 25 maggio 2015, quindi il giorno stesso dell’aggiudicazione dell’Accordo Quadro sui servizi di comunicazione, l’A.D. del tempo Riccardo Casale (nominato oggi Ad di Ansaldo Energia) aveva chiesto con email indirizzata al responsabile dell’Internal Audit a diretto riporto del presidente Zollino, un audit dell’intero processo di approvvigionamento dei servizi di comunicazione afferenti il DNPT (dalla specifica tecnica del piano media elaborata dalla Funzione Relazioni Esterne retta da Federico Colosi, fino all’aggiudicazione del contratto di appalto) e che in data 28 maggio 2015 il presidente Zollino aveva deciso di sospendere tale audit.

E così i contratti vengono comunque firmati (resteranno in vita per anni) e le attività, già avviate ancor prima del perfezionamento dei documenti, proseguono.

Il nulla osta dei Ministeri non arriva e a novembre 2015 la campagna pubblicitaria si interrompe. Dopo un mese, Zollino informa il CdA della sospensione, rinviando gli approfondimenti alle ordinarie attività annuali di audit.

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