Politica2 Maggio 2023 11:34

Pnrr, mozione Evi (AVS): su REPowerEU e rinnovabili

Atto Camera

Mozione 1-00131

presentato da

EVI Eleonora

testo di

Venerdì 28 aprile 2023, seduta n. 94

La Camera,

premesso che:

nel dicembre 2019, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato lo European Green Deal al fine di rendere l'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050;

il Green Deal europeo, parte integrante della strategia della Commissione europea per attuare l'Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, è stato quindi approvato dal Parlamento europeo nel gennaio 2020 su proposta della Commissione europea;

per raggiungere questi obiettivi, il 14 luglio 2021 la Commissione europea ha quindi presentato un pacchetto di proposte denominato «Fit for 55%», al fine di adeguare la normativa in materia di clima ed energia al nuovo obiettivo di riduzione, entro il 2030, delle emissioni nette di gas a effetto serra (emissioni previa deduzione degli assorbimenti) di almeno il 55 per cento rispetto ai livelli del 1990, nella prospettiva della neutralità climatica entro il 2050;

la transizione energetica, già al centro delle misure previste dal Green Deal per lo sviluppo sostenibile e il contrasto ai gas climalteranti, è diventata decisiva anche per accelerare sull'autosufficienza energetica dell'Unione europea e porre fine alla dipendenza dai Paesi extra Unione europea, puntando su una maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili e sull'efficientamento e risparmio energetico;

proprio per rispondere alla recente crisi energetica, l'Unione europea ha quindi adottato una serie di misure, in particolare il piano RepowerEU, finalizzate prioritariamente ad affrancarsi dalla dipendenza russa e a rispondere all'impennata dei prezzi sui mercati mondiali;

la nuova situazione geopolitica del mercato dell'energia ha quindi imposto di accelerare la transizione verso l'energia pulita e di aumentare l'indipendenza energetica dell'Unione europea dai combustibili fossili;

in quest'ottica, il 18 maggio 2022 la Commissione europea ha presentato il Piano REPowerEU e la proposta di regolamento sui capitoli REPowerEU nei Piani per la ripresa e la resilienza che, confermando la piena attuazione delle iniziative legislative per la transizione energetica del citato pacchetto europeo «Fit for 55%», ne ha però aumentato comunque gli obiettivi relativi all'energia da fonti rinnovabili (45 per cento invece di 40 per cento) e al risparmio energetico (13 per cento invece di 9 per cento), e che dovrebbe permettere di ridurre la domanda di gas dell'Unione europea del 30 per cento;

l'elettrificazione, l'efficienza energetica e la diffusione delle energie rinnovabili potrebbero consentire all'industria un risparmio pari a 35 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030, un risultato che va oltre gli obiettivi del pacchetto «Pronti per il 55%». Si prevede che entro il 2030 circa il 30 per cento della produzione di acciaio primario dell'Unione europea sarà decarbonizzato mediante l'utilizzo di idrogeno rinnovabile;

il 12 luglio 2022 il Consiglio europeo ha rivolto specifiche raccomandazioni all'Italia sul programma nazionale di riforma 2022 e sul programma di stabilità 2022, chiedendo al nostro Paese di prendere provvedimenti al fine di aumentare gli investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale e per la sicurezza energetica tenendo conto dell'iniziativa REPowerEU, anche avvalendosi del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell'Unione europea;

secondo la Commissione europea, REPowerEU richiederà entro il 2027 maggiori investimenti per 210 miliardi di euro e dovrebbe consentire di risparmiare 80 miliardi di euro ogni anno sulle importazioni di gas, petrolio e carbone. Il Piano mira ad assicurare l'autosufficienza energetica dell'Unione europea, anche tramite:

a) un maggiore risparmio energetico. La Commissione europea propone di rivedere la direttiva sull'efficienza energetica – già oggetto di revisione ad opera di una delle proposte del pacchetto «Pronti per il 55%» – per innalzare al 13 per cento, rispetto al 1990, l'obiettivo vincolante di risparmio energetico, che il pacchetto climatico fissa al 9 per cento;

b) l'incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili. La produzione complessiva di energia rinnovabile dovrebbe raggiungere nel 2030 i 1236 GW a fronte dei 1067 GW previsti dal pacchetto «Pronti per il 55%». Il piano REPowerEU ha introdotto una strategia per raddoppiare la capacità solare fotovoltaica fino a 320 GW entro il 2025 e installare 600 GW entro il 2030;

c) l'introduzione graduale dell'obbligo giuridico di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici, commerciali e residenziali;

d) il potenziamento delle catene di approvvigionamento dell'energia eolica, snellendo le procedure di autorizzazione;

e) il raddoppio del tasso di diffusione delle pompe di calore, attraverso misure volte a integrare l'energia geotermica e termosolare nei sistemi di teleriscaldamento e di riscaldamento collettivo;

f) la diversificazione dell'approvvigionamento, grazie a nuovi fornitori esteri e ad acquisti congiunti volontari sulla piattaforma dell'energia;

inoltre il piano REPowerEU assegna un ruolo importante all'idrogeno rinnovabile in quei settori che sono di difficile decarbonizzazione come quelli dell'industria e quello dei trasporti, stabilendo per il 2030 un obiettivo di 10 milioni di tonnellate di produzione interna e 10 milioni di tonnellate di importazioni;

la necessità di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, in particolare quelli provenienti dalla Russia, ha certamente contribuito a voler accelerare il processo di transizione verso un'economia verde, con la diversificazione nell'utilizzo delle fonti energetiche, nonché a sensibilizzare maggiormente in merito all'esigenza di contenere i consumi di energia;

il 28 febbraio 2023 è stato quindi pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea il regolamento (UE) 2023/435 che modifica il regolamento (UE) 2021/241 per quanto riguarda l'inserimento di capitoli dedicati al piano REPowerEU nei piani per la ripresa e la resilienza e che modifica i regolamenti (UE) n. 1303/2013, (UE) 2021/1060 e (UE) 2021/1755, e la direttiva 2003/87/CE;

il citato regolamento (UE) 2023/435 ha inserito il piano REPowerEU e i cambiamenti climatici nel dispositivo per la ripresa e resilienza dell'Unione europea (istituito dal regolamento 2021/241);

come riporta il Def, il Documento di economia e finanza 2023, bisogna ottenere la terza rata del PNRR entro il mese di aprile 2023 e il Governo intende «rivedere o rimodulare alcuni progetti del Piano per poterne poi accelerare l'attuazione. È in fase di elaborazione il programma previsto dall'iniziativa europea REPowerEU, che comprenderà, tra l'altro, nuovi investimenti nelle reti di trasmissione dell'energia e nelle filiere produttive legate alle fonti energetiche rinnovabili» e gli interventi necessari a ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas naturale;

è del tutto evidente che i suddetti nuovi obiettivi dell'Unione europea impongono l'aggiornamento dei piani nazionali per l'energia e il clima (Pniec) da parte dei diversi Stati membri, peraltro già previsto per il 2024;

come riporta il Def, Documento di Economia e finanza 2023, «rivestirà grande importanza la revisione dei principali documenti programmatici in materia di energia e clima, quali il PNIEC e la Strategia di Lungo Termine sulla riduzione dei gas ad effetto serra. Il nuovo PNIEC, che l'Italia dovrà presentare nella sua versione "draft" alla Commissione entro il 30 giugno 2023 (la versione finale dovrà essere presentata a giugno 2024), sarà predisposto alla luce dei nuovi obiettivi europei in materia di clima ed energia derivanti dal pacchetto "Fit for 55" e in linea con il REPowerEU e continuerà a svilupparsi sulle 5 dimensioni dell'Unione dell'energia: decarbonizzazione (riduzione delle emissioni e energie rinnovabili); efficienza energetica; sicurezza energetica; mercato interno dell'energia; ricerca, innovazione e competitività. Per quanto possibile, come sollecitato dalla stessa Commissione, nell'aggiornamento del PNIEC si dovrà preparare l'analisi di base necessaria per elaborare i piani sociali per il clima (che indicano come utilizzare le entrate del Fondo sociale per il clima)»;

il capitolo REPowerEU da aggiungere al PNRR conseguentemente aggiornato, doveva essere inviato alla Commissione europea entro il prossimo 30 aprile, come assicurato anche dal Ministro per gli affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Fitto, fino a pochi giorni fa. In realtà con l'avvicinarsi della scadenza, la data di fine aprile è scomparsa, e lo stesso Ministro ammetteva realisticamente di avere bisogno di più tempo, sottolineando come le regole europee diano la possibilità di presentare i piani rivisti, fino al 31 agosto 2023;

il Governo in conseguenza dei suoi evidenti ritardi ha quindi deciso di sfruttare questo spostamento di scadenza in quanto effettivamente la Commissione europea, seppur sollecitando i Paesi a presentare entro fine aprile il PNRR modificato, ha comunque previsto anche la data di agosto 2023 quale termine ultimo legale indicato nella comunicazione della Commissione europea 2023/C80/01. È evidente che se non si presentano i progetti non si otterranno le risorse;

un allungamento dei tempi effettivamente consentito dalle norme europee, ma che complica ulteriormente la realizzazione concreta dei progetti, e soprattutto rivela le difficoltà dell'Esecutivo, incapace di rispettare i termini che esso stesso si era dato;

risulta peraltro che il Governo intende tagliare alcuni progetti che avrebbero dovuto essere rendicontati entro dicembre 2022 per un ammontare di circa 20 miliardi di euro e, in aggiunta, vorrebbe includere tra i progetti da finanziare il gasdotto della dorsale appenninica;

ancora non si sa quali progetti il Governo deciderà di sostituire e con quali altri interventi, né tantomeno la quota di risorse da ricollocare;

il Def 2023, riguardo al piano REPowerEU, ricorda come «le risorse complessivamente previste in favore degli Stati membri ammontano a 20 miliardi, sotto forma di contributi a fondo perduto aggiuntivi e a 225 miliardi sotto forma di prestiti già disponibili attraverso il Dispositivo di ripresa e resilienza. La quota di risorse a fondo perduto che potranno essere destinate all'Italia ammonta a 2,76 miliardi (derivanti dal trasferimento delle risorse ETS)». A queste si può aggiungere fino al 7,5 per cento dei fondi relativi alla programmazione 2021-2027 della politica di coesione. Peraltro a queste cifre se ne possono aggiungere ulteriori a titolo di prestito non ancora utilizzate dagli altri Paesi a valere sul PNRR. Come sottolineato nel Def «il Governo intende utilizzare anche parte delle risorse delle politiche di coesione 2021-2027, già destinate a obiettivi assimilabili a quelli del REPowerEU»;

come confermato anche da diversi organi di stampa, per evitare di perdere fondi europei visti i ritardi accumulati e i primi obiettivi tagliati, il Governo è intenzionato a dirottare una parte dei fondi del PNRR che si fa fatica a spendere su alcuni progetti che fanno parte dei piani di investimento delle aziende pubbliche, tra cui Enel, Enel, Terna, Snam, e programmati per i prossimi anni;

in pratica si vorrebbero spostare diversi progetti dal Pnrr al Fondo di coesione, che ha una scadenza più lunga, 2029 anziché 2026. Le somme recuperate dallo spostamento di questi progetti andranno ad alimentare il REPowerEU finanziando quei progetti e piani di investimento delle grandi aziende statali sempre nell'ambito della transizione energetica. Per fare qualche esempio, Eni ha proposto un sistema per la cattura e il riutilizzo dell'anidride carbonica a largo di Ravenna, così come Snam ha tra i suoi piani il progetto per il completamento del gasdotto appenninico per il passaggio del gas proveniente dal nord Africa verso l'Europa settentrionale; Terna ha in progetto la realizzazione di tre elettrodotti sottomarini;

risulta evidente che diversi dei piani di investimento delle suddette aziende pubbliche che si vorrebbero ora finanziare col REPowerEU con le modalità suesposte, poco hanno a che fare e risultano in contraddizione con gli obiettivi di decarbonizzazione e di superamento delle fonti fossili che caratterizzano il medesimo piano REPowerEU;

in questo ambito giova ricordare come le strategie fin qui adottate dall'Italia continuano però a confermarsi tra le meno coerenti e rispettose degli impegni presi alla Cop26 in termini di superamento delle fonti fossili. Purtroppo il «Sistema-Italia» continua fin troppo a basarsi sul triangolo tra finanza privata, industria fossile e finanza pubblica;

è intenzione del Governo, come ribadito più volte anche della stessa Premier, costruire l'hub energetico in Italia del gas per vendere il gas all'estero, utilizzare Eni e Snam per realizzare questa infrastrutturazione spostando le risorse del Pnrr verso il REPowerEU;

il Governo italiano e la sua agenzia di credito all'esportazione Sace continuano a finanziare progetti di carbone, petrolio e gas all'estero almeno fino al 2028;

vale la pena ricordare che Sace si colloca al primo posto in Europa tra i finanziatori pubblici dell'industria fossile. Tra il 2016 e il 2021, Sace ha emesso garanzie per i settori del petrolio e del gas pari a 13,7 miliardi di euro;

peraltro è bene sottolineare che il presidente del consiglio di amministrazione di Sace è anche membro del consiglio di amministrazione dell'Eni, ente di servizio pubblico che ha investimenti nel comparto delle fonti fossili. Peraltro Eni ha già ricevuto la garanzia di Sace per Coral South, il progetto avviato dal medesimo ente per lo sviluppo delle risorse di gas scoperte al largo del Mozambico. E ora paradossalmente alcuni piani di investimento di Eni rischiano di essere finanziati con le risorse del REPowerEU,

impegna il Governo:

1) viste le evidenti difficoltà dell'esecutivo a rispettare i termini del 30 aprile 2023 per presentare il capitolo dedicato al piano REPowerEU quale integrazione del Pnrr, a presentare alla Commissione europea detto capitolo comunque assai prima del termine ultimo legale del 31 agosto 2023, al fine di non rischiare che il processo di valutazione da parte della medesima Commissione possa non concludersi in tempo utile;

2) a garantire il massimo e costante coinvolgimento della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica in tutte le fasi di aggiornamento e definizione del piano e circa l'utilizzo delle risorse del REPowerEU;

3) a finanziare prioritariamente tutte le iniziative utili e necessarie ad accelerare l'incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, favorendo l'autoproduzione e la produzione diffusa, nonché un sensibile snellimento delle relative procedure di autorizzazione;

4) a escludere dall'utilizzo delle risorse del REPowerEU il finanziamento di progetti che riguardino direttamente o indirettamente combustibili fossili e investimenti in fonti energetiche climalteranti, al fine di garantire le necessarie risorse per il loro superamento attraverso investimenti nel settore delle fonti rinnovabili e delle energie alternative;

5) a non finanziare con le risorse del REPowerEU i piani di investimento rientranti tra quelli delle aziende statali di cui in premessa, che riguardino fonti fossili e che non siano finalizzati alla decarbonizzazione dei sistemi produttivi;

6) ad avviare un piano di rapido superamento e azzeramento dei sussidi ambientalmente dannosi;

7) ad adottare tutte le iniziative utili volte a rivedere l'attività di supporto e garanzia svolta dalla Sace in quei settori di investimento legati alle fonti fossili;

8) ad aggiornare quanto prima il piano nazionale per l'energia e il clima (Pniec), in conseguenza dei nuovi obiettivi europei conseguenti al pacchetto «Fit for 55» e in linea con il REPowerEU.
(1-00131) «Evi, Bonelli, Zanella, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».