Politica29 Novembre 2022 16:08

Pichetto Fratin: “Non è più tempo di illeciti urbanistici”. Tutela del suolo, rigassificatori e riciclo. Cosa ha detto il ministro in Senato

Sulla tragedia di Ischia “non è più tempo per passare sopra gli illeciti urbanistici” e occorre garantire la tutela del suolo, contrastare il dissesto idrogeologico, eliminare i problemi sulle acque reflue per scongiurare le procedure di infrazione europee. Infine sono fondamentali i due nuovi rigassificatori Piombino e Ravenna per dare sicurezza al sistema italiano. Di questo ha parlato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ascoltato in commissione Ambiente al Senato sulle linee guida del dicastero.

Sulla tragedia di Ischia, ha detto il ministro “in un paese civile non si dovrebbe morire di pioggia”, e per questo “mi preme chiarire il senso delle mie parole di ieri alla radio. Per me il ruolo di primo cittadino è uno dei pilastri della democrazia rappresentativa e non è più tempo di passare sopra a illeciti urbanistici che possono trasformarsi in elementi di nuovo tragedie. Ci sono abusi e abusi taluni gravi e alcuni veniali, chi ha compiti di vigilanza deve evitare che si aggravino situazioni di rischio. Non è una battaglia di parte o una bandiera ideologica ma un impegno di tutti noi al governo. Il lavoro che ci attende nei prossimi anni ci impone di dare risposte”.

A Ischia, ha poi aggiunto, “il 49% del territorio è a pericolosità elevata e molto elevata: nei piani di dissesto idrogeologico” rientrano “13 mila residenti. Per la messa in sicurezza della zona costiera sono stati stanziati 12 anni fa dal ministero dell’Ambiente 3,1 mln ma gli interventi risultano ancora in fase di progettazione. Metteremo tutto il nostro impegno nella difficoltà strutturale nello spendere le risorse. Che nasce da meccanismi autorizzativi farraginosi e dalla stratificazione degli strumenti anche finanziari spesso non coordinati che si intralciano a vicenda”, ha affermato il ministro.

Se sulla tutela del suolo Pichetto Fratin ha evidenziato che occorre “approvare una legge nazionale che affermi i principi di riuso, rigenerazione urbana e limitazione del consumo” il cui punto di partenza “è la costituzione del fondo per il contrasto del consumo del suolo nella legge di bilancio 2023 con lo stanziamento di 160 mln di euro per il periodo 203-2027”, sulla tutela della risorsa idrica il ministro ha lanciato l’allarme sulla dispersione (“un tasso del 40%”) e sulle risorse del Pnrr (“stanziati 4.38 mld”) e annunciato interventi su acque reflue e fognarie “anche per scongiurare le procedure di infrazione europee”. “A tale scopo abbiamo stanziato in legge di bilancio 110 milioni per il periodo 2023-2026 in aggiunta a quelle del commissario Straordinario Giugni per dare un ulteriore contributo per risolvere una problematica che ci trasciniamo da troppo tempo”.

Il ministro ha poi ricordato tra gli obiettivi del Pnrr in capo al Mase – di cui il ministero è titolare della parte più corposa con 34,7 mld articolati su 26 investimenti e 12 riforme - la rinaturazione del fiume Po, del valore complessivo di circa 360 milioni di euro, “che interesserà l'intero bacino del fiume" e il ruolo leader del nostro paese sul fronte del riciclo dei materiali “(“il 21,6% a fronte di una media europea del 12,8%”).

“Noi siamo pronti a rispettare tutte le scadenze del piano” con “qualche modificazione dettata solo da mutate condizioni economiche e del contesto del mercato in primis purtroppo per i livelli d'inflazione elevati in base a una stima puntuale tale impatto può superare i 5 mld di euro nei prossimi anni”, ha spiegato il ministro.

Sul fronte energetico, Pichetto Fratin ha ricordato che l’Italia produce solo il 25% dell’energia di cui necessita, “il restante 75% viene importato da paesi esteri sotto forma di gas, prodotti petroliferi e carbone. Nelle scelte fatte nell’ultimo ventennio è stato dato un forte impulso alle rinnovabili raggiungendo livello apprezzabili ma non ancora sufficienti e ridotta la produzione di idrocarburi ma non il consumo aumentando di conseguenza l’importazione dell’estero. Il conflitto russo ucraino ha mostrato che la scelta di dipendere da un unico paese fornitore espone il sistema a forti rischi dia approvvigionamento e a dinamiche instabili e speculative. Per raggiungere elevati livelli di indipendenza” servono “rinnovabili” ma per sviluppare tutti gli impianti che servono “serve tempo” e per il momento “non possiamo non ricorrere al vettore fossile meno inquinante il gas metano”.

E qui si innesta la questione dei due nuovi rigassificatori, nei porti di Piombino e Ravenna:.” Per i nuovi rigassificatori la scelta è ricaduta su strutture galleggianti, dai più rapidi tempi di realizzazione, e da una più semplice amovibilità, in linea con la politica di decarbonizzazione del sistema energetico, che rimane il target prioritario della politica di diversificazione", ha detto il ministro.

“L’entrata in esercizio” dei due nuovi rigassificatori “è un paso fondamentale per potere affrontare con più tranquillità l’inverno 2023-24 considerando l’uso massiccio di stoccaggio nell’attuale fase. Dobbiamo programmare il futuro come fatto per il presente”, ha precisato il ministro ricordando l’intero piano messo in campo dal governo precedente. “l’insieme di tutte queste misure consentirà di sostiturie entro il 2025, 25 mld di mc di gas russo e di garantire un risparmio di 5 mld di mc”.

Il rafforzamento del sistema italiano passa “per un rafforzamento delle infrastrutture”. “L’Italia può diventare un hub mediterraneo del gas”. E “in questa ottica va sostenuto l’incremento della capacità dei rigassficatori esistenti, il raddoppio della Tap e il mantenimento e aumento degli impianti di stoccaggio del gas. I vantaggi di questo piano compreso i due nuovi rigassificatori su cui si stanno facendo delle riflessioni – Gioia Tauro e Porto Empedocle – saranno nulli se non verrà completata la linea adriatica”, ha chiarito Pichetto Fratin.

Per la produzione nazionale di gas questa - oggi poco più di 3 mld di mc - “sono state adottate misure per aumentarle di 2 mld di mc annui solo attraverso lo sfruttamento di giacimenti consistenti e previa esclusione di effetti di subsidenza. Tali effetti aggiuntivi saranno messi a disposizione del settore industriali a prezzi più equi di quelli di mercato tramite procedure gestite dal Gse”, ha spiegato il ministro “anche se non ci sono estrazioni immediate”.

Infine, “mi auguro che l’Europa definisca un cap al prezzo del gas. L’ultimo consiglio ha lasciato qualche spiraglio positivo. Italia è stato protagonista del percorso un numero considerevole di paesi a chiedere di più. Si dovrà inoltre aggiungere un processo di formazione del prezzo dell’energia elettrica sganciato dal petrolio e dal gas. Infine a livello nazionale è “prioritario concludere il lavoro sul decreto Fer 2 che disciplina gli incentivi alle fonti e tecnologie ancora non mature con costi elevati di esercizio, come la geotermia, il solare termodinamico e il biogas. In questo stesso ambito è intenzione affiancare un nuovo decreto Fer per continuare l’incentivazione delle tecnologie più mature e con costi fissi bassi o suscettibili di riduzione, come l'eolico e il solare. A tal proposito, l'attuazione della delega conferita al Governo dall’articolo 26 dell'ultima legge annuale per la concorrenza offre l'opportunità per il riordino e la semplificazione della normativa in tema di rinnovabili".