Energia9 Aprile 2024 12:49

Perché l’Europa ha bisogno di investire 800 mld entro il 2030 (e chi lo dice) in infrastrutture energetiche

L’Europa dovrà investire 800 miliardi di euro entro il 2030 in infrastrutture energetiche per raggiungere gli obiettivi climatici e mantenere la propria industria competitiva. La Tavola Rotonda Europea per l’Industria, un influente gruppo di lobby di Bruxelles, ha affermato in un rapporto pubblicato oggi che gli obiettivi dell’Ue di ridurre e raggiungere zero emissioni nette di CO₂ entro il 2050 richiede massicci investimenti nelle reti elettriche, nello stoccaggio dell’energia e negli impianti di cattura del carbonio. Se l’investimento di 800 miliardi di euro è necessario per raggiungere gli obiettivi climatici del 2030, sono invece necessari 2,5 trilioni di euro affinché l’Ue possa raggiungere la transizione verde entro il 2050. A dare conto della notizia è il Financial Times

Tra il 2010 e il 2018 gli investimenti totali nelle reti elettriche nei paesi dell’UE hanno raggiunto circa 32 miliardi di euro. Se i finanziamenti continuassero a quel ritmo fino al 2050 ci sarebbe un gap di finanziamento del 60% rispetto a quanto richiesto, ha sottolineato il comitato per la transizione energetica e il cambiamento climatico dell'ERT

Ma i principali organismi del settore hanno dichiarato al Financial Times che investimenti così ingenti non possono essere sostenuti solo dal settore privato, senza il sostegno del governo. Le imprese dell’Ue sono ancora alle prese con le conseguenze della peggiore recessione economica dal 2008, guidata dalla volatilità della domanda post-pandemia, dalla burocrazia e da una crisi energetica causata dalla guerra della Russia in Ucraina che ha spinto i prezzi dell’energia a livelli record, ha affermato Marco Mensink, direttore generale dell'organismo europeo dell'industria chimica Cefic.

L'ex premier italiano Enrico Letta presenterà la prossima settimana un rapporto ai leader dell'Ue su come porre rimedio al vacillante mercato unico europeo di fronte agli ingenti sussidi e alla politica industriale aggressiva in atto in Cina e negli Stati Uniti.