Politica9 Giugno 2023 10:44

Scorie nucleari, interrogazione Mazzetti (FI): su stato della messa in sicurezza

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00958

presentato da

MAZZETTI Erica

testo di

Mercoledì 7 giugno 2023, seduta n. 115

MAZZETTI, SQUERI, CORTELAZZO e BATTISTONI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

le inondazioni delle ultime settimane in Emilia hanno reso attuali gli allarmi sul rischio idrogeologico in Italia;

nel deposito nucleare di Saluggia in provincia di Vercelli (provincia nota per le sue risaie) sono ospitati 270mc di rifiuti radioattivi liquidi e acidi dell'ex impianto Eurex di riprocessamento del combustibile nucleare, che rappresentano il 75 per cento della radioattività italiana;

se ci fosse un allagamento in quest'area e queste sostanze dovessero contaminare il sistema fluviale fino al Po, ci sarebbe un disastro ambientale che nel 2001 il Nobel Carlo Rubbia paragonò ai «maggiori incidenti nucleari della storia recente»: la zona diverrebbe inabitabile bisognerebbe evacuarla;

le operazioni di decommissioning delle nostre centrali nucleari sono in gravissimo ritardo. La Sogin, nata negli anni '90, avrebbe dovuto mettere in sicurezza i rifiuti nucleari entro il 2014 e smantellare tutte le ex centrali nucleari entro il 2019;

a causa delle criticità nell'operato di Sogin, il decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, ne ha disposto il commissariamento, ma a oggi non si vedono progressi significativi, il consorzio Cemex 2023, cui era stato 2021 il progetto di cementificazione di rifiuti liquidi a Saluggia ha svolto poco più dell'1 per cento dei lavori;

dall'ultimo inventario, elaborato dall'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare (Isin) si evince che, nel 2021 il volume dei rifiuti radioattivi italiani è di oltre 30mila mc, sparsi in 19 siti temporanei e in parte in corso di processamento all'estero;

in Europa, buona parte degli Stati si è dotata di un'infrastruttura per la sicurezza delle scorie nucleari. La normativa europea prescrive di risolvere la questione dei rifiuti radioattivi entro il 2025: il nostro Paese è sotto procedura d'infrazione (n. 2018 del 2021);

secondo i dati pubblicati dall'Arera, dal 2010 al 2020, il decommissioning è costato ben 3,7 miliardi di euro, cui aggiungere 514 milioni per le misure di compensazione a favore delle aree dei siti di stoccaggio;

rispondendo ad atti di sindacato ispettivo, il Ministero interrogato ha dichiarato che l'emissione dei provvedimento di autorizzazione unica del Dnpt potrebbe avvenire nel 2026 e la sua messa in esercizio nel 2030 con un possibile ulteriore slittamento fino a 12 mesi delle diverse fasi qualora non si raggiunga una intesa con le regioni –:

quale sia lo stato di messa in sicurezza dei rifiuti nucleari e quali iniziative urgentissime intenda adottare rispetto alle problematiche esposte in premessa.
(5-00958)