Energia5 Settembre 2022 12:16

Price cap e zona tariffaria amministrata: ecco le 2 misure a cui pensa l’Ue

Sono due le misure a cui sta pensando l’Ue per allentare la pressione russa sulle forniture gas europee: la prima è un price cap sul gas importato dalla Russia, la seconda la realizzazione di una zona tariffaria amministrata per i paesi europei più colpiti. È quanto emerge da un documento Ue visionato da Ageei che verrà discusso durante un seminario tra i rappresentati europei il 7 settembre e nel corso della riunione straordinaria dei ministri dell’energia Ue del 9 settembre.

“L'opzione del price cap per il gas russo comporterebbe l'introduzione di un limite di prezzo per le importazioni di gas russo e garantirebbe la certezza dei prezzi e dei volumi sul mercato – si legge nel documento -. L'obiettivo principale sarebbe quello di limitare i ricavi che la Russia ottiene dalla vendita di gas all'Europa. Inoltre, renderebbe meno attraente per la Russia innescare aumenti dei prezzi attraverso interruzioni parziali o manipolazioni del mercato, il che contribuirebbe a limitare la volatilità e l'incertezza sul mercato del gas una volta che il tetto dei prezzi russo sarà stato stabilito”. Vengono però segnalati una serie di pro e contro che vanno dal rischio di uno stop totale russo per ritorsioni, all’attivazione di clausole di forza maggiore nei contratti.

Per quanto riguarda il livello del tetto al prezzo del gas “dovrebbe essere fissato a un livello superiore ai costi di produzione russi, in modo da garantire che la Russia non benefici di entrate più elevate. Dato che nel decennio precedente (2010/2020), i prezzi del gas russo si sono assestati tra i 5 e i 35 euro/MWh, qualsiasi tetto superiore a questo livello garantirebbe alla Russia di essere al di sopra dei suoi costi marginali di produzione”, si legge nel documento europeo.

Naturalmente, prosegue il documento, “la decisione su quando applicare un eventuale tetto al gas russo è di natura politica, poiché dipende principalmente da quanto l'UE è disposta a rischiare un'ulteriore/piena interruzione (...). L'UE vorrebbe massimizzare i volumi e minimizzare i prezzi. L'idea del price cap sul gas naturale russo sarebbe quella di negoziare non solo il prezzo ma anche un volume fisso di fornitura (semplificando 50 bcm/anno a 50 €/MWh). Il momento scelto dipenderà dalla volontà politica degli Stati membri. L'introduzione del tetto al gas naturale russo potrebbe quindi avvenire in qualsiasi momento e anche adesso”.

Per quanto concerne l’applicazione di prezzi amministrativi nella regione maggiormente colpita dall'interruzione dei fornitori russi, il documento europeo suggerisce di distinguere per zone etichettate in base alla gravità degli impatti della perturbazione con zone rosse (maggiore esposizione alla perturbazione) e verdi (minore esposizione alla perturbazione). “La zona rossa sarebbe costituita dagli Stati membri in cui i prezzi potrebbero aumentare fortemente al di sopra dei prezzi osservati sull'indice TTF a seguito di un'interruzione completa delle forniture di gas russo, fino a raggiungere il livello di emergenza. La soluzione tuttavia, specifica il documento risulta “complessa da gestire e impegnativa per garantire che il gas arrivi dove è più necessario” e necessita dell’istituzione di “un ente che contribuisca all'allocazione del gas. Maggiore complessità con un numero più elevato di Stati membri partecipanti”.

IL NON PAPER UE