Sostenibilità14 Maggio 2024 14:49

Perché sono tutti contro la stretta del ruolo di Arera in materia di rifiuti

Non convincono alcuni emendamenti al decreto Superbonus che chiedono di restringere il ruolo dell’Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) in materia di rifiuti. Dopo le parole di ieri di Chicco Testa, presidente di Assoambiente, che in una missiva al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, sottolineava come eventuali interventi urt sulla disciplina Arera “sono poco funzionali all’interesse delle imprese”, la stessa Arera ha bocciato le proposte di modifica, secondo quanto si legge sul Sole 24 Ore di oggi. “L’Autorità per bocca del presidente Stefano Besseghini, ha bollato l’iniziativa sottolineando che le proposte rischiano di pregiudicare i progressi fatti e le possibilità di conseguire gli alti obiettivi ambientali e organizzativi che la disciplina comunitaria richiede al nostro Paese” rischiando di innescare una spirale di “costi senza controllo”.

Una linea accolta dall’Istituto Bruno Leoni che in un’editoriale pubblicato oggi parla di “enorme passo indietro”. “Da alcuni anni, infatti, all’Arera sono state assegnate importanti funzioni in materia di rifiuti. In particolare, l’Autorità predispone e aggiorna il metodo tariffario, fissa i criteri per le tariffe di accesso agli impianti di trattamento, valuta i costi delle singole prestazioni e in generale stabilisce in che modo debbano essere tradotti gli obblighi di separazione contabile e amministrativa – ha evidenziato Ibl -. Nel tempo queste funzioni si sono rafforzate e hanno dimostrato di determinare conseguenze positive, sia dal punto di vista della trasparenza su un mondo che nel passato (e in parte ancora adesso) si è dimostrato estremamente opaco, sia dal punto di vista degli incentivi impliciti ed espliciti a migliorare l’efficienza gestionale. Inoltre, proprio grazie all’adozione di regole uniformi e alla presenza di un regolatore indipendente oggi il calcolo della Tari poggia su criteri oggettivi e orientati ai costi, anziché essere uno strumento a disposizione dei sindaci per caricare in conto ai rifiuti i costi delle altre politiche”.

Per questo “limitare o eliminare l’Autorità, lasciandole di fatto solo funzioni di indirizzo generale, avrebbe un’unica conseguenza (che forse è anche l’unico obiettivo): riportare le lancette indietro, al periodo in cui il costo della raccolta e smaltimento dei rifiuti e l’intera organizzazione del settore era demandata a scelte discrezionali, arbitrarie e sovente clientelari degli enti locali, i quali usavano la Tari non come il corrispettivo di un servizio ma come una leva per racimolare gettito”.

Proprio sulla Tari è arrivata l’invettiva del Codacons: i rincari applicati da molti comuni italiani sono per l’associazione del tutto ingiustificati e rappresentano un danno economico enorme per i cittadini. Commentando lo studio della UIL sugli aumenti del 2024 il presidente Carlo Rienzi ha spiegato come “a fronte del crollo dei prezzi dell'energia e al generalizzato e sensibile ribasso dell'inflazione, la tariffa sui rifiuti doveva diminuire in tutta Italia ma, al contrario, si registrano aumenti anche importanti in tutti i principali comuni. E oltre al danno si aggiunge anche la beffa: la Tari aumenta di più proprio in quelle città dove il servizio di raccolta rifiuti registra un sensibile peggioramento, un paradosso tutto italiano che non ha eguali nel mondo”.

Anche Federconsumatori si è schierata contro il possibile ridimensionamento delle prerogative di Arera in materia di rifiuti: “Troviamo estremamente pericolosi e dannosi gli emendamenti proposti da alcuni esponenti di Forza Italia al Decreto sul Superbonus. Proprio stamattina, a Palermo, abbiamo presentato il 14° Report nazionale sui rifiuti, in cui abbiamo illustrato l’evoluzione della tariffa, soprattutto in relazione allo sforzo e all’impegno messo in atto per instaurare standard, regole e parametri omogenei, innalzando la qualità del servizio laddove ce n’era più bisogno e valorizzando le esperienze virtuose. Si tratta di orientare le gestioni ponendo in primo piano la chiusura del ciclo dei rifiuti, la riduzione del carico ambientale e lo sviluppo di strategie mirate alla realizzazione di un’economia circolare. Quelli proposti in sede di discussione del ‘decreto superbonus’, invece, sono emendamenti che disegnano un percorso del tutto inverso, all’insegna della deregolamentazione e dello smantellamento di controlli certi e rigorosi”.