Energia14 Maggio 2024 11:31

Rinnovabili, Ue: due aziende cinesi si ritirano da gara per parco solare in Romania da 375 mln euro

L’arma anti-sussidi che l’Ue sta mettendo in campo da diversi mesi per ridurre la concorrenza sleale e la dipendenza da paesi terzi, e in particolare dalla Cina, sta producendo risultati. L’ultimo in ordine di tempo è il ritiro, ieri, di due produttori di pannelli solari di proprietà cinese da una gara d’appalto pubblica per un parco solare da 110 megawatt in Romania a seguito dell’indagine sui sussidi esteri avviata da Bruxelles. È stata la stessa Commissione europea ad annunciare il ritiro e la chiusura dell’“indagine approfondita”.

L’Unione europea sta cercando di incrementare le rinnovabili in Europa ma senza diventare troppo dipendente dalla tecnologia eolica e solare cinese, i cui costi sono sensibilmente più bassi. Più in generale, come rilevano diversi media stranieri, l’Ue vuole difendere l’industria europea dalle minacce commerciali provenienti da Cina e Stati Uniti, e a tale scopo ha avviato numerose indagini sui sussidi statali alle aziende cinesi. Come rileva il Financial Times, “i nuovi poteri anti-sovvenzioni dell’Ue stanno avendo un effetto deterrente sulle aziende che, a detta di Bruxelles, ricevono sostegno finanziario da Pechino”.

I produttori europei di energia solare affermano che un eccesso di fotovoltaico cinese sta minando la loro produzione, con pannelli solari che costano circa la metà di quello che costavano nello stesso periodo dell’anno scorso a causa dell’eccesso di offerta. I principali produttori europei di energia solare come Meyer Burger hanno chiuso gli impianti o ridotto la produzione. Secondo il think tank Bruegel, a oggi la Cina fornisce circa il 95% dei pannelli utilizzati nell'Ue.

I due consorzi solari che hanno abbandonato la Romania sono una filiale tedesca di Longi Green Energy Technology, uno dei maggiori produttori mondiali di celle fotovoltaiche e pannelli solari, e due filiali europee della società elettrica statale cinese Shanghai Electric. Il valore stimato del contratto era di circa 375 milioni di euro.

L’indagine è stata avviata in base alle nuove norme entrate in vigore lo scorso anno e volte a impedire che i sussidi esteri compromettano la concorrenza leale nell’Ue. "Stiamo investendo in modo massiccio sull'installazione di pannelli solari per ridurre le emissioni di carbonio e le bollette energetiche, ma questo non deve avvenire a scapito della nostra sicurezza energetica, della nostra competitività industriale e dell'occupazione in Europa", ha dichiarato il commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton, il quale ha evidenziato che le nuove regole garantiscono che "le imprese straniere che partecipano all'economia europea lo facciano rispettando le nostre regole sulla concorrenza leale e sulla trasparenza".

Ma la Cina non sembra aver preso troppo bene la notizia. Ieri la Camera di commercio cinese presso l’Ue (CCCEU) ha dichiarato di essere preoccupata che le nuove regole siano “uno strumento di coercizione economica mascherata da sicurezza economica”, che non lascia alle aziende cinesi altra scelta se non quella di ritirarsi. La CCCEU ha anche denunciato “la trasparenza selettiva e l’applicazione potenzialmente discriminatoria” delle nuove regole comunitarie, aggiungendo che altre entità extra-UE che hanno preso parte alla procedura di gara per il parco solare rumeno non hanno ricevuto controlli altrettanto rigorosi. La vicenda potrebbe acuire le tensioni commerciali, tanto più che la Camera di Commercio ha affermato che questo ritiro “ostacola” gli “sforzi volti alla trasformazione verde” dell’Ue.