Energia28 Dicembre 2022 14:15

Putin vieta le esportazioni di petrolio russo ai paesi che adottano il price cap

Il presidente Vladimir Putin ha dato oggi la tanto attesa risposta della Russia al tetto massimo dei prezzi al petrolio deciso dai paesi occidentali, firmando un decreto che vieta la fornitura di greggio e prodotti petroliferi dal 1° febbraio per cinque mesi alle nazioni che rispettano il cap.

Le maggiori potenze del Gruppo dei Sette, l'Unione Europea e l'Australia hanno concordato questo mese un prezzo massimo di 60 dollari al barile per il greggio russo trasportato via mare in vigore dal 5 dicembre in relazione alla "operazione militare speciale" condotta da Mosca in Ucraina.

La Russia è il secondo più grande esportatore di petrolio al mondo dopo l'Arabia Saudita, e una grave interruzione delle sue vendite avrebbe conseguenze di vasta portata per le forniture energetiche globali.

Il decreto, pubblicato sul portale governativo e sul sito del Cremlino, è stato presentato come una risposta diretta ad "azioni ostili e contrarie al diritto internazionale da parte degli Stati Uniti e degli Stati stranieri e delle organizzazioni internazionali che vi aderiscono".

"Sono vietate le consegne di petrolio e prodotti petroliferi russi a soggetti e privati stranieri, a condizione che nei contratti di tali forniture sia previsto direttamente o indirettamente l'utilizzo di un meccanismo di fissazione del prezzo massimo", si legge nel decreto. "Il divieto stabilito si applica a tutte le fasi della fornitura fino all'acquirente finale".

Il decreto, che include una clausola che consente a Putin di annullare il divieto in casi speciali, afferma ancora: "Entra in vigore il 1° febbraio 2023 e si applica fino al 1° luglio 2023".